Sulla questione contratto di Donnarumma ho maturato ormai da un po di mesi un’opinione tutta mia, rimarco il termine opinione, cioè pensiero non suffragato da certezze, perché ovviamente il sottoscritto non conosce i fatti e le persone coinvolte in questo “affaire”, come del resto buona parte dei giornalisti e opinionisti che discettano su questo argomento. Semplicemente mi affido del mio intuito e alla mia capacità di leggere tra le righe e nelle dichiarazioni dei protagonisti una possibile “verità” sulla vicenda.

Procedo con l’esposizione dei fatti che hanno portato a questa situazione.
Nel Milan di Berlusconi il mercato era fatto dai procuratori, con tutti gli indubbi vantaggi che esso comportava. Raiola, uno dei più potenti procuratori in circolazione, era uno di questi. Raiola aveva già 4/5 giocatori milanisti sotto contratto e in tempi non sospetti è riuscito ad entrare nella procura di Gigio, sfruttando anche l’amicizia (spero sincera) che si era creata tra la giovane promessa e Enzo Raiola.
Con il passaggio di proprietà, Raiola si è visto ribaltare il tavolo dai nuovi manager. In parole povere, niente più acquisti su sue indicazioni significava niente più commissioni. Comincia la guerra tra il procuratore e la società che tutti conosciamo bene.
Nella fase del rinnovo contrattuale il giocatore, correttamente, delega tutta la gestione al procuratore, a maggior ragione se ancora molto giovane e inesperto. Però un’indicazione, ne sono certo, l’aveva data a Raiola, la sua volontà era restare al Milan.
Vista la situazione poco favorevole, Raiola, punto sull’orgoglio e sul portafoglio, fece e sta facendo di tutto per fargli cambiare idea, cercando soprattutto di screditare la società.
Dapprima ha cominciato con la storia della solidità finanziaria della nuova proprietà del Milan, poi visto che tutto era stato pagato, è passato alla valutazione del progetto tecnico, anche qui zittito da una campagna acquisti sontuosa, si è ridotto a cercare cavilli giuridici nell’accordo contrattuale firmato dal giocatore, quali una fumosa violenza morale.
Eppure il tutto sarebbe passato come naturale acqua sotto i ponti se tutto sto sbattersi non fosse dell’ineffabile Rino, il quale, mi pare evidente, ha contatti molto serrati e fruttuosi con una buona parte della stampa sportiva e con tanti dirigenti calcistici.

Ricordo una serata estiva in TV, in cui il noto e stimato giornalista Laudisa riceveva una telefonata in diretta di Raiola in tema di mercato. Appariva evidente quanto il giornalista fosse gratificato da quella chiamata. Immaginatevi un prete che celebrando la messa riceva una telefonata dal Papa, il quale si complimenta con lui in vivavoce.
Ecco, la faccia di Laudisa era quella del prete. Peccato che Raiola non sia il Papa. Però il soggetto è potente nel calcio, del resto molte notizie di mercato, ma non solo, vengono dai procuratori e tanti giocatori in procura sono tante notizie, oltre che tanti soldi. Per non parlare dei dirigenti di società, (vedi Galliani), che per motivi a me sconosciuti (non voglio essere malizioso), sembra non possano fare a meno dei procuratori quando si tratta di scegliere un nuovo giocatore.
Uno dei vantaggi di questa onnipresenza calcistica sono miriadi di articoli e prime pagine sul nulla o quasi, ma nel nostro caso aventi un solo obiettivo, fare casino per creare dissidi, fratture e polemiche, tra: Donnarumma e i tifosi, Donnarumma e il Milan e tra i tifosi e Il Milan. Ma il vero bersaglio da colpire, da abbattere prima possibile perché si ritorni allo status dell’era Gallianica, è l’attuale dirigenza.
E’ una piccola guerra su cui non si gioca il futuro del Milan, sia ben chiaro, ma quello di Fassone, di Mirabelli e di Raiola. Il futuro del Milan è assicurato perché è una società troppo importante e appetita e la sua cessione lo ha dimostrato. Semmai il presente, cioè questa stagione, potrebbe risentirne.
Io personalmente, a sentimento, sto dalla parte del nuovo management, chessò, saranno inesperti come si dice, ma hanno l’aria di essere sinceri e corretti. Tra uno furbo e uno onesto ho sempre scelto il secondo. Anche se so che spesso ci si rimette.

P.S. detto tra noi: Spero che Donnarumma cambi procuratore!