Confesso di aver perso del tutto la mia bussola bianconera.
Ho scritto stanotte della maglia stile Contrada della Lupa con cui la Juventus è scesa in campo all'Olimpico. Ma purtroppo questi sono i tempi in cui viviamo: si deve cercare di trasformare tutto in denaro e si prova a raccattare risorse ovunque capiti. Arriverà un momento in cui verranno esposte le reliquie di Omar Sivori e Giovanni Agnelli allo Juventus Stadium, con l'obbligo, per il tifoso che vuole abbonarsi, di visitarle una volta nella vita.

Anche ieri ci sono state due dichiarazioni di Massimiliano Allegri che mi hanno fatto riflettere sui valori che hanno sempre contraddistinto la Juventus.
La prima è che lui sapeva da ottobre dove questa squadra poteva essere migliorata. Da ottobre. Come da ottobre? Immaginate un direttore generale di una banca, che alla vigilia della chiusura dell'anno finanziario, dica: quest'anno è andata peggio, ma io lo sapevo da sei mesi. Temo che la proprietà, e come nel caso della Juve, i piccoli azionisti, gli chiederebbero ragione della sua incapacità di invertire la rotta e del minore valore del loro investimento, soprattutto dopo l'acquisto di Cristiano Ronaldo e l'aumento di valore record del titolo. E anche se fossi Ronaldo, ovvero una multinazionale dell'immagine oltre che uno straordinario calciatore, andrei a chiedere ragione della peggiore performance realizzativa degli ultimi dieci anni, e forse più. In questo senso Allegri è riuscito a suscitare perfino il fastidio di due juventini doc: il dirigente Nedved, di norma estremamente abbottonato in pieno stile sabaudo, e il tifoso eccellente Mughini, che strabuzzava occhi e anelli nel salotto televisivo.
Se l'uno infatti si chiede come possa essere migliorata una rosa ritenuta da tutti, fino a marzo, molto competitiva (anche se oggi c'è la fila per scendere dal carro), l'altro si chiede come mai, se la squadra necessiti di questi interventi, una riserva qualunque della Juve guadagni tre milioni di euro all'anno. Ricordiamo infatti che la malandata Juventus ottobrina, che il grande Max ha portato al roboante trionfo in Italia, costa 220 milioni di euro all'anno, ovvero almeno il doppio di Inter, Roma e Napoli. Otto volte il monte ingaggi dell'Atalanta, circa il doppio della Juventus dei record di Conte, che fece più punti di questa Juve.
Insomma: se in questi cinque anni la Juve ha raddoppiato i cavalli del suo motore, le altre li hanno lasciati invariati.
Quindi, caro Max, il risultato è il minimo atteso e doveroso: scudetti si vincevano prima di te, sono solo raddoppiati i costi.

La seconda dichiarazione è quella che sta facendo imbestialire tutto il calcio antijuventino: ovvero che questa squadra non ha nulla da chiedere al campionato e quindi sono normali errori e risultati mediocri. Eh no, caro mio. Questa è la tua idea di Juve, non la Juve. Perché la Juve di Conte venne a Roma con molti più punti dei tuoi e vinse 1-0 lottando fino all'ultimo e Conte quasi mangiò Buffon che osò parlare di premi.

Si chiede Tony Damascelli, altro esperto di cose bianconere: forse dopo quattro giorni di riposo consecutivi, credono i giocatori e l'allenatore di essere in vacanza? E perché dunque percepiscono il lauto stipendio, nonostante le ferie arrivino d'estate.

Non va. Perché per noi juventini le partite, soprattutto certe partite, sono sacre. E perché si vince non mollando mai, per i dettagli. Sarebbe un gravissimo errore, imperdonabile, continuare insieme e speriamo sia tutto già deciso.
Addio Max, senza rancori.