"Sei Pronto... Massimo??... Sbrigati o faremo tardi!.. la cerimonia inizia alle 17 e manca solo un'ora, dai... spicciati!!... Ti aspetto in macchina!".
Questo è il sollecito di una domenica di molti anni fa rivoltomi da mia moglie Angela in procinto di recarsi, assieme a tutta la nostra famiglia, alla cerimonia del battesimo di una nostra cara nipotina
"Ho fatto... arrivo subito... cara! Mi resta solo la scelta della cravatta più adatta da abbinare a questo abito blu scuro!".
Apro l'armadio, vado a cavarne una sulla rastrelliera, rimanendo indeciso tra  pois, tinta unita o righine, faccio delle prove annodandole attorno al colletto della camicia e di fronte sulla superficie dello specchio... un riflesso mi distrae... compare l'immagine di un gagliardetto attaccato in alto all'interno dell'anta a fianco, ma non si tratta di un gagliardetto qualsiasi, bensì di quello autentico della società A.C. Milan e cioè non proveniente da uno sport point qualsiasi, bensì dalla mani proprie del capo magazziniere di Milanello....

Correva l'inizio di ottobre 1999 e la squadra del Milan, fresca dello scudetto del Centenario ottenuto con Alberto Zaccheroni arrivò al sabato, giorno antecedente lo scontro all'Olimpico, quinta partita del girone di andata, contro la Lazio del Presidente Cragnotti, quella mitica squadra Biancoazzurra guidata da Sven Goran Eriksson con giocatori quali Marchegiani, Favalli, Pancaro, Salas, Veron, Simeone, Nedved, Simone Inzaghi (miglior marcatore della stagione con 19 reti) che in quella campionato si fregera', dopo ben 26 anni del suo secondo Scudetto.
Solitamente la squadra del Milan alloggia, nelle sue trasferte capitoline, all'Hotel Parco dei Principi sito nel lussuoso quartiere dei Parioli, distante soli 2,5 km dall'Olimpico. Mio figlio Manuel si trovava quel sabato in quell'Hotel per partecipare ad un meeting universitario a livello nazionale e nel pomeriggio verso l'ora del thè si recò con altri colleghi in un'ampio salone arredato con mobili di pregio, dove dopo un paio di minuti entrò tutta la squadra del Milan, giocatori, dirigenti e addetti ai lavori, tutti in vestito blu scuro con lo stemma rossonero sul petto e si accomodarono sulle varie poltrone per fare conversazione in attesa dell'orario per la cena. Mio figlio, anche se di fede giallorossa, ma estasiato da questa inaspettata visione, si accostò ad un divano dove stavano seduti l'allenatore Alberto Zaccheroni con capitan Paolo Maldini intenti a rilasciare un'intervista, al termine della quale prendendo coraggio si avvicinò loro e dopo una stretta di mani chiese ed ottenne l'autografo da entrambi e, dopo un breve conciliabolo, si accostò un signore con la tuta, il magazziniere di Milanello, che, dopo aver sentito le parole di Manuel tifoso della Lupa ma  con il papà Massimo, se pur romano di nascita, tifoso del Diavolo, aprì la zip di un borsone e gli fece omaggio del gagliardetto autentico del Milan, quello che si scambiano i capitani delle squadre ad inizio gara con preghiera di conservarlo con cura ed in un ambiente idoneo!
Quando la sera Manuel rincasò e mi diede quel dono riferendone le circostanze, rimasi a bocca aperta come un bimbo che aspetta la fine della storia di Cappuccetto Rosso e dopo averlo non solo ringraziato ma avvinghiato con un tentacolare abbraccio, conservai quel cimelio come fosse una sacra reliquia nell'armadio guardaroba dove, al riparo della luce solare e dall'umidita' permane, avendo scrupolosamente seguito le raccomandazioni del magazziniere, con tutta la sua lucentezza dei suoi colori da quasi un quarto di secolo.

