La prima ragione per stare dalla parte di Mourinho sta in un precedente storico. Ieri José, dopo che il suo Manchester ha dato la paga alla Juventus (che è forte, ma non così come cercano astutamente di far credere i bianconeri per scoraggiare gli avversari) ha fatto un gesto dal chiaro significato: "Ora non parlate più?". Anni fa, prima che Calciopoli travolgesse la Triade, Roberto Bettega festeggiò un risultato rocambolesco, ma positivo, a Bologna, sbeffeggiando i tifosi avversari con lo stesso gesto. Perché Bettega sì e Mourinho no?

Il gesto, inoltre, non è offensivo, ma costituisce una risposta per nulla volgare o maleducata o violenta a chi, protetto dall'anonimato della folla e dal numero, crede che l'aver acquistato un biglietto gli dia il permesso di offendere a proprio piacimento il prossimo. Sebastiano Rossi negli anni '90 rimandò al mittente, come portiere del Milan, un fumogeno lanciato dalla curva del Piacenza e sbagliò. Sbagliò perché quel fumogeno poteva far male a chi, pur presente nello stesso settore, poteva non avere nulla a che fare col gesto di pochi scalmanati (se non sddirittura di uno solo). Ma Mourinho non ha messo in pericolo l'incolumità di alcuno e, volendo, ha offeso solo chi aveva ragione di sentirsi destinatario del gesto per aver partecipato al bullismo verbale nei confronti dell'allenatore portoghese.

Devo confessare, inoltre, di essere un estimatore di José Mourinho dai tempi del Porto, da quando cioè, vincendo la prima Champion's, abbandonò il campo al fischio dell'arbitro affrettandosi negli spogliatoi. Mi sembrò in quel momento una persona spontanea che provava una profonda emozione e non voleva condividerla con altri.

D'accordo, il portoghese è un tipo irascibile e decisamente poco dotato di pazienza, ma se andiamo a guardare gli episodi di cui è stato protagonista, nella maggior parte dei casi è stato provocato.

E poi, diciamolo fuori dai denti, quando si legge che il Manchester avrebbe trovato per caso la vittoria e che la Juventus avrebbe meritato di vincere con 4 gol di scarto, si capisce che il mondo juventino avrebbe trovato qualsiasi scusa per attaccare José Mourinho. In qualche maniera si deve pur trovare una pecca in chi ti ha defraudato di qualcosa che ti spetta.  Qui, tuttavia, non è stato defraudato nessuno, perché, come diceva il compianto Franco Rossi, il calcio non ha nulla a che fare coi tuffi o la ginnastica artistica e quindi non si riceve un punteggio per la valutazione di una giuria.  No, nel calcio bisogna segnare più degli avversari e il Manchester United lo ha fatto in maniera non casuale. Mourihno, sapendo di allenare una squadra più debole, ha adottato la tattica dell'Uruguay contro il Brasile nel 1950. Ha difeso la sconfitta di misura, aspettando il momento che la concentrazione degli avversari calasse. Non accade sempre, ma José si è messo nelle condizioni di approfittarne quando è accaduto. La bravura di un allenatore sta anche in quello.

Temo piuttosto per il Milan, che incontrerà i bianconeri domenica. Temo, perché i bianconeri sono oggettivamente più forti dei rossoneri (ciò è indiscutibile), ma anche perché dopo ogni batosta internazionale, succede sempre qualcosa di favorevole alla Juventus. Sarà un caso, forse, oppure opera della sorte capricciosa che decide di ripagare la Juventus per gli eventi sfortunati che le capitano nelle coppe europee.

Vedremo... vedremo...