CAMPIONI D'ITALIA. Di nuovo, Campioni d'Italia per la diciannovesima volta, Campioni d'Italia, davanti alla seconda squadra di Milano, che assaporava il bis e di cucirsi la seconda stella su maglie e bandiere.

C'è una gioia infinita nel tornare a riempire strade e piazze con i nostri colori. C'è la soddisfazione di aver tutti partecipato a quella risalita che, per quanto difficile, bisognava obbligatoriamente intraprendere.
Una vittoria che non è casuale, come pensano in molti, perché vincere è sempre difficilissimo e per arrivare davanti a tutti bisogna lavorare, sudare e specialmente avere ben chiaro l'obiettivo, 24 ore su 24.
Quando Silvio Berlusconi divenne presidente del Milan, subentrando a Giussy Farina, avevo un caro amico, tifoso della Fiorentina, che lavorava in Mediaset e mi raccontava di riunioni settimanali finalizzate solo a parlare dei progetti della squadra rossonera che avrebbe dovuto arrivare ai vertici mondiali. Ciò che sembrava impossibile, si concretizzò velocemente. Tutto al Milan era perfetto. La potenza economica di Silvio, le sue televisioni, con la facilità di coinvolgere sponsor, in un progetto che si è subito dimostrato vincente. Tutto era curato nei minimi particolari. Tutto finalizzato a vincere, entusiasmare e convincere. L'arrivo dell'elicottero all'Arena di Milano, con i suoi undici acquisti, sulle note della Cavalcata delle Valchirie di Wagner, a richiamare il film Apocalypse Now, segnava l'inizio di una nuova era per il Milan. 

Berlusconi ha portato il Milan al livello più alto mai raggiunto. In cambio ha avuto moltissimo, non solo in termini di vittorie, ma specialmente una visibilità, nazionale e internazionale che lo ha proiettato alla guida politica della nazione. Purtroppo per lui e per il Milan, il suo percorso politico ha influito notevolmente sulle sorti sportive. Il "nodo Mondadori", i troppi processi e l'evaporarsi di quello che sembrava il "sogno italiano", con lavoro e benessere per tutti, lo hanno costretto ad un progressivo declino e il suo "giocattolo" non poteva non pagarne le conseguenze. Per quanto io sia affezionato a Galliani, che adoro, le sue doti erano quelle di costruire squadre vincenti, ma non certo in economia. Erano Braida e Ramaccioni, le menti, ma Adriano era il solo a sapere i perchè e i per come, di operazioni che andavano ben oltre il rettangolo di gioco. Non potremo mai sapere perchè non poteva esserci un Milan di Barbara e Maldini, ma l'esperimento durò poco e produsse solo divisioni. L'ultimo scudetto vinto dal Milan era targato Berlusconi e Galliani, Allegri era l'allenatore ed era la stagione 2010-11.
Una squadra forte, con Ibra in attacco e i brasiliani Robynho e Tiago Silva, che conquistò il primo posto davanti all'Inter e al Napoli. Il Milan di oggi che torna a primeggiare è tutt'altra cosa. Non ci sono sprechi o palloni d'oro, relegati in panchina, ma la stessa voglia di primeggiare e tornare a quei fasti. Sono stati, Boban, Maldini, Ibra e anche Gattuso a mettere in campo ciò di positivo che avevano appreso dalla gestione del Presidentissimo, riportando a Milanello ciò che era stato smarrito, la VOGLIA DI VINCERE.

Ecco perchè questo scudetto ha un valore inestimabile, non solo economicamente, ma per tutti quei valori, ritrovati, sui quali si costruiscono le grandi vittorie. In questi giorni di festeggiamenti non può sfuggire quanto ci sia di rossonero in molte vittorie.
Re Carlo Ancellotti che vince la Champions, la sua quarta, mentre Stroppa porta la nuova creatura di Berlusconi e Galliani, il Monza, in serie A. La prima volta della sua storia, cosa non riuscita lo scorso anno solo perchè avevano voluto affidarsi ad un altro rossonero, Brocchi. Anche Oddo, difensore milanista, accettata la panchina del Padova in serie C, vince e riporta i patavini in serie B. Le tante vittorie internazionali hanno forgiato una schiera di allenatori milanisti (non tutti di talento). Se Costacurta ha preferito interrompere presto la carriera e passare al ruolo di commentatore i vari Nesta, Gattuso, Inzaghi, Donadoni, Brocchi, Oddo, Stroppa, Evani, Sheva, Tassotti, Seedorff e molti altri che sicuramente dimentico, continuano a proporre gli insegnamenti appresi a Milanello.

Forse è proprio della vittoria del Monza e di Berlusconi che ci si potrebbe rammaricare di scelte sbagliate, di evidenti errori commessi, ma nello Sport non si vive di rimpianti.
Il Monza è in Serie A, per la prima volta nella sua storia, complimenti, mentre Silvio sfoggia il sorriso dei giorni migliori, come se gli anni per lui non passassero mai, parla di scudetto e di portare il Monza e la Brianza con la migliore imprenditoria italiana, in Champions League e, conoscendone le doti, consiglierei di evitare di mettersi a ridere.
Se solo uno dei suoi figli si fosse affezionato al Milan... Allora parte il coro, quello che potremo cantare almeno per un anno: Siamo Noi, siamo Noi, i CAMPIONI D'ITALIA SIAMO NOI!