Quanto costa Messi a un club italiano – Grazie ai documenti resi noti di Football Leaks e pubblicati da “Der Spiegel” è stato possibile risalire alle cifre del contratto che dal 2017 lega Lionel Messi e il Barcellona. Oltre 350 milioni di euro lordi, senza considerare i bonus, in grado di portare la cifra totale a 500 milioni di euro.

Una cifra che “Der Spiegel” ha analizzato nel dettaglio, scorporando le diverse voci. Si va dai 60,3 milioni lordi di ingaggio annuo, ai quali aggiungere 10,6 milioni legati ai diritti d’immagine. Il tutto senza dimenticare i bonus individuali (per un massimo di 2,6 milioni compresi i diritti d’immagine) e quelli di squadra, per un massimo di 15,4 milioni circa.

Il tutto condito da due bonus alla firma, per complessivi 123,5 milioni di euro: uno legato appunto alla firma del contratto da complessivi 63,5 milioni, l’altro da 70 milioni come “bonus” fedeltà per il calciatore argentino.

Se da un lato le voci di un possibile addio di Messi al Barcellona hanno contribuito ad accendere la fantasia dei tifosi, dall’altro cifre di questo tenore indicano come l’investimento per l’ingaggio della “Pulce” non sia assolutamente alla portata di tutti.

Giocando con le cifre messe a disposizione da Football Leaks, abbiamo provato a calcolare quanto potrebbe costare l’ingaggio della stella argentina da parte di un club italiano, considerando le agevolazioni previste dal Decreto Crescita. Ricordiamo infatti che la normativa prevede specifiche agevolazioni fiscali per l’attrazione in Italia di “capitale umano”, tra cui un regime ad hoc per gli sportivi professionisti incentivati a trasferire la residenza fiscale nel nostro Paese a partire dal periodo di imposta 2020.

Con l’accesso al regime fiscale di favore, i redditi prodotti dagli sportivi professionisti concorrono alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 50% del loro ammontare, a patto che vengano rispettate precise condizioni di accesso: l’essere stati residenti all’estero nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento in Italia; l’obbligo di permanenza in Italia per due anni a seguito del trasferimento di residenza; lo svolgimento dell’attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano. Dunque, ipotizzando per Messi un contratto quadriennale da 30 milioni di euro netti, a partire dal 1° luglio 2020, il costo per il club solamente sulla parte fissa dell’ingaggio ammonterebbe a 39,3 milioni di euro a stagione (tenendo conto dell’irpef, delle addizionali regionali e comunali e degli oneri contributivi), per un totale di 157,2 milioni. Senza l’impatto del Decreto Crescita, l’ingaggio lordo sarebbe pari a circa 55,5 milioni di euro, con un vantaggio annuo di circa 16 milioni grazie al regime fiscale agevolato.

Tutto questo senza considerare l’ammortamento del costo del cartellino, dato che – stando a quanto riportato dalla stampa sportiva – il contratto che lega Messi al Barcellona consentirebbe al giocatore di liberarsi a costo zero al termine di ogni stagione.

In caso invece di un contratto da 40 milioni di euro netti – ipotizziamo un triennale –, lo stipendio lordo annuo applicando il Decreto Crescita salirebbe a 52,4 milioni, per un totale pari sempre a 157,2 milioni di euro lordi (contro i 74 milioni senza considerare il regime agevolato). Cifre alle quali andrebbero eventualmente aggiunti i bonus di squadra e quelli individuali, senza considerare poi i diritti d’immagine.

Per far capire l’impatto del Decreto Crescita rispetto all’estero su quanto finisce in tasca ai giocatori, se Messi volesse chiedere lo stesso stipendio fisso lordo che guadagnava al Barcellona (60 milioni), andrebbe ad incassare circa 45 milioni di euro netti, contro i circa 30 milioni netti che guadagna oggi.

Infine, se per ipotesi Messi non si potesse liberare a zero al termine della stagione, abbiamo immaginato un costo del cartellino pari a 136 milioni di euro (la media tra i valori di mercato stimati da Transfermarkt e dal CIES). In questo caso, con un quadriennale da 39,2 milioni lordi a stagione, la quota di ammortamento sarebbe di 34 milioni, per un costo a bilancio pari a 73,2 milioni annui.

Nell’ipotesi di un triennale a 40 milioni netti – e di conseguenza 52,4 milioni lordi – la quota di ammortamento crescerebbe a 45,3 milioni, per un costo a bilancio pari a 97,7 milioni di euro.
Per fare un paragone eccellente, Cristiano Ronaldo pesa sul bilancio della Juventus per 83,1 milioni di euro a stagione, una cifra che si posiziona più o meno a metà rispetto alle ipotesi da noi formulate.