Daniele Orsato, intervenuto a 90° Minuto nella giornata della epocale svolta con l’apertura alla comunicazione da parte degli arbitri, non si è tirato indietro nel commentare il mancato secondo cartellino giallo ai danni di Miralem Pjanic in Inter-Juventus di tre anni fa: un episodio che fece molto discutere in una gara che si rivelò fondamentale nell’assegnazione dello scudetto ai bianconeri. "Non serve andare a rivederlo dopo tre anni, sicuramente è un errore – ha ammesso il fischietto veneto -. La vicinanza dell'azione non mi ha fatto vedere quanto mostrato dalla tv: per me è stato un contrasto fisico al volo, il VAR non poteva intervenire".

Queste le crude ma sincere affermazioni dell'arbitro veneto, che mette una pietra miliare sulla comunicazione pubblica arbitrale. E' chiaro, ma inutile, aggiungere lo sconforto, oltre che rabbia, di chi ha subito il torto, cioe' l'Inter in primis, per aver visto in pochi minuti, gettare al vento la propria rimonta per l'errore del fischietto veneto, senza contare che vi era un'altra squadra, cioe' il Napoli, che attendeva notizie positive da San Siro, per poter sognare nelle restanti tre giornate, di raggiungere il traguardo tricolore meritato, soprattutto dopo aver vinto con merito, lo scontro diretto allo stadium contro la Juventus per 1 a 0 con gol di Koulibaly a pochi minuti dal 90'.
Oggi pero' va sottolineato, ed era ora che cio' accadesse, non solo l'ammissione di colpa che fa sicuramente onore al sig Orsato, ma apre finalmente la porta ad una mentalità nuova che possa servire a garantire la trasparenza tanto desiderata, e forse sempre mancata per la troppa sudditanza mediatica che si subiva e forse ancora presente, tra organi d'informazione ed addetti ai lavori.

Spero vivamente che chi e preposto a garantire la regolarità dei campionati e la lealtà sportiva, sappia prendere esempio da tale occasione, per molti "eccezionale", affinché lo sport torni a far brillare l'onesta' e i colori dello sport e del merito sul  campo, e non piu' quella delle scrivanie o dei palazzi di vetro, dove i dividendi la fanno da padrone.