Era il 3 ottobre 1999 e all'Olimpico si giocava Lazio-Milan che terminò con il risultato pirotecnico di 4 a 4!! 
Un vero match da leggenda! 
È l'attesa rivincita dei Biancoazzurri contro i Rossoneri che nella stagione precedente hanno sfilato per un sol punto lo Scudetto alla Lazio la quale da par suo, assetata di vendetta, iniziava la gara a 100 all’ora portandosi subito in vantaggio al 18' con Veron, seguiranno due sfortunose autoreti una per parte, di sponda laziale Mihajlovic e dall'altra il nostro portiere Abbiati smanacciava rovinosamente in una respinta nella propria rete.
Sarà solo l’uragano ucraino di Andrji Shevchenko (capocannoniere in quella stagione con 24 reti) che con una tripletta, 43', 63' e 68' riporterà il Diavolo in vantaggio, ma proprio sul 3 a 4 arriverà la beffa con il glaciale pareggio realizzato da Marcelo Salas, suggello di un rocambolesco quanto avvincente 4-4 incorniciando una di quelle gare che per intensità e qualità di gioco rimarranno per sempre ascritte nella storia degli annali del calcio.

Potrebbe forse portare male ricordare quello storico pareggio alla vigilia di un match dove servirà come il pane, per il nostro vecchio Milan, fresco reduce di una ingenerosa fuoriuscita dalla Coppa Italia, iniziare questa cinquina finale di partite con una solenne vittoria contro la Lazio che permetterebbe di mantenere inalterato il gap di due punti sui rivali Nerazzurri, ma rivedendo gli highlights di quella gara di 23 anni fa', sottoscriverei di  poterla rigiocare non fosse altro solo per ricordare la magica tripletta del Pallone d'Oro Andrey Schevcenko, orgoglio del popolo ucraino ed ora figlio di un combattuto, sanguinoso e forse inutile retaggio tra Est ed Ovest!

"Ehi... Massimo... allora hai fatto...? Ma ancora sei lì in camera a deciderti sul dubbio...della cravatta??...ma dai!!.. smuoviti...che è tardissimo!!" "No!!..Angela!!.. sono tornato indietro a ricambiare la cravatta..."
"Ma non ti eri messa quella a righine?..."
"Sì, ma poi ho cambiato idea!!... Ho pensato che ci stia meglio questa gialla con dei piccoli pois blu...sai sull'abito scuro ci sta bene!!.. non trovi anche tu??"
"Se lo dici tu!!... Massimo!!... andrà bene!!...ma  vedo che la guardi con attenzione... ti ricorda per caso qualcosa..di speciale?"
"Ehh!!...Angela!!.. sì!!..mi ricorda quella volta che a San Siro incontrai, in una partita di Champions League Adriano Galliani!...aveva una cravatta molto simile ...a questa qui!!!" " Dai!!...Massi!!!... imperdonabile milanista!!...dai che è tardi!!"

Vorrei tanto che la guerra, o la così detta "operazione militare speciale" terminasse!....vorrei tanto che i bambini ucraini non vedessero più quegli inenarrabili scempi...vorrei tanto tornare alla normalità...ma sembra che ben poco di normale dopo due anni di pandemia seguiti da plumbee nubi di guerra possa ormai rimanere!
E allora... parlare di calcio con questo clima è solo un pretesto per non guardare in faccia una cruda realtà!... Nulla purtroppo sarà più come prima!....mettiamocelo bene in testa!!... Ci sarà solo tanto materiale per psicanalisti, filosofi, rieducatori... ed infine ricercatori scientifici di nuove fonti energetiche!

Scusate la divagazione, miei cari amici lettori Rossoneri! 
Mentre concludo questo pezzo l'Inter è in vantaggio sulla Roma per 3 reti ad 1... dunque... carissimi...nessuno vuol regalarci nulla!... E allora bisogna espugnare l'Olimpico con quello stesso sguardo, con quegli occhi di tigre,  gli stessi che il bomber ucraino espresse in quella memorabile tenzone... con la speranza, per noi di vincere lo Scudetto, e per il nostro Andrji Shevchenko che la sua Ucraina trovi, negozialmente, un vitale e sensato accordo di pace per il suo e per il nostro futuro!  
Ed auspicato di fronte a tutti i media da un grande Pallone d'Oro quale è stato, abbiamo motivo di credere che l'evento possa realmente concretizzarsi... ed il prima possibile!

Un caro abbraccio
Massimo 48