Erano anni diversi, si respirava un calcio diverso. Per chi non è più un ragazzino come me non può non ricordare gli anni in cui il calcio si viveva dalla "radiolina".
Erano anni dove non esisteva internet, i social, lo streaming, la pay per view, non esistevano applicazioni che ti informavano in tempo reale del risultato, o i leoni da tastiera che anche durante le partite riempivano i blog con insulti e polemiche inutili e insensate.
Non ho intenzione di fare un discorso del tipo "una volta si stava meglio", ma in certi casi, era proprio così.
L'immagine più diffusa da vedere alla domenica era quella di un uomo, o un ragazzo, che camminava per mano o abbracciato alla propria donna con la radiolina appoggiata all'orecchio.
Sempre di domenica pomeriggio, perché in quei tempi tutti giocavano di domenica pomeriggio, non esistevano gli anticipi e posticipi, non c'era il calcio spezzatino. Esisteva "Tutto il calcio minuto per minuto" trasmissione radiofonica mitica, con una sigla inconfondibile che non è cambiata nei tempi. Voci storiche.
Sandro Ciotti inconfondibile, che sbotto' con un "era ora per Dio" al gol di Baggio a USA 94 contro la Nigeria, Enrico Ameri con il suo "clamoroso al Cimbali" quando il Catania batte' l'inter. Poi l'appuntamento era alle ore 18:00 con "90esimo minuto" programma condotto da Paolo Valenti in studio dove si potevano vedere i gol della domenica calcistica. Il programma era fatto da radiocronisti esperti e professionisti, gente seria che faceva il proprio lavoro in maniera ineccepibile.
Sapevano raccontare il calcio in maniera rispettosa, umile, vera, senza mai scadere in trash, in faziosi commenti, nonostante tutti avessero una squadra del cuore. Sapevano con ironia smorzare un fatto negativo, con un sorriso far capire comunque come erano andate le cose, senza dover forzare la mano o alzare i toni, non come ora che sembra una corrida ogni trasmissione televisiva sportiva. Ognuno di loro era entrato nei nostri cuori a suo modo, facevano quel lavoro da anni, e tutti li conoscevamo bene ei ammiravamo indipendente a quale squadra il loro cuore appartenesse.
C'era il mitico Tonino Carino da Ascoli, simpatico giornalista marchigiano che seguiva le partite dell'Ascoli negli anni buoni. Luigi Necco da Napoli, omaccione che seguiva le partite del Napoli sempre sorridente e sempre in mezzo ai tifosi. Famosa la sua battuta "Milano chiama, Napoli risponde" negli anni dei duelli Napoli-Milan. Giorgio Bubba, ligure inviato per le partite di Genoa e Sampdoria, piccolino paffutello molto simpatico. Cesare Castellotti, il baffone da Torino. Ferruccio Gard, magrissimo giornalista del Verona, che segui'lanno dello scudetto. Ennio Vitanza per Inter e Milan sempre impeccabile. Anche Gianni Vasino seguiva Milan e Inter.
Poi altri grandi telecronisti che hanno fatto la storia, come Nando Martellini, che fece la telecronaca dell'indimenticabile Italia-Germania 4 a 3, poi della finale dei mondiali in Spagna 82, poi passo' il testimone a Bruno Pizzul, altra voce storica ed indimenticabile con quelle sue pronuncie particolari. Il simpaticissimo Everardo Della Noce.

Insomma, gente che sapeva fare il suo lavoro, riuscivano a trasportati in una dimensione magica, ti facevano sentire come se fossi a bordo campo. Che bello era avere il calcio raccontato così da queste persone. Tutti indimenticabili.