Quelli che... ognuno ha diritto di fare quello che vuole, ha diritto di cambiare squadra, ha diritto di guadagnare di più; certo, perfettamente in linea con quello che siamo diventati, con quello che abbiamo insegnato ai nostri figli. Solo diritti, solo una vita da bere, niente doveri, niente impegni morali, niente riconoscenza, niente correttezza e chiarezza nelle proprie azioni.

Quelli che... eh, però, la società, che tirchi, dovevano accontentarlo: certo, basta ignorare o fingere di ignorare che facendo tali offerte non si farebbe altro che alimentare e aumentare l'avidità di chi ormai i milioni li conta a centinaia, e che andando a zero si guadagna comunque di più di stipendio e soprattutto di provvigioni per l'agente (chissà che non facciano a metà!).

Quelli che... eh, però, la società è debole, doveva trattare prima e metterlo sul mercato: certo, basta ignorare o fingere di ignorare che hanno anche diritto di rifiutare il trasferimento; e allora cosa si fa, lo si tiene in tribuna per uno o due anni pagandolo profumatamente (si, come quello che si è tagliato i gioielli di famiglia per far dispetto alla moglie). 

Quelli che... orrore i fischi contro un povero ragazzo, contro il capitano della nostra amata nazionale: certo, e mentre scrivono questo, con l'altra mano stanno già demolendo sui giornali o nella rete un altro povero ragazzo usando termini degradanti dal punto di vista umano quanto ridicoli da quello tecnico e linguistico, e stanno anche già preparando il prossimo articolo o post contro l'odiata pausa per far giocare queste inutili nazionali che fanno solo danni.

Quelli che... chiedete a qualsiasi padre, Milan o PSG? Ma qui mi basta citare il direttore Ravezzani: "Caro Mino, qualsiasi padre (a meno che sia un pessimo padre) ti insegna che prima del denaro esistono valori come la correttezza, la riconoscenza, l'amore e il rispetto verso chi ti ha aiutato a crescere". Non so se Ravezzani sia un padre, ma se lo è, suo figlio è un ragazzo fortunato.

Marco Rao-Torres