Ci avviamo a grandi passi verso l'ultima partita del campionato, quella più importante e decisiva per l'assegnazione dello scudetto.
In un mix di emozioni, quasi impossibili da descrivere, c'è il desiderio che arrivi presto domenica sera, oppure l'opposto, che ci si possa fermare ad oggi, che non si debba giocare anche l'ultima partita e che questa splendida "cavalcata" non abbia bisogno di una conclusione. E' stato tutto troppo bello ed inimmaginabile, per avere termine, poichè a prescindere dal risultato finale, il solo fatto di dover mettere fine a tutte queste emozioni, inimitabili, è fin troppo triste.
Con tutta sincerità pensavo di stare in "religioso silenzio", fino al triplice fischio del match fra Sassuolo e Milan, per poi, a giochi fatti, dare sfogo a tutte le mie emozioni. Perchè allora sono ancora a tediarvi con i miei scritti ? Per due motivi : una ricorrenza particolare per la storia del Milan e la totale assenza di quel "rispetto sportivo" di cui si parla con fin troppa facilità.         

Oggi, 20 Maggio, l'anno era il 1912 e a Trieste nasceva Nereo Rocco, per tutti semplicemente “El Paron”: che alla guida del Milan vinse tutto. Burbero, ma geniale, rude, e  vincente. Un uomo pane e salame, genuino come pochi altri nella storia del calcio italiano. Nereo Rocco, non ha solo scritto pagine indelebili del pallone nostrano, soprattutto da allenatore e del Milan, in particolare, ma è il capostipite degli allenatori, italiani e vincenti. Dopo le esperienze sulla panchina di Triestina prima e Padova poi, arriva al Milan e tra il ’61 ed il ’63 conquista un campionato e una Coppa dei Campioni, la prima nella storia del club. Lascia Milano per quattro stagioni alla guida del Torino, per poi tornare e vincere ancora un campionato, due Coppe Italia, due Coppe delle Coppe, una Coppa Intercontinentale e la Coppa dei Campioni del 1969 contro l’Ajax del giovane Cruijff. Perse la stella a Verona, ma da quando mori, il 20 febbraio 1979 lasciando un vuoto incolmabile nella nostra storia, nessun milanista può scordare le sue gesta. Sono passati 110 anni eppure Nereo sarebbe ancora adatto a questo calcio, poichè aveva la capacità di saper sdrammatizzare ogni situazione. Allora penso a lui, ma anche a Liedhlom, svedese di nascita, ma fin troppo italiano di mentalità, a Boskov, a Zeman o a Mihailovic, non a caso tutti stranieri, ma capaci di abbinare la cordialità all'evento sportivo, la battuta, all'importanza del risultato e il tutto sempre sapendo rispettare l'avversario.

L'esatto contrario di quello che sta succedendo adesso. Da vecchio tifoso, pur avendo assistito a tantissime partite, così come alle preparazioni a incontri importantissimi o a finali, mai mi era capitato di assistere alla "denigrazione sportiva" di uno dei contendenti alla vittoria. Si fa un uso smodato del termine inglese RESPECT, in italiano Rispetto, ma quando è il momento di metterlo in pratica, tutti girano prontamente la testa.
Volete qualche esempio? Dove è andato a finire il Rispetto per i tifosi del Milan? Gli episodi di Verona hanno trovato qualche provvedimento da parte della Federazione Gioco Calcio? Oppure, lo squallido bagarinaggio sui biglietti per la prossima e ultima partita, meriterebbe una presa di posizione ben precisa? Episodi che evidenziano dove e come si debba intervenire in difesa di un Calcio per tutti, aggregativo e rivolto al Rispetto reciproco. Fatti, non chiacchere. Viceversa assistiamo all'esatto contrario. Vorrei capire questo desiderio che la prima in classifica venga sconfitta e sorpassata dalla seconda, su quali logiche sportive si poggia? Il Milan è stato primo in classifica, solo o in compagnia, per circa una trentina di giornate, un numero ben maggiore delle avversarie, eppure a leggere i giornali il Sassuolo è "obbligato" a vincere. Sassuolo che con 50 punti, frutto di 13 vittorie, altrettanti sconfitte e 11 pareggi occupa l'undicesima posizione in classifica, ma potrebbe concludere al nono posto, ugualmente fuori da ogni piazzamento utile per giocare in Europa, ma ugualmente di prestigio.

Che l'Inter per poter vincere lo scudetto debba affidarsi alla squadra neroverde è comprensibile, ma ciò autorizza a invocare la pioggia, un cambio di data, o, perchè no, un'espulsione o un rigore inventato? Allora anche un lassativo sulle pietanze dei giocatori potrebbe essere utile per assegnare lo scudetto alla squadra allenata da Simone Inzaghi, oppure forare i pneumatici del pullman del Milan obbligando tutta la squadra a recarsi al Mapei stadium a piedi. Ma veramente non si ha il minimo RISPETTO per chi è in lotta per vincere lo scudetto, anche nella consapevolezza di essere stato, involontariamente, danneggiato? Veramente lo Sport, quello con la S maiuscola, non riesce a riconoscere fino a dove può spingersi?

Allora aspettiamo la partita fra Sassuolo e Milan, che l'Inter debba affrontare la Sampdoria non penso interessi a nessuno, dato che la squadra allenata da Mister Giampaolo non può minimamente pensare di onorare l'appuntamento, sarebbe colpevole di "lesa maestà" contro i Campioni d'Italia in carica.
La stampa ha già dato il suo verdetto. Se lo scudetto sarà vinto dall'Inter, saranno tutti contenti, viceversa se fosse il Milan ad arrivare primo, non potendo privarlo dello scudetto (o forse si, è già successo) sapranno spiegarci i perchè lo meritasse la squadra nerazzurra.
Penso che anche Rocco avrebbe un posto dove mandarli...
Fino alla fine, FORZA MILAN, con Pioli in panchina e Rocco, nel cuore.