Confesso di aver smarrito da qualche tempo l'irresistibile richiamo a guardare la Juventus. Tanto che ieri sera, complice la mia convalescenza, ho preferito guardare un film on demand con la mia fidanzata, che infatti mi osservava smarrita seriamente preoccupata per la mia salute.
Ebbene sì, uno dei meriti di Allegri è di aver dato alla mia passione per la compagnia femminile il primato indiscusso, relegando la viscerale e scaramantica ossessione per i colori bianconeri in secondo piano. Avendo ritenuto la politica poco interessante da tempo, non mi rimane che quell'interesse maschile primario.
E pensare che, finito il film on demand, mi ero sintonizzato sul dopo partita di Sky, appena in tempo per le ultime parole di Spalletti e le prime di Allegri. Al secondo ritornello del tecnico livornese mi ero già stufato e ho cambiato canale: troppo evidente il contrasto con quello che avevo visto nei filmatini mezzi in russo e in arabo, da quello che mi scriveva sul "solito" calcio spettacolo via WhatsApp l'amico Marco P. e dal disinteresse mostrato perfino dall'economista Paolo D. di passaggio in patria dal suo dorato esilio americano. E pensare che per Paolo D., come per chi scrive, Inter - Juventus da circa venticinque anni era la madre di tutte le partite, la sola capace di trasfigurare un burocrate borghese, a metà tra Mario Monti e Padoan, in un sanguinario vendicatore da stadio. Partite da pub o da riunione tra amici, con rutto libero e licenza di offendere, convenuti all'uopo da tutte le parti d'Italia. Per il sottoscritto, tuttora, il sombrero di Maicon ad Amauri, con gol al volo, è il punto più basso mai toccato dalla Juventus.
Ebbene, oggi sui giornali non ci finisce la rasoiata da museo del calcio di Ronaldo dopo il delizioso scambio con Pjanic, ma la lite tra Allegri e Adani in tv. Premessa: sono entrambi televisivamente insopportabili, e "tutt'e due ce credono na cifra", come si dice a Roma.
La misura di Adani aveva già vacillato dopo l'esultanza incomprensibile sul gol di Vecino nella finalissima Inter - Tottenham, o dopo la scomposta invettiva contro il civilissimo Giulini.
Adani rappresenta il perfetto commentatore millenial, che vorrebbe spiegarci il mondo 2.0 con un nuovo lessico e teorie impeccabili sul Bello e sul Buono (Kalos Kagathos dice la dotta vulgata, scivolando escatologicamente sul greco). La stessa turba millenial che c'è in politica, imponendo un rapido ritorno alla realtà del "pane e salame".
Personalmente, do tuttora maggiore credito a Fabio Capello, che ad Adani. Meglio le bacheche piene di trofei che di chiacchiere, di cui è già pieno il mondo, dalla Toscana alla Boemia. Ma nello specifico, la risposta di Allegri è intollerabile.
Primo, perché il diritto di critica è uno dei cardini della nostra libertà: se non è libera la manifestazione del pensiero, non è libera la società. Quindi, a noi ce ne frega nulla, caro Allegri, che hai vinto sei scudetti, semmai fosse un merito che ti pone su qualche piedistallo.
Secondo, "tu sei un teorico, io sono un pratico... leggi solo libri, di calcio non sai nulla" è una solenne stupidaggine, visto che di due ex calciatori si tratta e come calciatore ha forse ottenuto risultati migliori Adani, per quanto le gesta di nessuno dei due saranno tramandate ai posteri. Immaginate di lamentarvi per una amatriciana piena di cipolla e il cuoco che esce dalla cucina e dice "la tua è tutta teoria".
Terzo: "adesso parlo io, tu stai zitto" è veramente meschino, inqualificabile, che secondo me rende incompatibile il proseguimento dell'avventura di Allegri sulla panchina juventina.

Per questa Juventus, per i suoi investimenti, per la sua immagine nel mondo, ci vogliono professionisti meno suscettibili, comunicatori migliori. Ringraziamo Allegri per aver raggiunto due volte la finale di Champions, nonostante due risultati inclementi. Ma in fondo, stringi stringi, ha preso una squadra che vinceva scudetti e a vincere scudetti ci siamo ritrovati.
Di così speciale non c'è niente che giustifichi questo alone di santità. Credere che questa sia la Juve più forte di tutti i tempi perché ha vinto l'ennesimo scudetto consecutivo è un insulto a Iddio, prima che una stupidaggine. Vince solo in Italia, per manifesta superiorità. Nessun Leonardo da Vinci, a parte quello con la maglia numero 7 in campo.