Quanto ancora, Elliott, abuserai della nostra pazienza?

Noi, tifosi dal sangue rossonero, che scorre impetuoso nelle vene profonde, abbiamo sofferto pene inimmaginabili per la squadra che amiamo. Noi, tifosi privati di quella dignità che non solo è nostra prerogativa, ma è sancita anche dalle norme morali del nostro tempo, ci sentiamo ormai soli in un mondo dominato dai soldi. Soldi che, tra l’altro, gestisci con grande maestria, Elliott.

Dimmi, ti pare giusto, nei confronti di questi, che amano con immenso amore la squadra che possiedi, il tuo comportamento? Parla e racconta la tua infida verità.

Ma no, non parli, e te ne stai in un angolo, solo e abbandonato, a sogghignare. Dimmi, ti pare giusto? Eppure non sento suono provenire dalle tue labbra, socchiuse in quel ghigno malefico che noi, tifosi dal cuore inerte, non riusciamo a levare dalle nostre teste, tormentate dalla tua inabilità.

Quanto ancora, Elliott, proseguirà questa tortura?

Noi, tifosi marchiati sin dalla nascita, etichettati come patetici sognatori d’un calcio che ormai non sussiste più, seguiamo con vicinanza le vicissitudini di questa squadra, che si trova all’interno di un sistema corrotto, tetro e oscuro come la luce che, da quella finestra, illumina me, e non te. O hai organizzato anche questo, Elliott? Dimmi, ti pare giusto che noi, bestie dominate dalle passioni, come romani nelle arene, dobbiamo assistere ogni singola settimana ad uno scempio?
Il disordine regna sovrano in casa tua, che è anche casa nostra. E continui ad ostentare una grande autorevolezza nei tuoi comportamenti, e questo ti rende onore: una società saggia e lungimirante è sempre una società forte che prende decisioni, anche se impopolari.
Ma dimmi, ti pare giusto lasciar andare come una foglia al vento una persona che ha dedicato l’intera sua gloriosa carriera ai colori rossoneri, e tenere un viscido essere capace solo (e anche questo è tutto da dimostrare) di incassare più soldi possibile? Ma ripeto, l’autorevolezza ti rende onore: l’impopolarità è un pregio in un mondo impregnato di sporca democrazia. Ma dimmi, ti pare giusto che una delle più grandi società della storia del calcio, sport popolare, debba ridursi a scuola per giovani ragazzi, le cui braccia e le cui gambe e la cui mente non sono nemmeno minimamente pronte al girone infernale che li aspetta nell’arena di Milano, San Siro?

Non lo dico in uno slancio di malizia consapevole, Elliott, ma l’autorevolezza, ripeto, ti rende onore. E nessuna società in Italia, al momento, può vantare tanti onori quanti ne vanti tu: l’aver acquistato vari asset di Paesi in piena crisi non può che renderti onore, tanto quanto l’onore di un falco predatore che con velocità di rapace si lancia sulla preda, un indifeso agnellino nell’immenso gregge delle nazioni. Eppure l’animale, per quanto onorevole esso sia, non arriva mai a difendere pubblicamente il denaro, affermando allo stesso tempo di credere nei valori dello sport, che rappresentano una delle società più gloriose della nostra epoca. Ma la verità, si sa, non è questione di uomini d’onore.

O meglio, la verità è questione di uomini d’onore fin quando non si para davanti il denaro, portatore onorevole di verità. Che poi queste verità siano vere, Elliott, non spetta a noi decretarlo, ma tu, che sei uomo d’onore, dici che lo sono. E noi, visto che siamo belve in preda alle passioni, ti crediamo.

Ordunque il denaro, portatore onorevole di verità, è superiore nel suo compito alla Nike, dea della vittoria venerata anche dai nostri avi? Ovviamente no, le divinità antiche sono fasulle, e dalle non verità non può scaturire la verità. Ma il denaro, che ripeto essere portatore onorevolissimo di verità, è realissimo, e per questo portatore di verità. Che verità essa sia, ce lo potrai dire tu, Elliott.

Dunque taci, sommerso dalla vergogna degli sguardi inviperiti dei tuoi fedeli? Il tacere, dicono, nasconde più di mille parole. Parole che, non essendo onorevoli quanto il denaro, nascondo menzogne, essendo invenzione umana. Ma se non sbaglio, onorevole Elliott, non è anche il denaro invenzione umana e quindi portatore di menzogne?

