"Benvenuti al Diego Armando Maradona di Fuorigrotta". Queste le parole usate da radiocronisti e telecronisti giovedì scorso, in occasione di Napoli - Real Sociedad. Quella è stata la prima partita giocata nel fu San Paolo dopo la nuova intitolazione a Dieguito. "Simm passati da nu santo direttamente a Dios": girava questa battuta tra le labbra dei tifosi napoletani.

L'esordio in campionato dopo la nuova denominazione avverrà oggi, alle ore 15. Napoli e Sampdoria si affronteranno in un match che, comunque vada, sarà storico per la Serie A. E siccome il napoletano Giambattista Vico, evidentemente supporter partenopeo ante litteram, con la sua teoria dei "Corsi e Ricorsi Storici", aveva già compreso come il Divenire sarebbe diventato Essere, non poteva che essere la Sampdoria ad incignare (termine in lingua napoletana traducibile con "inaugurare") lo Stadio Maradona.

Il primo goal segnato da Maradona in Serie A? Fu realizzato il 23 settembre del 1984, al 16esimo minuto, su calcio di rigore. Contro la Sampdoria.  Il boato del San Paolo fu talmente fragoroso che, secondo la leggenda, alcune crepe si aprirono nei palazzi adiacenti l'impianto di Fuorigrotta.

Ultimo goal segnato da Maradona in Serie A? Datato 24 marzo 1991, anche in questo caso su rigore. A Marassi. Contro la Sampdoria. Diego dovette tirarlo e segnarlo due volte: l'arbitro fece ripetere il primo rigore. La partita terminò 4-1 per i blucerchiati. Identico risultato all'andata: 4-1 per la Samp, con rete "alla Maradona" di Roberto Mancini, autore di una stoccata a volo da fuori area che accarezzò il palo e si insaccò, facendo scattare in piedi il pubblico partenopeo per applaudire la perla del Mancio. A fine stagione, la Sampdoria avrebbe vinto lo scudetto: Maradona non era più a Napoli, fuggito in Argentina a seguito della positività alla cocaina dopo un Napoli - Bari (attualmente presieduta da Luigi De Laurentiis, figlio di Aurelio). Quel Napoli-Bari finì 1-0, goal di Zola su assist di Maradona.

Non è finita qui.  Tra i tanti goal di Maradona, alcuni sono diventati celebri per la bellezza tecnica, per l'arguzia, per l'intelligenza, per la "cazzimma". Uno è diventato famoso perché fu segnato di testa in tuffo... rasoterra. Avete letto bene: tuffo rasoterra. Accadde nel campionato '86/87, che si sarebbe concluso con la conquista del primo scudetto nella storia del Napoli. Renica uscì palla al piede dalla difesa, si lanciò sulla sinistra, scodellò un cross rasoterra a centroarea e Maradona si fiondò sul pallone, tuffandosi a pelo d'erba e colpendolo di testa. Avversario di giornata? La Sampdoria, of course.

Tra le immagini più poetiche di Maradona ci sono le sue giocate e i suoi sorrisi mentre si rotola nel fango, in partita o in allenamento. La famosa partita di beneficenza ad Acerra, le rovesciate in allenamento al Centro Paradiso: ogni volta che la pioggia faceva diventare il terreno di gioco un acquitrinio, Maradona sembrava paradossalmente essere a suo agio più che sui verdi campi tagliati perfettamente in una giornata primaverile. Una volta Dieguito, indossando la bianca maglia da trasferta del Napoli, diventata ben preso marrone a seguito del fango che le si era attaccato addosso, realizzò su un campo ai limiti della praticabilità un goal bellissimo che valse la vittoria per i partenopei. Un tiro da fuori area che, percorrendo una parabola a foglia morta, si insaccò alle spalle del portiere avversario, Guido Bistazzoni. La partita si giocò a Marassi. Manco a dirlo, contro la Sampdoria.

Arriviamo così a oggi pomeriggio. A quando i capitani di Napoli e Sampdoria, Insigne e Quagliarella, entrambi napoletani, sorteggeranno palla o campo. Prima del fischio d'inizio verrà osservato un minuto di raccoglimento in onore di Paolo Rossi, il Pablito mundiale che alla fine degli Anni Settanta rifiutò il trasferimento a Napoli. 
Ma questa è un'altra, bellissima storia. Magari un giorno verrà raccontata. Non oggi, però. Oggi viene inaugurato lo Stadio Diego Armando Maradona per il campionato italiano di Serie A.
Contro la Sampdoria, ovviamente.