"Campioni, il sogno", in onda su Mediaset dal 2004 al 2006, è stato il programma che ha stravolto indubbiamente l'idea di reality TV.
In un palinsesto in continuo aggiornamento, con il "Grande Fratello" e "L'isola dei famosi" che ne detenevano il monopolio, "Campioni" si colloca nella fascia pomeridiana della programmazione mettendo in risalto le vicissitudini di una squadra calcistica dentro e fuori dal campo. 

Protrattosi per soli due anni, non rientra sicuramente tra gli intrattenimenti più longevi del mondo dello spettacolo, d'altro canto, però, è riuscito ad insinuarsi nel cuore del pubblico, complice anche la brillante intuizione di far plasmare il gruppo all'esuberante e polivalente ex campione del mondo nel 1982, Francesco Graziani detto "Ciccio".
Fondamentale è difatti l'apporto che l'ex attaccante della nazionale ha portato al programma, diventando un'icona del web grazie alle sue frasi di disapprovazione nei confronti dei calciatori del Cervia. Lui stesso si sbottonava dicendo: "Stiamo facendo un programma talmente innovativo che, se guardiamo indietro, guardiamo il futuro".  
Le dirette dello show si svolgevano in settimana con il telespettatore che, direttamente da casa, aveva la possibilità di scegliere tre giocatori da inserire nei moduli del mister e che avrebbero dovuto giocare almeno un tempo senza la possibilità di essere sostituiti prima. 
Un altro punto cardine su cui il programma si poggiava era proprio questo. Sfido qualunque tifoso di calcio a negare di aver criticato durante una qualsiasi partita il coach per una decisione discorde dalla propria, mettendosi in paragone con quest'ultimo e sostenendo la propria tesi nella diversità di gestione tecnico tattica. Perché per dirlo alla buona, siamo tutti un po' allenatori nel nostro piccolo.
La scelta dei giocatori (selezionati tramite casting, nonostante la squadra esistesse già) ha influito a mio parere più sull'audience che in campo, anche se l'obiettivo finale di qualificarsi in serie D è stato raggiunto con la vittoria in campionato. 
In questa compagine, molti vengono ricordati maggiormente per le "perle di saggezza" che regalavo durante la settimana, più che per ciò dimostrato durante l'incontro.
Francesco Gullo per esempio, a tratti disastroso in campo, ma eccezionale show-man e autore di una fitta rete di menzogne venute a galla solo oltre la metà del reality. Il beniamino del pubblico, che lo premiava mandandolo in campo nella disperazione totale di Ciccio e dei suoi compagni.
Oppure Sossio Aruta, il re Leone, un esempio per tutti come lo etichettava goliardicamente la Gialappa's Band.
O ancora Manuel Paesani, definito simpaticamente dai compagni un campione di seimila categorie superiori, come il suo ego gli suggeriva di credere.
Non poteva mancare la presenza di figli d'arte come Diego Armando Maradona Jr. e parenti di calciatori famosi come Francesco Montella (fratello di Vincenzo) e Fabio Borriello (fratello di Marco).

Insomma, un meccanismo ben oliato presentato da Ilaria D'Amico e Davide de Zan, al temine della sigla introduttiva cantata da Gigi D'Alessio. Una menzione speciale va sicuramente fatta per Dario Sibio, il più giovane del gruppo che cercava di farsi largo in questo "percorso", tra le imprecazioni e gli slogan di mister Graziani: "Sibio stai molle, me sembri Topolino, me sembri". Una pecca di questo reality, se bisogna trovarne una, resta l'assenza di campioni che il programma aveva l'obiettivo di creare.
Molti dei protagonisti hanno sì continuato la carriera di calciatori, ma senza incidere particolarmente. Ad altri sono toccate delle "briciole" di celebrità tramite apparizioni televisive. 
Mister Ciccio invece, dopo aver partecipato ad un altro reality, resta per il momento al di fuori del panorama del calcio che conta. Dopo l'esonero di Giampiero Ventura, si candidò ironicamente come suo successore sulla panchina della nazionale italiana. D'altronde se c'è una qualità che a Graziani non è mai mancata è quella "fame" e quella voglia di mettersi in gioco che lo ha sempre contraddistinto anche in campo, come era solito raccontare tramite aneddoti coloriti ai suoi giocatori. 

A dodici anni dalla dismessa in onda dello show, rimangono solo qualche siparietto comico ancora presente sul web e molta, ma molta nostalgia per una squadra di "Campioni" e di un mister buono come il pane.

"A vent'anni io la mangiavo l'erba, la portavo a casa e dicevo: mamma mettece un po' d'olio è un po' di sale che me la mangio".
Ciccio Graziani