Vuoi vedere che forse basta attaccare la spina ogni tanto per rivedere la vera Juve? Se dopo l’impresa del Camp Nou la sensazione era questa, ieri sera è arrivata la conferma: quando la Juve gioca con la testa alla partita e senza concedere cali di tensione arrivano grandi prestazioni. Dimentichiamoci di quella Juve spesso deludente e poco vincente della prima parte di stagione. La vera Juve è questa e deve continuare ad esserla, indipendentemente dall’avversario. Se si vuole continuare vincere bisogna tornare nell’ottica che le partite facili non esistono e che l’atteggiamento deve essere questo e a tal proposito, la partita di domenica sarà importante per dare continuità, di risultati e di atteggiamento.

Ma veniamo a ieri sera, perché Milan-Juventus è stata una grandissima partita che da troppi anni non profumava di scudetto e ma che quest’anno nemmeno il covid è riuscito a rovinare. Nonostante l’assenza di pubblico e di diversi protagonisti l’atmosfera è stata quella delle grandi partite.
Una di quelle grandi partite che, storicamente, la Juve non sbaglia e che, mai come ieri sera, non poteva sbagliare per non lasciare scappare il Milan a +13.
Un Milan che veniva dalla bellezza di ventisette partite di campionato senza perdere e che era, e probabilmente lo è ancora, la squadra che sta meglio dal punto di vista psicologico. Il diavolo è senz’altro una squadra motivata, in fiducia, leggera mentalmente e con un grandissimo gruppo.

Per la Juve l’impegno non era facile, ma è stato affrontato nel miglior modo possibile. Non è stata una prestazione ai limiti della perfezione come quella vista al Camp Nou, poiché, soprattutto per merito di una prova di alto livello del Milan, la Juve ha avuto diverse sbavature, eppure è sempre stata capace di non farle pesare e rimanere sul pezzo, a tratti anche soffrendo, però non in maniera passiva, ma sempre volta a rifiatare per poi ripartire al momento giusto.

LA NOTTE DI CHIESA
I bianconeri l’hanno vinta soprattutto grazie a lui, che non ha fatto sentire l’assenza di Morata e la prestazione sottotono prendendosi con personalità la squadra per mano e portandola alla vittoria regalandole tre punti che valgono oro. Merito sicuramente suo e di tutto il lavoro che sta facendo da quando è arrivato a Torino, ma per stasera bisogna anche dare atto a Pirlo di aver preparato benissimo la partita e in particolare il duello Chiesa-Hernandez sulla corsia. L’allenatore juventino ha deciso di provare a fermare Theo Hernandez, l’uomo più pericoloso tra le fila avversarie, facendolo attaccare il più possibile da Chiesa, invitando il suo numero 22 a puntare il più possibile il francese e soprattutto la porta di Donnarumma. Anche questo è un fattore da attribuire a Pirlo. Questi movimenti tagliando dentro il campo, sia palla al piede che non, li aveva mostrati raramente l’ex Fiorentina prima d’ora, ma dalle ultime settimane li sta proponendo sempre più spesso. Basti pensare al suo gol all’Atalanta, a quello all’Udinese e alle diverse progressioni proprio dell’ultima partita. È chiaro che si stia lavorando molto su questa possibile evoluzione del suo stile di gioco, l’idea sembra essere vincente e lo rende un giocatore potenzialmente devastante, che non si limita al gioco di ala pura sulle corsie laterali, ma che indirizza i suoi strappi direttamente verso la porta creando non pochi problemi alla retroguardia avversaria.

RIECCO DYBALA, CONFERMA MCKENNIE
Non bisogna però esaltare eccessivamente Chiesa, perché la propria firma su questa vittoria l’ha lasciata alla sua maniera anche Paulo Dybala. La Joya si è fatta vedere sui suoi livelli ed è agli occhi di tutti come possa tranquillamente essere importantissimo per la sua squadra, aldilà di sue caratteristiche non esattamente da centravanti e che a detta di molti non si sposano bene col gioco di Pirlo, ma che nella realtà dei fatti possono essere tranquillamente colmate dalle doti tecniche del 10.

È stato delizioso il suo assist di tacco per il primo gol di Chiesa, come si conferma una deliziosa rivelazione Weston McKennie, che ieri ha messo il suo terzo timbro in questa stagione, come sempre pesantissimo, essendo stato il gol che ha chiuso la partita. Un giocatore che si è fatto trovare pronto quando la Juve ha chiamato e che si fa sempre trovare pronto quando Pirlo lo fa scendere in campo, che sia dal primo minuto o a partita in corso come in questo caso.

Bene anche Frabotta, che ha fatto la sua migliore partita da quando veste questa maglia, nonostante il compito difficile di sostituire Alex Sandro, riuscito bene, aldilà di qualche distrazione che però può essere anche concessa a un classe 1999 al primo big match in carriera.

Note positive anche Danilo, Bonucci, De Ligt e Szczesny su cui però c’è poco da dire, perché possono avere anche un’uscita a vuoto ogni tanto, ma sono fra le certezze di questa squadra che con loro dietro può stare tranquilla.

Da registrare il buon ingresso in campo di Kulusevski, che ha messo a referto un assist e purtroppo le prestazioni deludenti di Rabiot, Ramsey, come già detto CR7 e soprattutto Bentancur. Per il portoghese non c’è da preoccuparsi, dato che sta facendo una stagione incredibile e che comunque è stato in partita pur senza, per una volta, incidere. La prova di Ramsey va definita opaca, ma forse la prima in quest’annata, e lo stesso vale per Rabiot. Il caso Bentancur è un po’ più complicato. Il giocatore sembrava in ripresa nell’ultimo mese, ma questa prova lo ha visto rimediare un’insufficienza piena che poteva essere addirittura più grave, essendo andato vicino all’espulsione e anche a regalare gol al Milan diverse volte. Pirlo dovrà capire cosa non va nel ragazzo, ma non mi soffermerei più di troppo, perché all’indomani di Milan-Juve va celebrata la vittoria dei bianconeri, che riaprono un campionato di fatto mai chiuso, e la grande serata di calcio che ci lascia un verdetto importante: Juve a -7 dalla testa ma con una partita in meno, che recupera punti su Milan, Inter e Napoli, oltre ad aver ritrovato la vera sé stessa.

Un verdetto che rende felici tutti i tifosi juventini, ma anche tutti gli appassionati di calcio che si godranno una Serie A ancora più aperta e più bella che mai.