Smettere di fumare si può, al contrario sembrerebbe più complicato appendere gli scarpini o i guantoni al chiodo.

In psicologia, la resilienza è un concetto che indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. [fonte Wikipedia]. 

Per un calciatore professionista abbandonare il calcio è sicuramente un’esperienza traumatica; lo documenta il recente addio doloroso al calcio giocato di un grandissimo campione, Francesco Totti che, tra rabbia e commozione, supportato dalla sua famiglia ha comunicato affranto il suo addio all’attività agonistica davanti a 50.000 tifosi giallorossi.

In questo caso specifico, Francesco è stato traghettato al trapasso sportivo da anime occulte (Spalletti, Baldini e Pallotta), fosse stato per lui avrebbe continuato a sferrare calci ad un pallone per almeno altri 20 anni.

È un fatto certo che come dirigente dell’A.S. Roma, Francesco Totti non è riuscito a raccogliere le opportunità positive del nuovo lavoro con la conseguenza che, dopo appena un anno dall’evento traumatico, il pupone ha lasciato definitivamente alle spalle il suo passato glorioso come dipendente della società capitolina.

Contrariamente, Gianluigi Buffon ha deciso “liberamente” di rimandare di un altro anno l’evento doloroso probabilmente memore dell’esperienza di pre-stato patologico alienato durante il match contro l’Hellas Verona all’Alianz Stadium di Torino; a fine match il portierone bianconero in lacrime lasciava la squadra bianconera consolato dalla speranza di vincere la Champions League a Parigi con Neymar e soci.

Dopo un anno la storia la conosciamo tutti: il figliol prodigo torna alla base a mani vuote, dichiarando: “E’ il giorno più bello della mia vita!”. Una persona non alienata, avrebbe certamente identificato il giorno più bello della sua vita con la nascita di un figlio, tra le varie possibilità!

Recentemente, come Buffon e Totti, lo stato patologico alienato ha bussato sulla spalla di Capitan Futuro, Daniele De Rossi; seguendo l’esempio del portiere bianconero, il forte centrocampista ha deciso di continuare altrove la carriera agonistica nonostante per lui ci fosse pronto un contratto da dirigente sportivo.

Domanda: "È così tanto difficile ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità?".

Le storie di questi tre grandi campioni sportivi sembrerebbero dimostrare che è molto difficile “psicologicamente” lasciarsi alle spalle un passato da calciatore soprattutto se guarnito da successo, fama e denaro.

Un fatto è certo: successo, fama e denaro possono alienare le personalità degli individui!

Niente di grave o di allarmante, soltanto la consapevolezza che l’astinenza da uno di questi fattori produce un piccolo effetto indesiderato: incapacità di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre!

“Totti, Buffon, De Rossi docet!”.

 

Mr. Oronzo Canà