Fino a qualche tempo fa proprio tu, che sei da sempre dedito al guadagno dell’onorevole denaro, dicevi di voler riportare al Milan quei valori che erano andati perduti negli ultimi anni, seppelliti da quella mediocrità che tutto il calcio italiano ha dovuto patire. E hai promesso quei trofei, e quei giocatori, e quant’altro. Visto che tu possiedi il denaro, ti abbiamo creduto. La nostra anima si è tutta intera prostituita alla verità, ed essendo tale, non pensavamo di aver sbagliato.

E ora, invece, dopo burrascosi mesi di tempesta, dopo aver patito la sofferenza immane dell’esclusione dall’Europa League, casa nostra da sempre, e dopo aver etichettato i meschini Boban e Maldini come traditore dediti al guadagno, ci siamo ritrovati invischiati nelle trame oscure e infide di un onorevole portatore di verità, il denaro. E tu, Elliott, dato che ciò che possiedi è tale, sei uomo d’onore e di saggezza.

Ma non è forse il denaro ad averci portato a questo punto, cari senatori rossoneri? Non è forse colpa sua, coscritti, se ci siamo ridotti ad una tenue fiammella nell’incendio della Serie A? Ed ancora non è colpa sua se la fiaccola della Nike, iscritta dal fuoco primordiale sui nostri corpi, sembra essersi spenta?

Ma ripeto, il denaro è portatore onorevole di verità. E Elliott è uomo d’onore.

Le mie sciocche supposizioni, disonorevoli quanto il pensiero delle migliaia di milanisti qui presenti, non rispecchiano sicuramente la verità. Ma, dato che mi è garantita la libertà di parola, le esprimo, benché sia inutile, dato che Elliott è uomo d’onore. Ma in questo momento, amici, non dovremmo alimentare le fiamme del nostro cuore, svegliando così quelle dei giocatori. E i disonorevoli Maldini e Boban, che hanno dedicato l’intera loro vita ai colori rossoneri, non provano ciò che proviamo noi?

Non è forse vero che le emozioni, dato che sono invenzioni non umane, sono superiori al denaro, creazione umana e onorevole portatore di verità? Ma amici, sto solo supponendo un qualcosa di puramente ideale, che appartiene per l’appunto al mondo delle idee. Platone ne era ben consapevole, e pure io lo sono. Ma il denaro, essendo creazione umana, non porta solo menzogne? Lo so Elliott, ne sono perfettamente consapevole. Ma le mie sono solo supposizioni senza fondamento, ripeto.

Ma il mio dubbio permane e affligge la mia mente, addolorata, appesantita, intristita. Non voglio assolutamente portarvi dalla mia parte nella mia lunga, estenuante, polverosa battaglia contro Elliott, che è uomo d’onore. E io, benché sia disonorevole cuore rossonero, non voglio portarvi contro la verità. Ma se questa verità vi ha comprati, se il suo compagno Gazidis, altro uomo di grande onore, vi ha convinti con il denaro, sappiate che siete perfettamente razionali e onorevoli.

Perché amare la squadra che ha posto profonde radici nel proprio cuore è figlio del sentimento, e in quanto tale emozioni della belva, che per natura non può giungere alla verità, fruibile solo da una mente razionale. E io non vi voglio togliere il denaro, unico portatore di verità.

E gli esiliati Boban e Maldini, uomini disonorevoli che hanno dedicato tutta la loro vita al Milan, hanno dato ogni singolo avere, ogni singolo momento di tranquillità ad una causa che già in partenza era persa, come Leonida alle Termopili. E ti pare giusto, Elliott, che se questo fu gesto d’onore, fatto con la passione e senza il denaro, quello dei miei amici in esilio non sia altrettanto?

Ma tu, onorevole Elliott, nonostante tutto scorra e non ripassi, rimani uomo d’onore.


Il testo che avete appena letto è un riadattamento in chiave milanista delle celebri Catilinarie di Cicerone, scritte per attaccare il senatore Catilina che aveva ordito un attentato ai danni della repubblica, tanto amata da Cicerone.
Ovviamente non segue alla lettere l’opera latina e vi sono degli estratti da altre opere di altre epoche.

Vi ringrazio per la lettura e vi invito a commentare per suggerimenti, consigli e critiche!

 

Federicoz