L'Inter spreca contro l'Udinese, quart'ultima in classifica, un altro match-ball per blindare la qualificazione alla prossima Champions League, un traguardo assolutamente da non fallire per tornare nell’elite del calcio. I friulani sono stati un osso veramente duro, la squadra di Igor Tudor, in piena bagarre salvezza, è a caccia di punti fondamentali per restare in A.

Il primo tempo disputato contro la Juventus ha forse illuso chi credeva che l'Inter avrebbe avuto vita facile alla Dacia Arena, ma la gara di ieri sera è stata più complicata di quella con una squadra che aveva conquistato la settimana prima lo scudetto e quindi invevitabilmente con motivazioni minori, seppur si giocasse in un San Siro strapieno e contro gli acerrimi rivali nerazzurri. L'Inter vista contro i bianconeri di Torino è comunque una squadra viva, i giocatori remano tutti dalla stessa parte, Luciano Spalletti può sbagliare formazioni iniziale o qualche cambio in corsa, ma la sua professionalità è fuor di dubbio una certezza. Il tecnico di Certaldo, nonostante i noti problemi di spogliatoio dei mesi precedenti, i vociferati problemi con Icardi e gli insistenti rumors che a fine stagione lo danno per partente, è stato bravo a ricompattare la squadra per il bene comune. Anche se i problemi già visti in questa stagione, cioè scendere in campo senza la necessaria cattiveria e determinazione soprattutto contro le cosidette "piccole", restano.

Contro l’Udinese, Spalletti ha dovuto chi tra Mauro Icardi o Lautaro Martinez avrebbe giocato al centro dell’attacco, dato che oramai lo schieramento con due punte viene proposto solamente a partita in corso in base al risultato. Contro la Juve giocò a sorpresa Icardi, che disputò una partita sufficiente, con qualche buona occasione per sbloccarsi dato che non la butta dentro da azione da Roma-Inter dello scorso 2 dicembre. L’Icardi post bufera mediatica, non è più il giocatore in grado di fare la differenza, quello che dentro l’area di rigore avversaria non faceva sconti a nessuno, il bomber implacabile che segnava regolarmente oltre 20 gol a campionato. I 16 metri erano il suo habitat, era un animale da gol col giusto egoismo, che solo i bomer di razza possono permettersi, anche a dispetto di chi, come l'allenatore, gli chiedesse anche un maggior lavoro di squadra. L'Icardi 2.0 ha perso tutto ciò, non ha più quella grinta, quella garra che lo contradistingueva, anche nel vederlo in faccia sembra aver smarrito la sua vera anima. Adesso si fa scippare i rigori, applaude e sorride a tutti i compagni, invece di spronarli a dare di più, insomma senza la fascia di capitano sembra aver perso anche tutte quelle caratteristiche per cui era diventato uno dei centravanti più prolifici in Europa.

Questo nuovo Icardi non mi piace e non penso che si possa andare avanti così. Forse incosciamente, nonostante riceva lo stipendio regolarmante tutti i mesi, si sta lasciando andare sentendosi vittima di un supruso. Con ciò non sto dicendo, e non lo penso minimamente, che non stia giocando per il bene della squadra, anzi si impegna, cerca di dare una mano, ma Maurito ha perso quella voglia e quella presunzione calcistica che gli hanno permesso di segnare 123 gol in sei anni di Inter. Adesso invece del sano egoismo che l'ha portato in alto, invece di tirare passa la palla ad un compagno, i cori contro di lui si sentono sempre più forti, le critiche per le questioni extra-campo – come gli scatti hot mostrati sui social – sono sempre più aspre. Penso che a fine stagione l'unica strada percoribbile sia quella della separazione, per il bene di tutti. E bisognerà investire il denaro su un altro centravanti, poiché Martinez è sì un buon giocatore, ma non un giocatore in grado di sorreggere da solo il peso dell'attacco dell'Inter.

Comunque tornado alla squadra in generale, penso che si sia fatto un passo indietro rispetto la partita precedente con i campioni d'Italia. La squadra di Spalletti non sa più vincere, quattro pari nelle ultime cinque, mentre quelle dietro corrono. L'Atalanta oggi è ditro ad un punto, mentre tra poco giocherà la Roma e se dovesse vincere anch'essa la distanza di sicurezza per la zona Champions sarebbe veramente esigua. Inoltre va considerata per i nerazzurri di Milano la trasferta al San Paolo di Napoli tra due giornate. Se fino ad un mese fa rimanere nei primi quattro era una cosa scontata, non so se sarà così dopo questa giornata di campionato.

Detto di Icardi, la squadra ha anche altri problemi. Brozovic, ha disputato un ottimo primo tempo, mentre è calato vistosamente nella ripresa. Ha rischiato più di una volta di innescarte la quattro per cento friulana con un suo passaggio errato. Il centrocampista croato è sembrato svogliato e pigro, non una prova alla sua altezza. Anche il suo connazionale Perisic non ha giocato una buona partita. È vero che aiuta molto la squadra in fase difensiva, ma il giocatore di fascia che si era guadagnato il soprannome di "Ivan il Terribile" da troppo tempo non si vede più. Non si ci ricorda più un suo dribling o una sua incursione in area avversaria. Alla squadra mancano maledettamente le ali che creino superiorità affinché il possesso pallo rimanga fine a se stesso.

Eppure nonostante i noti problemi tra febbraio e marzo e dopo il consueto letargo invernale l'Inter avrebbe potuto centrare la Champions League con diverse settimane d’anticipo. Il problema principale è quello dei gol. Detto di Maurito, anche Lautaro, che aveva ben figurato in mancanza dell'ex capitano, dopo l'infortunio sta faticando a ritrovare la forma. Per non parlare degli uomini che entrano freschi dalla panchina. Ieri Candreva e Keita entrati a gara in corso non hanno apportato nulla alla squadra. L'italiano si limita a fare cross sballati, mentre il senegalese manca sempre i tempi per la giocata.

Da qui alla fine del campionato mancano 3 partite e all'Inter servono 7 punti per avere la certezza matematica di andare in Champions League. Dando per scontato le vittore in casa contro il Chievo – che è retrocesso in serie B – e l'Empoli, che all'ultima potrebbe essere anch'esso retrocesso, servirà almeno strappare un punto in casa del Napoli. Un compito non trascendentale consideranto i problemi della squadra di Ancellotti che visto sfumare tutti i traguardi ha ben poche motivazioni per questo finale. Ma al di dà di tutte le riflessioni e le tabelle di marcia, che lasciano il tempo che trovano, serve che l'Inter ritrovi quel qualcosa in più, quel guizzo, quella velocità, quella giocata che ti fa vincere le partite. Il traguardo è a pochi metri e non si può, anzi non si deve, fallire l'obiettivo della Champions.