L'estate calda e afosa sta chiedendo strada e il calciomercato sta occupando i pensieri, i sogni di tutti i tifosi di calcio in Italia e in Europa. E a dare un po' di sapore a quello che si pensava fosse una sessione di mercato in tono minore ci pensa il caso Gianluigi Donnarumma, sapientemente sotto la regia del suo procuratore, quel tale Mino Raiola, che muove le fila di tanti suoi assistiti e di cui decide il presente e il futuro in questa o quella squadra senza riguardo per quei presidenti che magari hanno sudato le proverbiali sette camicie per superare la  concorrenza.
Neanche i contratti rappresentano per lui un problema, trovando sempre un compromesso tra le parti che consenta la fuga del giocatore verso nuove montagne di denaro sempre più alte. E tutto questo alzando ogni volta un gran polverone mediatico, dove esce fuori il peggio di questo mondo tra promesse presunte e non mantenute e giornali che per due copie vendute in più sono disposti a inventarsi qualsiasi scandalo. Non sappiamo come finirà la telenovela, e non sono queste le pagine imputate a discuterne; soltanto non possiamo non sottolineare da tifosi l'indignazione, la rabbia di chi calpesta i sentimenti, di chi spende tanto della sua vita per i colori di una squadra e pretende almeno il rispetto.

Abbiamo ancora tutti fissate negli occhi le immagini dell'addio di Francesco Totti dal calcio giocato, una giornata piena di emozioni incredibili, che ha coinvolto uno stadio pieno all'inverosimile con tutti quegli addetti ai lavori presenti sul rettangolo di gioco; quelle immagini hanno fatto il giro del mondo raccogliendo applausi e grida di giubilo dalle tifoserie più disparate dimostrando che la gente crede ancora nei calciatori-bandiera.
Qualcuno con troppa fretta si sta apprestando a dare per finite le bandiere... forse sarebbe meglio aspettare a emettere sentenze definitive! Il Capitano lascia la fascia e il timone della squadra a colui che da molto tempo ha ricoperto l'incarico di vice-capitano e ora Daniele De Rossi sa di dover essere quella guida per i suoi compagni e il massimo rappresentante di quella romanità di cui finora Totti è stato il ''custode'' sul campo nell'Italia e nel Mondo.
E' un compito difficile, ma non lo spaventa perché quando hai la consapevolezza di avere dalla tua tutto un popolo, come quel condottiero che si prepara alla battaglia che sa già dall'esito vittorioso, tutto diventa più facile. Ha le stimmate del condottiero, forse anche più di chi l'ha preceduto nella storia giallorossa e il suo destino forse lo porterà un giorno a seguire le orme paterne su una panchina. Immancabilmente di casa.

Ma il capitolo non è destinato a finire o interrompersi col ragazzo di Ostia, ma al contrario proseguirà con un'altro figlio di Roma: un tale Alessandro Florenzi romano di Vitinia (quartiere a sud di Roma), che è nato anche lui con la Roma nell'anima, cresciuto coi miti di Giuseppe Giannini e Rudy Voeller e ora pedina importante della prima squadra a cui i vari allenatori che si sono avvicendati non hanno voluto mai rinunciare.
Anche se ancora non è stato investito del compito di essere messaggero futuro di romanità, già dimostra di esserne consapevole, di essere orgoglioso di rappresentare un popolo e una città e i suoi colori nel mondo e si sta preparando ad essere il discendente di questo stile di vita. Ed altri ne nasceranno... riprova ne è il fatto che di quei ragazzi delle giovanili, che per crescere sono destinati a lasciare il club dove hanno tirato i primi calci ad un pallone, la maggior parte fanno il possibile per farne ritorno e quando ciò avviene è per loro un ritorno a casa.

Per molti che non vivono questa realtà tutto ciò è molto strano, incomprensibile ed anche difficile a volte da spiegare come in quest'angolo di mondo nascono ancora le bandiere.