Per riaccendere una piccola luce di speranza sul futuro della Nazionale serviva una vittoria e una vittoria è arrivata nella notta di San Siro dove la Nazionale al termine di una partita ben giocata ha portato a casa tre preziosissimi punti conto l’Inghilterra data per super favorita alla vigilia del match. Certo non basta questa vittoria per dimenticare la mancata qualificazione al Mondiale e i problemi del movimento azzurro che tornano ciclicamente quando i risultati non arrivano ma serve per ridare nuove energie ad un gruppo che dopo la vittoria dell’Europeo sembrava perso nel ricordo della finale di Wembley e rilanciare un progetto tecnico abbattuto dalla serata di Palermo.

Come detto è una vittoria che porta in dote non solo i tre punti ma anche alcuni spunti per il prosieguo del percorso di Mancini da C.T. che almeno sulla carta dovrebbe portare al Mondiale americano e alla disputa di un Europeo dove da campioni in carica avremmo l’obbligo almeno di lottare per mantenere il titolo. La prima buona notizia riguarda il percorso in Nations League con l’Italia che si giocherà la vittoria del girone (e la partecipazione alla final four) lunedì sera in Ungheria mentre grazie ai tre punti si è già assicurata il ruolo di testa di serie per il sorteggio delle qualificazioni al prossimo Europeo. Certo non sarà un torneo di punta e il suo regolamento a tratti contorto (soprattutto per le fasce minori in relazione alle qualificazioni per i grandi tornei) non facilita certo l’affezione alla competizione ma resta una competizione importante nata per dare l’opportunità di mantenere un livello alto garantendo alle Nazionali incontri tra squadre dello stesso livello (meglio una sfida tra Italia e Inghilterra con tre punti in palio rispetto ad un’amichevole con squadre di blasone minore). In più grazie ai tre punti gli Azzurri hanno evitato l’onta di una retrocessione in lega B che certo non avrebbe aiutato il morale della squadra e che anzi avrebbe acuito il dramma sportivo che sta vivendo la Nazionale. Dramma che tra l’altro ha travolto l’Inghilterra con la stampa d’oltremanica che certo non ha teso la mano nei confronti di Southgate accusato di far giocare male un gruppo che avrebbe ben altre potenzialità. Al di là della classifica, poi, la vittoria contro l’Inghilterra arriva quasi insperata visto che spesso la Nazionale ha cannato le prime partite stagionali e affrontare una Nazionale che dovrebbe avere una preparazione più performante in questo periodo non fa altro che aumentare il valore della vittoria.

Naturalmente a contribuire al risultato finale ci ha pensato anche Mancini che dopo la rivoluzione di giugno ha messo insieme un nuovo gruppo unendo i superstiti dell’Europeo con i volti nuovi più convincenti dell’ultimo periodo. Una rivoluzione a metà che diventa quasi totale visto il cambio di modulo apportato dal tecnico jesino. Cambio arrivato più per necessita che per reale convinzione ma che ha dato i suoi frutti vista la prestazione fornita dagli Azzurri. Un 3-5-2 di contiana memoria con le dovute differenze però rispetto a quello statico e contropiedista messo in piedi dall’attuale allenatore del Tottenham e di quello privo di idee sotto la gestione Ventura. Mancini infatti punta sempre sul gioco con la Nazionale brava ad intervallare pressing alto e veloce (con le mezze ali sui braccetti difensivi) ad un pressing più di posizione (squadra bassa pronta però subito per ripartire) per bloccare le poche idee degli avversari. In fase di possesso stupisce il cambio di Jorginho meno regista e più incontrista con la regia affidata a Bonucci come spesso accadeva nella vecchia Juventus. Tanto gioco poi sugli esterni con la Nazionale meno decisa a puntare per le vie centrali e tanta dedizione in fase di copertura con i calciatori che mostrano anche una discreta condizione fisica a tratti superiore a quella avversaria.

Ottima prova di squadra e ottima prova dei singoli a partire dalla retroguardia con Mancini che fa centro puntando sull’esperienza del terzetto formato da Toloi, Bonucci e Acerbi. I due braccetti giocano una gara di grande dedizione provando anche a spingere in alcuni momenti del match mentre Bonucci oltre ad annullare completamente Kane regala un assist al bacio per il gol di Raspadori. Una prestazione importante per il capitano azzurro chiamato ad una prova di livello anche a livello caratteriale visto che uno dei difetti del centrale bianconero è proprio la troppa animosità che se reiterata durante la partita rischia di minare la tranquillità dell’intero gruppo. In più dimostra che anche senza Chiellini al suo fianco è capace di fare prestazioni con la p maiuscola. Ottima prova, poi, degli esterni con Di Lorenzo e Dimarco bravi nella doppia fase con l’esterno dell’Inter che spesso diventa una minaccia per la difesa avversaria. Buona, poi, la prova di Raspadori che deve migliorare nella continuità ma che allo stesso tempo trova un gol fantastico che parte dall’aggancio perfetto del pallone e culmina con un tiro imprendibile sul secondo palo. Importante poi l’atteggiamento dei subentrati con Pobega, Gnonto e il tanto vituperato Gabbiadini che entrano con la stessa voglia di chi affronta una partita durante un Mondiale. Cosa questa che dimostra cosa vuol dire tenere alla maglia Azzurra.

Da rivedere, invece, il centrocampo sicuramente sufficiente ma dal quale ci si aspetta di più: Jorginho torna ad offrire una prestazione a livello dei suoi standard anche se viste le sue qualità è logico aspettarsi sempre una giocata in più così come da Barella meglio rispetto alle ultime prestazione in nerazzurro ma comunque sotto le grandi partite offerte nelle ultime stagioni (ottima però la voglia di lottare su ogni pallone). Importante poi la presenza di Cristante che parte a destra per poi spostarsi prima a sinistra e poi al centro a dimostrazione della sua duttilità che lo rende da sempre importante per Mancini. A parziale scusante del centrocampo azzurro ci sono le tante assenze a partire da Verratti fino ad arrivare a Pellegrini e Tonali con il secondo che sarebbe sicuramente partito titolare. Anche la prestazione di Scamacca è migliorabile soprattutto a livello di partecipazioni con i compagni visto che spesso tende ad isolarsi al centro dell’attacco.

Tante piccole buone notizie per Mancini che ora in quel di Budapest avrà una grande possibilità per riscrivere la sua personale storia sulla panchina più difficile ma allo stesso tempo affascinante che esiste.