Grazie ai due goal rifilati nella partita di ieri sera allo Stadio Olimpico contro la Grecia, la nazionale italiana ha ottenuto uno “storico” risultato, qualificandosi con ben tre turni di anticipo al prossimo europeo, che si disputerà nel 2020 nei maggiori stadi europei. Ma possiamo davvero dire di aver raggiunto un traguardo importante, o forse ci stiamo accontentando delle briciole?

Dalla Svezia alla Grecia

Dopo un primo tempo in pieno stile “Italia pre-Mancini”, non molto brillante e dove una Grecia prevedibilmente schierata in assetto difensivo ha rischiato anche di andare in vantaggio se un super Donnarumma non avesse evitato il peggio con una grandissima parata, nel secondo le cose sono decisamente cambiate: nella ripresa è venuta fuori una squadra migliore, seppure ancora molto acerba. A sbloccare la partita è stato infatti un episodio, il rigore trasformato da Jorginho al 18° della ripresa, con il subentrato Bernardeschi che poi, al 33° chiude ogni discorso grazie al goal del due a zero e rimandando ogni appunto al 12 giugno, data della gara inaugurale dell’europeo. Il salto di qualità rispetto a quella nazionale che appena due anni fa è stata sbattuta fuori dal mondiale in Russia dalla Svezia priva di Ibrahimovic è notevole; un tempo, vincere una partita come quella con la Grecia, sarebbe stata pura utopia. Ma dalla sconfitta con la Svezia alla recente vittoria con la Grecia, prendendo tutto ciò che c’è nel mezzo, possiamo ritenerci pronti di affrontare una competizione che dovrebbe in teoria riscattarci dopo la pessima figura del non aver preso parte alla Coppa del Mondo? Dalle voci, tutti parlano di un risultato che ha del clamoroso, di una rinascita ormai completata, eppure, non siamo nemmeno all’inizio.

Un entusiasmo ingiustificato

Roberto Mancini, un allenatore con un bagaglio di esperienze di tutto rispetto, ha iniziato il suo lavoro alla guida della nazionale appena un anno fa, affrontando avversarie dal tasso tecnico decisamente inferiore alle big: oltre alle avversarie del girone infatti, sul suo cammino ha finora incontrato Stati Uniti (amichevole), Polonia (Nations League), Portogallo (Nations League), Ucraina (amichevole), Paesi Bassi (amichevole) e Arabia Saudita (amichevole). Poco prima abbiamo affrontato anche Argentina e Inghilterra, ma allora sulla panchina della nostra nazionale c’era ancora il traghettatore Di Biagio, che ha lasciato a Mancini l’onore di affrontare solamente la Francia, in una partita che ovviamente possiamo anche non considerare (3-1 per loro, per la cronaca). Va detto che prima di lui, siamo riusciti nell’arduo compito di andare in difficoltà anche contro il Liechstein, e che quinidi, anche riuscire a imporsi contro Finlandia e Grecia è un buon passo avanti, ma come possiamo credere a un Gravina che ieri sera ha parlato di “un sogno diventato realtà” e di aver raggiunto un traguardo importante? Un conto è giocarsi la qualificazione al mondiale in un girone dove tra due big come Spagna e Italia, solamente una può staccare il pass per la Coppa del Mondo, e un conto è giocarsi la qualificazione all’europeo contro avversari del calibro di Finlandia, Armenia, Bosnia, Grecia e Liechtenstein. Intendiamoci, non è una giustificazione al fallimento di Ventura, ma esaltare un qualcosa che non andrebbe esaltato, è un errore che in futuro potrà costare caro.

Mancini alla guida della nostra nazionale sta facendo un buon lavoro: ripartire da zero non è mai una cosa semplice, sopratutto quando rispetto a Francia, Inghilterra e Germania disponi di molto meno talento; il tecnico di Jesi però, nonostante tutto sta valorizzando al meglio i pochi giovani a disposizione - come Zaniolo per esempio – ma gettare elogi prematuri non è necessario ne per la fiducia del tecnico, che per quella del gruppo. La cosa migliore che si potrebbe e si deve fare in questi casi, è di lasciare al C.T. tempo e modi per continuare il suo progetto in totale serenità, senza pressioni o elogi di sorta, almeno fin quando non saranno davvero necessari.
Perché per risorgere dal fallimento della gestione Ventura – anche se le colpe sarebbero da cercare altrove – qualificarsi con tre turni di anticipo ad Euro 2020 non basta di certo. Perché la verità è che si tratta solamente di questo: un buon passo avanti compiuto in una strada che risulta ancora lunga e piena di ostacoli. Ma stiamo preparando tutti i presupposti per compiere il percorso migliore che sia.