Torniamo indietro al 2001, quando al Milan piaceva Ancelotti il quale, tuttavia, era blindato da un contratto con la Juventus. I rossoneri, quindi, si orientarono su Fatih Terim, vulcanico allenatore turco detto l'imperatore, a sua volta sotto contratto con la Fiorentina di Cecchi Gori. Le voci di un accordo già raggiunto fra la società rossonera e Terim irritarono non poco proprietà e dirigenti viola, fra i quali vi era il giornalista Sconcerti. Le smentite di rito non riportarono serenità, anzi i rapporti fra Terim e il presidente Cecchi Gori si inasprirono fino alle dimissioni dell'allenatore. Come si concluse tutta la storia? Come tutti sanno ovvero con l'approdo di Fatih Terim in rossonero (dove già a novembre, tuttavia, il tecnico fu sostituito da Ancelotti).  Una simile situazione si verificò ancora 9 anni dopo, quando il Milan entrò in urto con il presidente del Cagliari Cellino a causa di voci che davano Massimiliano Allegri futuro allenatore rossonero, nonostante il tecnico di Livorno fosse sotto contratto con la società sarda. Ci furono le smentite di rito, ma alla fine Allegri divenne il tecnico del Milan, liberato da Cellino anche grazie alla permanenza in Sardegna di giocatori in comproprietà fra le 2 squadre.

Arriviamo ai giorni nostri e alle voci sull'arrivo al Milan di Rangnick, responsabile delle società di calcio del Gruppo Red Bull. Boban, accompagnato alla porta dalla società, ha accusato Gazidis di aver già blindato il tecnico tedesco mettendo nero su bianco da dicembre. Non sono passati molti giorni che dalla Germania è rimbalzata, con strana puntualità a dire il vero, la notizia secondo cui il tecnico tedesco starebbe pensando di non accettare la corte del Milan. Pare che sia perplesso dell'attuale situazione sanitaria in Italia, come se il suo arrivo fosse previsto nei prossimi giorni e come se  il Covid-19 non stia già girando per tutto il mondo. E la cosa ha provocato l'immediata reazione di giubilo di quella parte di tifosi che non ha accettato il licenziamento di Zvone Boban. E' risorta, in sostanza, la speranza di vedere ancora Pioli in testa alle truppe rossonere in marcia verso egregie cose, con i vessilli che garriscono fieri al vento. C'è anche chi parla di un Milan imprudente, che sarebbe rimasto senza Boban oltre che perdere Rangnick.

Ora, Eraclito detto l'oscuro sosteneva che per arrivare alla verità occorre spettarsi l'inaspettato, ma poiché il filosofo greco ci ha lasciati più di 2500 anni fa, direi che in questo caso possiamo fregarcene altamente dell'inatteso. A mio modesto avviso Rangnick sta al 2020 come Terim sta al 2001 e Allegri al 2010. Tutte le voci che sentirete, in sostanza, non impediranno al tecnico e dirigente tedesco di approdare a Milano. E' sicuramente possibile, anche se non so quanto probabile, che Pioli resti, ma agli ordini di un Rangnick Direttore Tecnico alla Gipo Viani, come è possibile che Maldini rimanga a fare il direttore sportivo con un Rangnick allenatore e supervisore dell'area tecnica. Però non credo affatto che sia in dubbio l'arrivo nella società rossonera del tedesco. E posso dirvi una cosa? Poco più di 2 anni fa la società rossonera ha promosso in prima squadra il tecnico della Primavera, Gattuso, la cui carriera era stata costellata di esoneri. Poi lo ha sosituito con Giampaolo, che a sua volta vantava un palmarès ricco di stagioni non portate a termine. Alla fine ha dato la panchina a Pioli... non al Mago Helenio Herrera. Come mai a noi milanisti dovrebbe farci schifo Rangnick sulla panchina del Milan?

Il Milan... il Milan è stato salvato dallo stop al campionato causato dal terribile virus Covid-19. I rossoneri erano groggy, in bambola, esattamente come un pugile suonato cui l'arbitro mostra le mani e chiede quante dita ci siano, ma che non riesce a rispondere. Troppe cose sono successe a cavallo di febbraio e marzo, perché la squadra potesse continuare a giocare. Sarebbe stato meglio, ovviamente, che non fosse arrivata alcuna pandemia, ma bisogna dire che i rossoneri sono la squadra che più aveva bisogno di fermarsi.

Natura abhorret a vacuo, recita un brocardo latino, la natura non ama il vuoto. In assenza di dritte da Rangnick e Gazidis sul futuro dei giocatori, le ipotesi si susseguono ora arbitrarie e incontrollate. Da Hernandez via per fare cassa, si passa a Donnarumma in bianconero o al Psg, fino ad arrivare alla probabile partenza di almeno 10 giocatori con una squadra interamente da rifare e così via discorrendo. In tutta questa confusione possiamo solo ricordare che, con l'approdo del Milan nell'orbita Fininvest, i quadri dirigenziali esistenti furono azzerati e rimase il solo Ramaccioni, sia pure solo come team manager. Andò via anche Rivera, che da vice-presidente rossonero si era ritrovato a retrocedere 2 volte e a vedere il Milan sull'orlo delle procedure concorsuali. Il fatto è che, di norma, le bandiere servono ad abbellire palazzi e balconi.