Ieri Pioli ha prima trovato la quadratura del cerchio, ma poi l'ha smarrita sul più bello.

L'assetto della squadra presentava un centrocampo logico e razionale, in quanto Bennacer era affiancato a sinistra dal solido Krunic, sostituto dell'altrettanto solido Kessie, mentre sulla mediana di destra gli dava manforte Paquetà. Pioli, infatti, aveva ripreso una vecchia idea di Gattuso, di quelle buone peraltro, ovvero di affiancare al regista (l'anno scorso Bakayoko) un giocatore tecnico in grado di parlare lo stesso linguaggio calcistico. Con Gattuso, peraltro, Paquetà giostrava a sinistra , perché il terzino sinistro era Rodriguez, molto meno devastante di Hernandez, ma anche più presente in difesa.

Più avanti, Castillejo giocava ala destra, col compito, tuttavia, di accentrarsi di tanto in tanto per attirare al centro i difensori biancazzurri. Il suo movimento doveva consentire a Paquetà di arrivare come un treno dalle retrovie, per bucare la difesa laziale sulla fascia sguarnita. In un'occasione il movimento riusciva talmente bene che Paquetà aveva la possibilità di battere a rete in diagonale da eccellente posizione, ma non riusciva ad alzare la palla.

Le strategie di Pioli saltavano quando, poco dopo la mezzora, il fin lì eccellente Castillejo si rompeva, privando Pioli di una carta importante. Entrava Rebic in un ruolo non suo. Sì, "non suo", perchè il giocatore è un attaccante esterno, il cui spunto è limitato al raggio di pochi metri, non un centrocampista offensivo come Castillejo, abituato a partire da lontano.

Nonostante questo, i rossoneri restavano schierati in materia equilibrata, in quanto in grado di fare gioco su un asse che, da destra a sinistra, partiva da Paquetà, passava per Bennacer e arrivava a Chala, alto sulla sinistra. Dei 3, comunque, chi faceva più figura, era proprio Chala, nel suo elemento perchè operava nei pressi dell'area avversaria. Paquetà soffriva, in quanto non è un mediano e, per supportare l'attacco, doveva bersi l'intero campo, cosa che a 20 anni si può comodamente chiedere a un giocatore, ma tenendo conto che, se non sei Rino Gattuso o Angelo Colombo o Rubens Buriani , perdi lucidità pur impegnandoti.

Così stando le cose, Lazio e Milan giocavano un tempo equilibrato. Il gol della Lazio era preceduto dall'occasione di Paquetà di cui si è detto, seguita nel giro di 2 minuti da una traversa di Ciro Immobile su azione speculare a quella del brasiliano rossonero. Il gol biancazzurro nasceva da un'incursione di Lazzari che aggirava la posizione di Hernandez, il quale spingeva forte in avanti e non sempre riusciva a recuperare. Il gol rossonero era, invece, originato da un lancio al bacio dello stesso Hernandez per un Piatek in ritardo. Il movimento del polacco, comunque, disorientava il malcapitato Quissanga il quale siglava un'autorete.

E poi si arriva al secondo tempo e... al patatrac. Passano pochi minuti dal rientro in campo e Paquetà si ritrova a sinistra nella posizione di Chala, con Chala che retrocede in mediana a destra. Il brasiliano, fin lì più carente di entusiasmo che svogliato, sembra rinato, ma quanto inizia a giostrare alla sua maniera, viene richiamato in panchina per fare posto a Leao.

Ora, qui bisogna ragionare un attimo e chiedersi cosa è successo, facendo alcune ipotesi:

1) Pioli aveva già deciso di sostituire Paquetà con Leao e, nell'attesa che il portoghese si scaldasse, ha subito invertito le posizioni di Paquetà e Chala, affinchè il turco si assestasse nel nuovo ruolo;

2) il predestinato a uscire era Piatek, perchè Paquetà e Leao dovevano dialogare in attacco per sorprendere i biancazzurri con qualche giocata a sorpresa, ma Pioli ha cambiato idea all'ultimo momento. Irritato per l'improvvisa verve di Paquetà nel nuovo ruolo? Mah...

In ogni caso, il cambio è stato un errore marchiano che ha annullato quanto di buono si era visto prima. La formazione rossonera perdeva logica e razionalità a danno anche delle prestazioni dei singoli. Chala riusciva a fare la spola con l'attacco per 10-15 minuti e non di più, spegnendosi gradatamente in un ruolo dispendioso. Leao, attaccante, non si ritrovava nel ruolo che Chala aveva svolto nel primo tempo e sbagliava tutto. Rebic ha svolto fin dall'inizio un ruolo non suo. La Lazio è andata prendendo sempre più campo, costringendo il Milan a inseguire... inseguire... inseguire. Il gol è apparso la prevedibile conclusione di un dominio che si era fatto sempre più marcato.

