Polemiche, polemiche e ancora polemiche.
Anche nella Supercoppa giocata ieri e vinta dalla Juventus non sono mancate. Al centro delle discussioni c'è il contatto in area bianconera avvenuto nel finale di partita tra Emre Can e Andrea Conti. Contatto che secondo il direttore di gara Banti non era punibile con il calcio di rigore e perciò non ha nemmeno chiesto l'ausilio del Var.

Rivedendo il fermo immagine è evidente che quel penalty si poteva dare eccome, e da questo episodio sono scaturite le proteste da parte della squadra di Gennaro Gattuso. Sia chiaro, le proteste del Milan sono comprensibili e per di più, con un uomo in meno, i rossoneri avrebbero avuto una chance d'oro per prolungare il match ai supplementari.

Tuttavia, il vero problema di cui vorrei trattare in questo articolo e che persiste ormai da anni sono le reazioni dopo ogni gara condita da polemiche anche quando non avrebbero motivo di esistere, non è il caso di questa gara, attenzione.
E qui entrano in gioco i social network e non solo. Gli errori arbitrali ci sono sempre stati OVUNQUE eppure certi addetti ai lavori utilizzano i vari Twitter o Facebook per indirizzare le polemiche spesso nei confronti della stessa squadra (ma non solo tale squadra), forse perché, almeno in Italia, è la più forte e quindi fa più scalpore? Probabile. Ma così facendo si alimenta odio tra i tifosi di tutte le squadre che sui social si sentono liberi di scrivere qualsiasi cosa, insulti, complotti assurdi e quant'altro.
Insomma, quello che si respira è un clima di odio che può essere molto pericoloso e che può scatenare fatti gravi come quelli di Milano. Il Calcio deve essere una passione, un momento di svago e non una giustificazione per gli insulti, le discriminazioni oppure per le violenze.

Tra tutti i problemi che affliggono il nostro calcio, migliorare la nostra cultura sportiva sarebbe un buon punto di partenza per favorire la crescita di questo movimento e il tutto deve partire dagli addetti ai lavori e da tutte le società sportive italiane, NESSUNA esclusa.

Forse è solo un'utopia o forse la speranza di un tifoso stanco di tutto questo...