Proprio cosi', quel calcio dimenticato da Dio, quel calcio che ti faceva battere il cuore e sospirare fino all'ultimo secondo dell'ultima giornata di campionato, per decidere e consacrare la squadra che tra le tante, riusciva a svettare sul gradino piu' alto d'Italia, ad oggi non esiste piu'.

Oggi e' il calcio del dio denaro, il calcio delle wags, il calcio dei selfie e dei social, il calcio dei procuratori che ogni anno richiedono per i propri assistiti aumenti d'ingaggio faraonici, solo per incassare la propria commissione anch'essa faraonica. Insomma questo e' il calcio delle societa', di quelle societa' che possono permettersi di spendere, spendere, spendere e ancora spendere, annullando l'imprevedibilita' di quelle partite, di quelle stagioni calcistiche che ormai si sono perdute nel tempo.
Quei sogni, dove il gruppo, il collettivo la faceva da padrone, imprese storiche e avvincenti, che ormai ad oggi, sembrano dimenticate da molti, ma non da tutti, specialmente da quei nostalgici che quegli anni li hanno vissuti e assaporati. E allora come dimenticare la favola del Brescia di Roberto Baggio che lo porto' alla finale di Intertoto contro il Paris Saint Germain , oppure la Coppa delle Coppe vinta dal Parma di Nevio Scala o il Vicenza di Guidolin o la grande Sampdoria di Boskov che dopo aver vinto un campionato spettacolare, l'anno successivo perse dopo un glorioso cammino la finale di Coppa Campioni al 112 minuto dei tempi supplementari contro un Barcellona stellare o il Foggia di Zeman o la semifinale di Coppa Uefa 98 - 99 del Bologna di Carletto Mazzone e Beppe Signori o il Verona campione d'Italia 84 - 85 di Osvaldo Bagnoli...

Insomma, sogni e speranze diventati realta' di squadre sicuramente non blasonate, ma costituite da uomini veri, uomini di spessore che con la loro forza di appartenenza alla maglia e ai propri tifosi hanno incantato l'Italia e il mondo intero.