Il fatto è che, come ho fatto notare, all'inizio, Pioli aveva trovato la quadratura del cerchio ovvero l'inserimento di un giocatore molto tecnico accanto al regista Bennacer, per aumentare il tasso di tecnica del centrocampo e consentire al gioco rossonero di ripartire dal basso e con un minimo di scioltezza. Applausi in tal senso. Pioli stesso, tuttavia, non si è accorto che il buon primo tempo era da attribuirsi a quella mossa e non ad altro, in quanto la Lazio a oggi possiede più soluzioni e un'altra corsa rispetto ai rossoneri.

Pioli, d'altronde, ha sottovalutato quei 3-4 minuti in cui Paquetà. avanzato in alto ha sinistra, ha mostrato di trovarsi, anche psicologicamente, meglio. Che abbia ignorato la cosa o ne sia stato addirittura irritato, escludendo il giovane brasiliano, ha tolto chi sembrava in crescita e ha lasciato in campo chi, a mio avviso, aveva dato tutto. Parlo di Piatek.

Per tutto il primo tempo Piatek aveva fatto il lavoro sporco che Castillejo aveva svolto contro la Spal. Aveva insomma lavorato ai fianchi degli avversari. Non che avesse brillato, ma quel suo lavorio continuo contro la difesa, aveva alla fine costretto i laziali all'autorete. Al 55°, però, aveva dato quello che, almeno ieri, poteva dare e, lasciarlo lì, ha comportato il sacrificio di uno degli elementi ieri tatticamente più preziosi, cioè Paquetà.

A me sembra anche evidente che Pioli abbia sottovalutato l'importanza di un pareggio, che avrebbe mosso  la classifica rossonera (anche se di poco), senza lanciare una delle avversarie alle poltrone europee e senza compromettere il morale in vista delle prossime partite. Ma sapete come vanno le cose, a furia di dire che il pareggio vale poco, si finisce per credere che non valga niente, mentre qualcosa vale e neanche poco se si parla di confronti diretti.

Ora il mondo "social" si è scatenato nello sport del "gettaviailbambinoconl'acquasporca", mentre la critica giudica il match sulla base del secondo tempo. Ciò è comprensibile, ma si sarebbe potuto evitare se la partita fosse stata gestita, anche nel secondo tempo, con logica. I giocatori, a questo punto, sono tutti cessi, Leao andrebbe tenuto fuori un mese perchè non si è impegnato e così via col masochismo. Be' il latte è stato versato ormai e si può solo passare il cencio per ripulire il pavimento.

Per quel che mi riguarda, posso solo far notare, sperando che qualcuno mi ascolti, che:

1) l'assetto del primo tempo è quello corretto e potrebbe essere riproposto spesso, anche interscambiando i ruoli di Chala e Paquetà nelle stessa partita;

2) l'assetto del primo tempo è buono anche se si schierasse Suso che per giunta, rispetto a Castillejo, si accentra anche di più, favorendo gli inserimenti di Paquetà;

3) Rebic è la spalla di Leao o Piatek, qualora si decida di schierare 2 punte, ma non un altro Castillejo;

4) Pioli riparta dal primo tempo di ieri e faccia dimenticare il momento di follia del secondo tempo;

5) se non si comprende che, una squadra schierata ad capocchiam può far giocare male anche un ragazzo bravo e in palla come Leao, alla fine si smarrirà anche questo ragazzo;

6) sia con la Spal che con la Lazio ho visto qualche timido progresso nella velocità della squadra, ma le altre squadre sono ancora un passo avanti (vedi la Lazio di ieri).

Per il resto, forse finiremo in B, ma facciamo attenzione che, se continuiamo a pensare che l'alternativa sia "3 punti o niente", alla fine sarà quasi sempre "niente" e potremo togliere il "forse", nel senso che in B ci finiremo davvero. Alla gloria ci si potrebbe pensare da gennaio, se la società dovesse portare a casa un regista di livello, che consenta a Bennacer di giocare anche interno, nonchè un terzino destro di valore.

Mi auguro, comunque, che Pioli non si faccia prendere dai personalismi. Sono questi i giocatori che ha e che dovrà tenere fino almeno a gennaio. Ne faccia buon uso.