Anche per questa stagione il cammino della Juventus può essere definito eccellente: Supercoppa in bacheca, campionato che si può solo PERDERE, ancora in lizza nella Champion.
Si è dovuto, è vero, annoverare l'eliminazione dalla Coppa Italia, ma non si può vincere sempre.

Mai come di questi giorni imperversano i discorsi sul futuro di Allegri: resterà? Accetterà un contratto altrove? Si riposerà per un anno sabbatico?
Molti appassionati vincolano il futuro del tecnico al risultato di Coppa.
Non mi sembra corretto.
A prescindere, egli alla Juventus ha comunque vinto moltissimo e la RI-conquista stessa del tetto di Europa non può né deve rappresentare una ossessione per la società. 
Se Allegri vincerà a Madrid, potrà, come Mourinho dopo il triplete, andarsene in trionfo (ma non sarà obbligato a farlo).
Se non vincerà la Coppa, non diverrà per questo un miserabile fallito.

La questione, resta e resterà IL DOMANI, a prescindere.
I giocatori, gli allenatori, i Dirigenti, gli Stadi stessi, passano. LA SOCIETÀ, rimane. Per la Juventus è così da centoventidue anni.
Il Calcio è molto cambiato. Sono cambiati i protagonisti: solo indigeni, in origine; poi, supportati da qualche straniero, comunque contingentato; poi, la manfrina degli oriundi; oggi, la liberalizzazione subtotale: ci sono squadre che sono scese in campo SENZA UN SOLO ITALIANO.
Nel calcio è cambiata la tecnica in campo: in origine si giocava solo per fare più gol dell'avversario. Oggi gli schemi la fanno da padrone.
4-4-2; 4-2-4; 4-3-1-2; 4-3-3...
A molti giocatori servirebbe il GPS per capire la posizione in campo,  piuttosto che i piedi buoni per calciare la palla.
Nel calcio è cambiata l'organizzazione globale: le società non sono più club,  se pure professionistici, ma vere Aziende ed i CDA forniscono gli autentici imprimatur per ciò che si deve fare.
Elementi di raffinatezza amministrativa, contabile e gestionale una volta del tutto sconosciuti rappresentano spesso autentici cardini decisionali.
Tempus fugit. 
L'ottavo scudetto e la supercoppa di oggi, l'eventuale Champions nella stagione, sono il risultato dell'impegno di ieri, ma DOMANI sarà un altro giorno e PROGRAMMZIONE deve essere la parola d'ordine.

Io mi auguro quindi (non da filoallegriano, che non sono), ma da juventino che la società possa avere con il coach un discorso chiaro, costruttivo, dettagliato e franco.
Il discorso andrà oltre il conteggio delle vittorie e delle sconfitte; andrà oltre la conferma di Mandzucic o di Khedira; andrà oltre la posizione in campo di Dybala o la scelta di De Sciglio, di Spinazzola o di Kean come titolari.

Presa coscienza dei desiderata della società, starà al tecnico (personalmente gli attribuisco alcuni difetti, come noi tutti, ma NON QUELLO DELLA DISONESTÀ) egli potrà verificare la sua capacità e la sua disponibilità a rispondere con coscienza a ciò che gli si chiede.
Da questo fondamentale confronto scaturirà la risposta.