Omar Sivori, Marco Tardelli, Carlitos Tevez, Mario Mandzukic, Paolo Montero, Edgar Davids. Alcuni nomi di Bad Boys che hanno militato tra le fila della Vecchia Signora. Sia ben chiaro, la classe non si discute, ma il carattere fumantino di questi personaggi ha sempre caratterizzato delle strisce vincenti nella storia della Juventus. Un giocatore grintoso, che sposa perfettamente quel "Vincere è l'unica cosa che conta" di Bonipertiana fattura, manca alla Juve di oggi, che tra i vari Dybala, Morata, Rabiot e persino Kean si ritrova un mare di facce pulite, magari molto più vicine allo Stile Juventus, ma incapaci di impaurire gli avversari.
Manca insomma la la garra, la sfrontatezza del cattivo ragazzo capace di guardare negli occhi l'avversario e fargli abbassare lo sguardo. Manca terribilmente, tanto che anche gli errori banali, delle prime tre gare di campionato, appaiono come le birichinate di bravi ragazzi che hanno fatto il loro primo sbaglio e hanno paura del rimprovero dei genitori. Quei personaggi, oltre al ruolo tattico, ne avevano uno più importante, psicologico che trasmetteva sicurezza e dava consapevolezza a tutto il resto del gruppo. Uno dalle spalle larghe, spavaldo e minaccioso, quasi strafottente che sul campo dava sempre il 120 percento e lo faceva con cognizione di causa. Questi personaggi, fanno. Producono fatti a profusione e quasi sempre, con loro in campo, il rsultato è uno solo: la vittoria.

Anche i fuoriclasse, spesso e volentieri, si facevano scudo con loro e si sentivano tutelati sul terreno di gioco dalle marcature asfissianti. Bisogna, che al più presto, qualcuno dei ragazzi di Allegri smetta di lavarsi con il sapone ed inizi a dipingersi la faccia con i segni della battaglia come faceva Geronimo... l'Apache.