Ralf Rangnick al Milan è uno dei nomi papabili per la panchina del diavolo rossonero per il dopo Pioli. E' il nome che più aleggia per la guida tecnica del Milan assieme a Massimiliano Allegri per la prossima annata sportiva del club meneghino.

Mentre su Allegri, nonostante non unisca tutti, c'è più coesione, sull'ingaggio di Rangnick c'è molta  più perplessità. E' un profilo che affascina e intriga molto, ma al tempo stesso è un salto nel buio. E' un rischio l'ingaggio del manager e tecnico tedesco, e sarebbe una novità totale per il calcio italiano. Un coach che sarebbe anche un direttore sportivo a tutti gli effetti. Il classico manager all'inglese.

Il Milan da un po' di anni non punta su dei profili affermati in panchina. Lo stesso Max Allegri, nella sua prima venuta al Milan, veniva da un esonero a Cagliari, ed era effettivamente un rischio. Va comunque anche precisato che quella squadra aveva tra i suoi componenti gente come Thiago Silva, Van Bommel, Gattuso, Pirlo, Ibrahimovic, Robinho, Pato, Cassano, Kevin Prince Boateng, insomma era una squadra esperta e competitiva. E dopo l'esonero al Milan, Allegri ha allenato per ben 5 anni la Juventus vincendo con il club bianconero ben 5 scudetti, 2 supercoppe italiane e 4 coppe italia, nel mezzo anche due finali di champions league perse.

L'Allegri di oggi non è quello che ha lasciato il Milan. E' un tecnico che ha accumulato una grande esperienza ed è affermato. E il profilo affermato è quello che forse occorre a questo Milan.

Dopo Allegri, il Milan non ha mai puntato su profili top per la panchina. Dopo il tecnico livornese, sulla panchina rossonera si sono seduti Clarence Seedorf, Filippo Inzaghi, Sinisa Mihajlovic, Cristian Brocchi, Vincenzo Montella, Gennaro Ivan Gattuso, Marco Giampaolo e Stefano Pioli. Con Seedorf si qualificò per la Champions, con Mihajlovic il Milan raggiunse una finale di coppa Italia, poi ingiustamente esonerato da Silvio Berlusconi, e quella finale la giocò Brocchi, e la perse contro la Juventus, con Montella vinse una supercoppa italiana e con Gattuso arrivò ad un punto dalla Champions League e fece una finale di coppa Italia, poi persa sempre contro la Juventus. Il tutto ottenuto con squadre non propriamente degne del miglior Milan.

Questi profili sono tutti tecnici molto tosti caratterialmente, dei sergenti di ferro, delle personalità alfa, cosa fondamentale quando si ha una squadra giovane e senza top player affermati. Quindi il Milan ha bisogno di un tecnico di carattere e dalla forte tempra. Lo stesso Allegri rientra in questa categoria, così come Rangnick. Profili fragili caratterialmente come Brocchi o Giampaolo non sono profili adatti al Milan e alla piazza rossonera.

Sono quasi tutti profili emergenti. Filippo Inzaghi vinse un torneo di Viareggio con la primavera del Milan, gli stessi Brocchi e Gattuso sono stati promossi dalla primavera rossonera, per quella che è stata quella che io chiamo "la psicosi Guardiola".

Pep Guardiola proveniva dalla cantera del Barcellona. Venne promosso in prima squadra e con il Barcellona ottenne risultati epici vincendo tutto e inventando il "tiki taka" vincente. Quel Barcellona aveva squadra incredibile con uno zoccolo duro proveniente dalla sua cantera che giocava a memoria, e penso ai vari Xavi, Iniesta, Busquets e Messi tra gli altri. 

Guardiola era un predestinato, e da quel momento molte squadre hanno iniziato ad imitare il Barcellona sperando di lanciare i nuovi Guardiola in panchina. Lo fece anche l'Inter con Stramaccioni, promosso in prima squadra dalla primavera nerazzurra e passato anche per la primavera della Roma in precedenza. E il Milan come citato in precedenza con Filippo Inzaghi, Brocchi e Gattuso. La stessa Lazio ha fatto lo stesso con Simone Inzaghi che certamente non é Guardiola ma è uno dei pochi esperimenti riusciti, poiché dopo la primavera laziale, si sta affermando in maniera importante ottenendo risultati prestigiosi anche in prima squadra con la Lazio.

Ralf Rangnick è un profilo atipico, e questo lo rende un profilo intrigante ma al tempo stesso non è una certezza. Rangnick è un classe 1958. Ha esperienza. Sulla sua capacità di fare mercato e di direttore sportivo, non c'è dubbio, ha dimostrato di essere un top. I dubbi sorgono in panchina. E' un tecnico che nella sua carriera ha avuto anche un momento di stress che lo ha fatto fermare. Ma è un tecnico di carattere, un sergente di ferro che sa alazare la voce e farsi sentire. Tuttavia non ha avuto tanti successi rilevanti in panchina.

