Che le tre squadre più in voga, da sempre, del campionato di Serie A cambino l'allenatore contemporaneamente è sicuramente una notizia più che un oggetto di riflessione.

  • La Juventus, dopo i 5 anni passati ad alzare con Max i vari trofei nazionali, non poteva più sopportare un ambiente che anche con tali vittorie riusciva a trovare il difetto (che poi tanto insignificante non era) del poco spettacolo che si vedeva in campo... D'altronde se compri Cristiano Ronaldo e lo trasformi in un giocatore "normale" di certo non meriti solo applausi. Quindi la dirigenza ha deciso di dare una svolta, e per la prima volta in 5 anni, invece che sostituire i burattini, artefici di grandi annate, ha sostituito il burattinaio, con Maurizio Sarri, trasmettendo un segnale forte e chiaro della propria idea di calcio futura: "Vincere, e vincere bene".
  • Il Milan, ancora nel tunnel del disordine e del caos, ha finalmente capito che l'attaccamento alla maglia è da valorizzare, ma quello di cui ha bisogno la squadra va ben oltre ai ringraziamenti passati. Marco Giampaolo viene definito ormai da qualche anno un maestro nel bel gioco, che è quello di cui ha bisogno una squadra che in Europa ci vuole arrivare, e anche restare nel corso del tempo. Basta guardare i cammini europei della Juventus, che con tanta organizzazione e poca fantasia alla fine quella coppa non l'hanno ancora alzata, anche dimostrando supremazia assoluta in campo nazionale. Il mercato del Milan si può riassumere in un'idea chiara, che verrà messa in atto da giovani talenti e promesse, proprio come piace a Giampaolo, che con la sua Sampdoria ha messo in luce giocatori promettenti e già pronti per il palcoscenico internazionale (vedasi Andersen...). Quest'anno la scommessa sarà ripagata? L'organizzazione porterà i risultati? Con la squadra rossonera queste domande, da qualche anno a questa parte, purtroppo sono incognite..
  • E finalmente arriviamo all'Inter, l'ultima delle criticabili e la prima delle insoddisfatte. Pensare che l'Inter ad Aprile poteva permettersi di agganciare il Napoli, e a maggio si ritrovava a dover lottare con le unghie e con i denti a San Siro contro quel bellissimo Empoli per il quarto posto, sembra quasi un racconto fantascientifico. Forse è stato proprio questo il motivo della rottura tra la società e l'allenatore, questi incredibili alti e bassi che portano l'Inter ad utilizzare ogni anno il suo aggettivo migliore: pazza. Luciano Spalletti aveva dato solidità a questa squadra, perchè si può dire qualsiasi cosa sull'Inter di Spalletti ma non che non fosse solida, con una delle difese più forti e più in forma del campionato, e infatti basta guardare la stagione di Handanovic, Skriniar e De Vrij per accorgersi del vero punto di forza dell'ultimo anno. Eppure, per un motivo o per un altro, la compagine nerazzurra ancora una volta è arrivata a fine campionato sulle ginocchia, stremata, senza nessun piano ma con la sola speranza di sedersi su quel quarto posto, che al 90esimo di Inter-Empoli aveva l'apparenza di un trofeo guadagnato ai rigori. Per questo a giugno Antonio Conte è stato ufficializzato come nuovo allenatore della squadra milanese, perchè lui sa come tenere in pugno un intero ambiente, e sa come non far rompere le ruote del carro dopo soli pochi chilometri. Cosa c'è da dire su Antonio? Tre scudetti con la Juventus, esperienza positivissima, come non si vedeva da anni in Nazionale, e un percorso travagliato ma comunque costante al Chelsea. L'uomo giusto, quello che rompe le righe secondo Zhang, e il giovanissimo presidente ha deciso di ridare entusiasmo alla piazza con il nemico più odiato, ma il tecnico più stimato probabilmente.

Come finirà quest'anno il percorso di ognuna delle tre squadre non può saperlo nesssuno, anche se la Juventus come al solito parte favorita per i suoi obiettivi, ma sarà bello, come sempre, vedere cosa potranno regalare le nuove leve e i nuovi comandati ai loro eserciti.

"Révolution personnes... Révolution!"