I mister di vecchio stampo, o per meglio dire i mister di una volta, lo dicevano sempre: le partite di Champions si giocano su 180 minuti, andata e ritorno.
Lo sa bene il PSG, che da ieri detiene il record, negativo, di rimonte. Due anni fa, dopo il 4-0 casalingo sul Barcellona, si fa rimontare di ben sei goal in 95 minuti al Camp Nou e ieri sera il Manchester united ha insegnato ai parigini come si passa il turno.

Lo sa bene la Roma di un Di Francesco sempre più lontano dal Colosseo. Ieri è andata in campo l'ennesima dimostrazione di una rosa che non riesce ad esprimere il proprio potenziale. In questa "confusione romana" ne approfitta il Porto che si ritrova a ribaltare il 2-1 dell'andata. La squadra di Conceicao porta prima la partita ai supplementari, poi Telles regala la qualificazione ai portoghesi.

Ma il rigore alla Roma al 123 esimo?
Lo sa benissimo il Real Madrid di Solari, che dopo un andata in Olanda ridicola, martedì sera ne ha prese quattro da dei ragazzini, e che ragazzini.
La squadra di Perez paga un ciclo ormai finito e un arroganza che abita nella capitale spagnola da troppo tempo, vedi Ramos. Il gioco del calcio è bello perché come dicevano sempre i vecchi mister: tutto può succedere, il pallone è tondo, e non sempre vince il più forte.

Speriamo che Allegri e i suoi ragazzi abbiano visto queste due giornate di Champions, perché è proprio vero, tutto può succedere, l'importante è crederci.

Grazie

ILPARLAFUS