Come primo articolo mi sembrava doveroso e sensato cominciare parlando del mio amato Milan.
Premetto che ho trentaquattro anni e fin da bambino seguo il calcio e i colori rosso neri e dunque ho avuto la fortuna di poter vivere il periodo d’oro di questa gloriosa società, che per quasi trent’anni ha trascorso i suoi giorni ai vertici del mondo calcistico.
Certo, ci sono stati piccoli alti e bassi, fisiologici in un lungo percorso sportivo, che ha portato i tifosi rosso neri ad assistere e godere di vittorie memorabili che solo pochi altri club possono vantare.

Detto questo giungiamo inesorabilmente ai giorni nostri, nei quali la società non appartiene più al brillante e visionario imprenditore italiano con la passione del “Bel Giuoco” che ci ha permesso di vivere un vero e proprio sogno calcistico, ma è passato nelle mani di un misterioso uomo venuto da molto lontano, di cui ancora oggi non sappiamo molto. Ciò che ci è dato sapere però è che si è sobbarcato i pesanti debiti lasciati dalla gestione precedente e ha accettato di investire nel complesso una cifra mostruosa, vicina al miliardo di euro.
L’alone di mistero che circonda il presidente Yonghong Li fomenta di certo illazioni da parte dei detrattori del Milan e fa nascere dubbi persino ad un tifoso fedele e affezionato come il sottoscritto, ma ad oggi questo perfetto sconosciuto venuto dal lontano oriente, ha dimostrato una ferrea volontà e fino a prova contraria è riuscito sempre a rispettare le scadenze del finanziamento concessogli dal fondo Elliott. Il che ci deve far riflettere e forse portare alla conclusione che probabilmente non sia proprio uno sprovveduto.
Ma in fondo non ha molta importanza, perché dalle parti di Nyon sembrano aver già deciso che si tratti di un soggetto poco affidabile e di conseguenza il Milan risulta inaffidabile agli occhi della UEFA, nonostante una gestione limpida e trasparente da parte di una dirigenza esperta e rispettabile, guidata da un professionista stimabile del calibro di Marco Fassone.

Va da sé che è quasi certo che tra circa due settimane la società di Via Aldo Rossi verrà estromessa dalle coppe europee, provocando sgradevoli conseguenze. Niente di drammatico intendiamoci, ma di certo si tratterebbe di un ulteriore ostacolo alla crescita di un club che sta già affrontando le prevedibili difficoltà di una società in ricostruzione, che però chiamandosi Milan ha anche la pressante esigenza di tornare in fretta a calcare palcoscenici prestigiosi.

Tutto questo sembra quasi un paradossale accanimento contro il Milan, in quanto società con bilanci e situazioni economiche ben peggiori, abbiano in passato ottenuto trattamenti di maggior riguardo da parte della UEFA. Ma effettivamente se questo dovesse accadere e il Milan non fosse ammesso alla prossima Europa League, non ci sarebbe nulla da dire, d'altronde non si può entrare in contenzioso contro chi le regole le ha scritte. Terminerò dunque il mio pensiero, affermando che per quanto potrà essere dannosa l’esclusione dall’Europa, il Milan dovrà gioco forza ripartire dallo spirito del suo allenatore e da ciò che di buono si è visto nella seconda metà della stagione, quando Gattuso ha preso posto in quel di Milanello.

Ricominciando da uno zoccolo duro e da due o tre innesti di qualità nel posto giusto, magari nella prossima stagione con una sola competizione da affrontare, potrebbe essere tutto un po’ più semplice (vedi i cugini nero azzurri quest’anno) e sperando che tra un anno da oggi la società rosso nera abbia acquisito le giuste credenziali di fronte alla UEFA, si possa tornare a sognare magiche notti europee.

André Quatraro