Ragnick è diventato head of sport and development soccer del gruppo Red Bull  e gestisce il mercato di tutte le squadre di calcio della Red Bull: Salisburgo in Austria, New York Red Bull in America, Red Bull Brasil in Brasile, Rb Lipsia in Germania e Red Bull Ghana in Africa. Ha una conoscenza importante e amplia del mercato calciatori, e tra le sue scoperte ci sono il difensore francese Upamecano  (Lipsia),il centrocampista francese Nkunku (Lipsia), il centrocampista tedesco Demme (Lispsia), il bomber tedesco Werner (Lipsia), il bomber norvegese Haaland (Salisburgo) e l'attaccante Sadio Mané (Salisburgo). Tanto per citarne alcuni, perchè la lista è molto lunga. 

Lui stesso, Ralf Rangnick, ha dichiarato che guarda molto al campionato francese e ai calciatori francesi per i suoi acquisti: "Le giovanili francesi sono molto buone: formano ottimi giocatori dal punto di vista sia tecnico che tattico. Per questo i loro atleti sono così interessanti per noi". Rangnick ha parlato al plurale perchè ha un team di osservatori ed esperti di mercato che lavorano con lui. Quindi l'arrivo di Rangnick significa anche dover fare dei tagli nel management rossonero. Andranno via Maldini, Massara e Boban, quelli che si occupano del calciomercato rossonero, perché Rangnick gestisce da solo le mosse di mercato con il suo team. Resterebbe Moncada perché Rangnick lavora molto sul mercato francese e quindi il capo scout francese Geoffrey Moncada è perfetto per lavorare con lui. Rangnick punta molto sulla linea verde.

Come coach Rangnick ha allenato solo in Germania, iniziando nei dilettanti tedeschi per poi approdare ad allenare in Bundesliga.  Ha allenato il Viktoria Backnang, Stoccarda II, TSV Lippoldsweiler, SC Korb, Under 19 dello Stoccarda, Reutlingen, Ulma, Stoccarda, Hannover 96, Schalke 04, Hoffenheim, di nuovo Schalke 04. Nel 2015/2016 e nel 2018/2019 allena il Lipsia nella doppia veste di allenatore e direttore sportivo.

Con lo Schalke 04 ottiene una semifinale di Champions e la vittoria della coppa di Germania, club di cui ha assunto la guida nel marzo del 2011. Nel settembre dello stesso anno si dimette a causa di una sindrome da esaurimento.

Nel 2012 inizia la sua collaborazione con la Red Bull, inizialmente avendo l'incarico di direttore sportivo del Salisburgo e del Lipsia, per poi estendersi a tutte le squadre della Red Bull. E' riuscito a portare il piccolo Lipsia in Champions League e al secondo posto in Bundesliga. Da allenatore ha vinto un campionato tedesco di seconda divisione con l'Hannover 96, una coppa di lega tedesca, 1 coppa di Germania e 1 supercoppa di Germania con lo Schalke 04 e una coppa intertoto con lo Stoccarda come trofei internazionali. Come direttore sportivo con il Salisburgo ha vinto 6 campionati austriaci e 5 coppe d'Austria. Con il Lispsia da direttore sportivo ha vinto una quarta divisione tedesca. E' un grande ammiratore del Milan di Arrigo Sacchi.

Rangnick ha sia pro e contro. Ricapitolando:

PRO

  • E' un direttore sportivo top. Non sbaglia gli acquisti
  • E' uno che ha una forte tempra caratteriale
  • E' un classe 1958 e ha una certa esperienza 
  • Lo entusiasma l'idea di allenare il Milan

CONTRO

  • Non ha mai allenato al di fuori della Germania
  • Non ha ottenuto molte vittorie da allenatore e non ha un pedigree importante e particolarmente rilevante
  • Ha avuto un periodo di stress mentre allenava lo Schalke 04 nel 2011
  • Per quanto riguarda il calciomercato prende solo giovani, possibilmente non oltre i 24 anni. Difficilmente fa eccezioni per elementi esperti.

Alla luce di tutto ciò, considerando che l'arrivo di Rangnick significa creare una rivoluzione, l'ennesima nel Milan, e soprattutto significa rinunciare a Paolo Maldini e a coloro che si occupano del mercato del diavolo rossonero, e affidare la guida calcistica e sportiva del Milan, campo e mercato, tutto in mano al tedesco, viene da chiedersi se il gioco vale la candela.
Vale davvero la pena di rinunciare a Paolo Maldini per fare posto a Ralf Rangnick?