Rangnick è vicinissimo al Milan. Anzi no, non è vero, è Allegri il prossimo allenatore. Mah, forse si continuerà con Pioli. No, scusate, rifo da capo: Ragnick ha appena firmato per il doppio ruolo di tecnico/direttore sportivo. Ne siamo sicuri? Boh, mah, chi lo sa… e mentre tutte queste voci si soverchiano l’una sopra l’altra, percuotendo le nostre cervella come tamburi, improvvisamente mi trovo a urlare: “Esci da questo corpo, o’ demonio!”. In effetti potrebbe sembrare ironico, ma quello di cui il Diavolo, calcisticamente parlando, avrebbe bisogno in questo momento è di certo un buon esorcista. O, se proprio non si volesse ricorrere a metodiche estreme, uno in grado almeno di fare chiarezza. Chiarezza su una situazione a dir poco kafkiana, dato che pare come il Milan sia vittima di possessione, da parte di due anime nettamente diverse e in conflitto tra loro. L’una rappresentata dal duo Boban-Maldini, i quali vorrebbero regalare maggiore esperienza alla rosa. L’altra capeggiata invece da Gazidis, forse baluardo del volere di Elliott, che preferirebbe dare un ennesimo scossone all’area tecnica e continuare col progetto giovani. Che sia l’una o l’altra ad aver diritto di prevalere, ciò che conta è che questa guerra finisca ancora prima di cominciare. 

Lavorando a stretto contatto con le piccole e medie imprese del territorio, ahimè mi capita molto spesso di vedere simili contrasti, all’interno delle aziende. Uno fra i tanti è il caso avvenuto tempo fa tra Mirko e Luciano (nomi fittizi in difesa della privacy), due fratelli sulla cinquantina che hanno portato avanti l’azienda ereditata dal padre. Una bella realtà quella creata dal signor Tino, papà dei due fratelli. Piccola, per carità, ma funzionale e sempre animata da un’atmosfera pacifica e produttiva. Sempre, almeno sino a quando la differenza di vedute tra Mirko e Luciano ha cominciato a coltivare i semi della zizzania. Mirko e Luciano sono sempre stati molto diversi, d’altronde. Dove Luciano ha sempre avuto il fare del padre, più operaio che imprenditore, vicino al lavoro e amante della fatica, Mirko ha invece preferito la strada del commerciale di grandi vedute. “Mio fratello non capisce che dobbiamo allargare i nostri orizzonti. Dobbiamo accalappiare pesci più grossi, altrimenti continueremo a essere una realtà minuscola e insignificante”. “Siamo sempre andati avanti così. Perché cambiare? Non abbiamo le spalle abbastanza grossa per simili mercati”. In pratica, dove da una parte Mirko spinge per cambiare lo stile e la clientela dell’azienda, Luciano è molto più prudente e non vuole rischiare. Potrebbe sembrare un semplice scambio di vedute, ma come purtroppo spesso accade, esso diviene ben presto cultore di discordia tra i due. Comincia così una lotta sempre più aspra e fatta anche di sorride cattiverie, purtroppo. E mentre la guerra fratricida imperversa, a farne le spese è ovviamente l’azienda stessa. Far presente la cosa, nei numerosi incontri con i due fratelli, è inutile, perché purtroppo quando si vuole avere ragione, nulla è più importante del far prevalere la propria posizione. Situazioni insomma dove, più che l’obiettività, servirebbe veramente un esorcista in grado di acquietare gli animi, riportandoli alla riflessione. D’altronde, al di là del fatto che si è pur sempre esseri umani dotati di orgoglio, come si suol dire, a tutto vi è un limite. Dove comincia il bene proprio e quello di ciò cui siamo responsabili? Qual è il nostro reale obiettivo?

Ora, se quanto emerso attorno a Casa Milan rispecchia effettivamente la realtà interna al mondo rossonero, una seria riflessione interna sarebbe d’obbligo. Da quel che si sa, o almeno è stato pubblicato dai rotocalchi, qualcuno all’interno del Milan pare essersi messo in contatto con herr Ralf Rangnick. Alcuni dicono persino che questo qualcuno gli abbia addirittura fatto firmare un contratto, non solo come allenatore, ma addirittura come direttore sportivo in pectore. Al di là di tutto, la cosa non sarebbe grave, ma solo sconveniente in quanto, ad oggi, il tecnico del Milan porta il nome di Stefano Pioli. Un minimo di rispetto nei confronti di quest’ultimo lo si dovrebbe avere. Detto ciò, la situazione sarebbe invece gravissima, se protagonista di tale trattativa fosse effettivamente Gazidis. Gravissima in quanto: 

    • Per definizione, le scelte tecniche dovrebbero spettare al reparto dirigenziale con tale delega, il quale è rappresentato dal signor Maldini
    • Il signor Maldini aveva già pubblicamente espresso parere contrario a tale scelta, il che fa supporre che Gazidis si sia mosso lasciando i suoi colleghi all’oscuro

In altre parole, la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra. Una situazione a dir poco inaccettabile, in particolare se ci si trova in un grande club, con una storia importante e un brand da difendere. Il che, se fosse confermato, accerterebbe in via definitiva come il Milan non rappresenti una società unica, con intenti e obiettivi condivisi, ma bensì come in essa alberghino da due anime differenti. Una votata a effettuare un’ennesima rivoluzione, l’altra intenta a dare stabilità a un progetto in crescita. Quale delle due prevarrà? Che sia l’una o l’altra, una delle due dovrà trovare il modo di imporsi o, se possibile, di mediare con l’altra. Continuare infatti sulla strada del “ognuno per sé e Dio per tutti” non farebbe altro che riportare il Milan in un abisso dal quale, ogni anno che passa, è sempre più difficile riemergerne. 

E se così non fosse? Ebbene, se così non fosse è chiaro che l’unica alternativa valida sul tavolo sarebbe la separazione. In altre parole, uno tra Gazidis e il duo Boban-Maldini dovrebbe fare le valigie e dare i suoi saluti. Un po’ quello che alla fine è successo tra Mirko e Luciano, il cui screzio era diventato talmente insanabile che, alla fine, Mirko ha deciso di ritirare la suo quota e di andarsene per altri lidi. Una scelta sofferta, senza dubbio, ma che alla fine era l’unica valida a sanare la situazione. Ci sono matrimoni che non hanno senso di esistere, soprattutto quando sono fonte di malevolenza. Se questa sia la situazione del Milan, non si può ancora dire con certezza. Ma se così fosse, sarebbe bene darvi un taglio prima di iniziare la prossima stagione. Che senso avrebbe d’altronde continuare a cannibalizzare dall’interno una società, solo al fine di far prevalere la propria posizione su quella delle altre? C’è quindi solo da sperare che il buonsenso, in una maniera o nell’altra, torni finalmente ad aleggiare all’interno di Casa Milan. Se così non sarà allora, cari amici rossoneri, tiriamo fuori il breviario, prepariamo ettolitri di acqua sante e, sotto la sede in via Aldo Rossi, prepariamoci a urlare all’unisono: “Uscite da questa sede, o’ anime dannate!”… o quanto meno, una delle due. 



Un abbraccio

Novak