Discese rapide come valanghe verso la porta di Ter Stegen, il Bayern si muove con la potenza e la rapidità di un uragano, scatenando un terremoto tra le ormai fragili fondamenta blaugrana, e non è un caso che ci voglia la bellezza di tre catastrofi naturali per introdurci a quella che è, per determinate prospettive, una vera e propria catastrofe sportiva.

Il Barcellona torna dal Portogallo con le ossa rotte, complici anche fattori extracalcistici, che hanno logorato uno dei pochi sistemi perfetti della storia recente del calcio europeo, facendolo faticare sempre di più a tenere il passo con le altre big del vecchio continente, perché diciamocelo, il feeling negli ultimi anni tra i catalani e la Champions non è più quello di una volta: dopo il trionfo del 2015, Messi e compagni non sono mai più andati oltre i quarti di finale, facendosi eliminare tra 2016 e 2019 da Atletico Madrid, Juventus, Roma e Liverpool, le ultime due per giunta sono state delle rimonte che rimarranno a lungo impresse nella mente di tutti.

La verità più dura da accettare, è che il Barcellona ha perso l’efficacia del suo maggior punto di forza: la Cantera.

Fino a poco meno di un decennio fa, la nazionale spagnola e un Barça che era tra le squadre migliori di sempre, si reggevano completamente (o quasi) su elementi cresciuti nella Masia, un vivaio di talenti così grande, da lanciare giocatori ad oggi internazionalmente rispettati, che però non sono riusciti a farsi notare tra le fila della prima squadra, come ad esempio Luis Alberto, Adama Traoré o Keita Baldé.

Tanti, forse troppi i soldi spesi alla ricerca di nuovi campioni in casa di altri: un Dembélé mai ambientatosi veramente, un Coutinho non da meno, che ieri sera peraltro ha punito i suoi ex compagni con una doppietta, un Griezmann la cui storia in blaugrana rischia di non discostarsi troppo da quella degli altri due, e via dicendo.

Ed è proprio sul budget speso per la squadra che gira il perno del confronto tra Bayern e Barcellona, perché mentre gli ultimi hanno speso più di 300 milioni solamente per i 3 attaccanti citati prima, i bavaresi vantano un undici che ad oggi non ha punti deboli, costato in totale 100 milioni.

Ci sono delle stagioni in cui va tutto male, ed altre in cui ci si sente potentissimi, ebbene, il fato ha voluto che le due protagoniste del match più shockante di questa Champions League, si incontrassero agli antipodi di queste possibilità, perché mentre quest’anno il Barcellona chiude con 0 trofei vinti (non succedeva da 12 anni), il Bayern, raggiungendo quota 39 gol nelle 9 partite, tutte vinte, di quest’edizione della competizione europea più importante, si candida seriamente a vincere il triplete.

Visti i numeri della stagione, i ragazzi di Flick partivano sicuramente favoriti, ma un 8-2 rimane un risultato umiliante. Il presidente Bartomeu ha già licenziato allenatore, dirigenti e CEO del club: c’è aria di cambiamento, forse oggi per gli interisti il sogno Messi in nerazzurro ha colori più nitidi, del resto dopo certe serate non si è sicuri di nulla; a Monaco però, sono sicuri di avere una squadra tra le più forti al mondo, e sanno che da oggi, chiunque voglia mettere le mani su quella coppa, li dovrà temere.