Non si sono ancora giocate cinque giornate di campionato, ma quelli che fanno i pronostici, esibendo certezze più adatte al Mago di Oz che ai rettangoli di gioco, sono già riusciti a cambiare più opinioni che vestiti. Se Roma e Napoli passano da vincere lo scudetto a rischiare l'eliminazione dal piazzamento Champions, è sempre la "Vecchia Signora", la più volte scudettata Juventus, a dividere gli opinionisti più accreditati.

L'ultima giornata, con il derby di Milano, la sfida fra Lazio e Napoli, mentre Juventus e Roma erano impegnate nelle insidiose trasferte di Firenze e Udine, ha dato segnali apparentemente chiari su quali formazioni potranno contendersi il titolo di Campioni d'Italia, ma sono solo indicazioni momentanee, poichè il campionato è lungo e pieno di insidie e ciò che oggi appare indiscutibile può trovare talmente tante variabili da azzerarsi totalmente.
Il mercato estivo è servito a molte squadre sia per rafforzarsi, sia per sistemare situazioni di bilanci e monte ingaggi che avevano oltrepassato i limiti del consentito. Se la Juventus vendendo De Light e liberandosi di giocatori, tanto costosi quanto inutili, si presenta come sicura protagonista di questo campionato, non possiamo dire che il Napoli, a fronte di cessioni fin troppo dolorose, ma altamente remunerative, possa ritenersi competitivo al pari della scorsa stagione. Così se la Roma, grazie agli arrivi di campioni affermati, dove spiccano i nomi di Vinaldum e Dybala, chiude questa sessione estiva da "regina del mercato", accreditarla fra le pretendenti allo Scudetto è alquanto azzardato, avventurandosi in un pronostico che appare improbabile. Il discorso riguardante le milanesi è più complesso e totalmente diverso. 

Iniziamo con i nerazzurri. Pur nella consapevolezza di problemi economici da dover risolvere il prima possibile, Marotta aveva preparato una campagna di rafforzamento abbinando l'utile al dilettevole, la vendita di Skriniar, gioiello di famiglia, con l'arrivo di Dybala e Bremer, oltre a liberarsi di quegli ingaggi troppo onerosi, come Vidal e Sanchez. La "rovina" interista è stato ciò che, solo apparentemente, era stato battezzato come l'affare dell'anno, il ritorno di Lukaku a costi irrisori. L'arrivo del belga ha innescato talmente tante problematiche da rilevarsi il più classico dei boomerang. La difficoltà di Mister Inzaghi di collocarlo tecnicamente, volendo sviluppare un gioco totalmente diverso da quello di Mister Conte, la partenza di Perisic e il mancato arrivo di Dybala prima e di Bremer poi, hanno mutato totalmente quel mercato che Marotta aveva definito fin da maggio, con l'aggravante di avere perso certezze nello spogliatoio e non aver sistemato, come si augurava, il bilancio. Alla quinta giornata di campionato, l'Inter ha già perso due partite, cosa non gravissima essendoci tutto il tempo per recuperare, ma se incomincia a sgretolarsi quel "muro" sul quale Conte aveva basato tutte le sue certezze, portando brevemente l'Inter, non solo al vertice del nostro campionato, ma in grado di aprire un ciclo, allora le cose si complicheranno notevolmente perchè i problemi extra campo spingeranno, obbligatoriamente, a spaccare lo spogliatoio.
Sull'altra sponda del Naviglio è altrettanto evidente che non si è voluto, o potuto, aumentare il vantaggio sulle rivali. Lo splendido derby appena vinto sancisce, senza possibilità di smentite, che con tre rinforzi, "costosi e qualitativi", il Milan avrebbe avuto maggiori certezze per ambire a quella vittoria finale che lo vedrà ugualmente protagonista. Pronosticare quindi una lotta a tre, Juventus, Milan e Inter, come da copione della storia del calcio italica, è fin troppo facile, lasciando alla sottovalutata Lazio, dell'ottimo Sarri, alla Roma di un Mou ben distante dagli anni interisti, al Napoli di Mister Spalletti più a suo agio in conferenze stampa polemiche che a bordo campo, o all' Atalanta dove Mister Gasparini ha la consapevolezza di avviarsi alla conclusione di un ciclo che è stato entusiasmante, solo i piazzamenti di contorno, ugualmente importanti. 

Sulla carta è la squadra allenata da Mister Allegri la squadra più forte e da battere. Di Maria, Paredes, Bremer, Podba e molti altri, sono campioni che possono risolvere ogni partita. Certamente serve una Juventus diversa da quella vista giocare a Firenze. Che i due anni di stop abbiano nociuto all'allenatore livornese è fin troppo evidente. Lo scorso anno ci ha messo mezzo campionato per capire che aveva cinque cambi a disposizione e il dato preoccupante non è solo relativo a non veder quale gioco la sua squadra voglia sviluppare, ma le incertezze del tecnico sulla scelta degli interpreti, osannati prima e messi alla porta il giorno dopo.
Il "piano" di Allegri punta ad arrivare a gennaio senza accumulare troppo distacco e poi, con il recupero di forze e infortunati, vincere il Campionato. Sarà sufficiente affidarsi ai campioni a disposizione o servirà anche dare un gioco alla squadra?
Lo scopriremo solo vivendo. Una cosa è certa, la lunga sosta per i mondiali sarà utilissima anche al Milan per inserire i suoi giovani, che hanno solo bisogno di tempo e affiatamento.
Il gioco del calcio non si basa sul giocare bene o male, ma su fare un gol in più degli avversari. Sicuramente avere un'idea di gioco e saperla mettere in pratica, aiuta a vincere le partite, specialmente quelle più complicate, ma se hai giocatori che attraverso la giocata singola portano alla vittoria, tutto diventa più semplice.
Riuscirà Allegri a non far vincere lo scudetto alla Juventus? Ad oggi sembrerebbe di sì, ma solo gli infortuni potrebbero realmente impedire di riuscirci. Oltretutto la Juventus è talmente ricca e potente che potrebbe anche rinforzarsi ulteriormente dal mercato invernale.

Tutto questo discorso per evidenziare che la Juventus è indubbiamente la favorita, anche se con un allenatore ben lontano dall'essere al top. Che l'Inter è forte, potrebbe competere, ma facilmente incapperà in quelle stagioni storte, che ciclicamente colpiscono le squadre che tengono la polvere sotto il tappeto e infine che il Milan cercherà ancora di stupirci e magari ci riuscirà, ma specialmente ci sono ancora 33 giornate per cambiare opinione.