Lo so anche io che non si vive di ricordi, che bisogna guardare avanti, che non bisogna fermarsi mai e via di questo passo; ma finchè mi nutrirò di calcio, finchè guarderò partite, finchè penserò, parlerò, scriverò, vivrò di questa passione, non potrò mai fare a meno di quel quid che trasforma l'agonismo, il vigore fisico, la resistenza alla fatica, insomma l'atleta in artista.

Che il calcio di oggi sia molto diverso da quello anche solo di 10 anni fa è sotto gli occhi di tutti; ma se il mondo di oggi ammira, ama e delira per i Messi, i CR7, i Salah, gli Hazard, i Modric, i Dybala così come nelle varie epoche ha amato i virtuosi del pallone come Sivori, Rivera, Baggio, Cruyff, Zico, e soprattutto Meazza, Pelè, Maradona, Eusebio, Di Stefano e Puskas, significa che oggi come allora più che l'atletismo si predilige la tecnica.

Ancora oggi negli stadi si sentono gli "ohhh...." di stupore per uno stop, una veronica, un tacco, un sombrero, un doppio passo, una finta. 

Allora mi chiedo e Vi chiedo se tutta questa prosopopea che hanno le Società nel ricercare allenatori che pratichino il "bel giuoco" per dirla alla Berlusconi o il "calcio champagne" per dirla alla francese, o il "calcio totale" per dirla all'olandese, altro non sia che la "voglia" di giocate tecnicamente sopraffine.
Sono quel tipo di giocate che fanno del gioco del calcio un'arte
, del calciatore un'artista, di una partita la trepidante attesa di quella giocata e di vivere quell emozione.

Purtroppo come le mitiche perle nere, questi immensi fuoriclasse si fanno vieppiù rari e permettemi di addossare la responsabilità di ciò agli allenatori dalle scuole calcio fino alle prime squadre, che hanno ormai smesso di attribuire non solo o non tanto priorità alla tecnica rispetto all'atletismo, ma neppure di uguagliarne l'importanza.

I club da parte loro hanno creato centri sportivi all'avanguardia, con palestre e campi ultra moderni e sofisticati, aree di sabbia per i muscoli, traini di corde, gabbie per non fermarsi mai; e hanno omesso il muretto, un semplice umile muretto, come quello che un vecchio Maestro di nome Liedholm utilizzava per affinare la tecnica dei suoi allievi.

La parte atletica dunque a soffocare quella tecnica e partite sempre più vigorose ma non spettacolari, salvo poche eccezioni dove le due situazioni convivono armoniosamente ed elevano una semplice partita a pura poesia.

Per il calcio contemporaneo questo dev'essere l'obiettivo da perseguire.