73 anni, sono passati quasi tre quarti di secolo da quel 25 aprile 1947 in cui ad Amsterdam, veniva alla luce il giocatore, il personaggio più totale che il calcio europeo avesse mai visto. Stiamo ovviamente parlando di Johan Cruyff, ricordato da molti per il suo trascorso da giocatore nelle file di Ajax e Barcellona, le 3 Coppe dei Campioni, i 3 palloni d'oro, la rivoluzione calcistica con il "calcio totale" e infinite giocate sensazionali, non molti, però, hanno presente quello che Cruyff ha fatto nella sua seconda vita dopo il ritiro, l'allenatore.

Cruyff aveva delle idee completamente sue, era sempre dalla parte opposta rispetto a chiunque altro, ma era anche un uomo d'affari, infatti una volta compresa le potenzialità economiche che la sua figura gli avrebbe potuto portare decise di lasciare l'Ajax, forse anche per qualche idea filosofica particolare, basti pensare che dopo il ritorno all'Ajax nel 1981, nel 1983 decise di chiudere la carriera al Feyenoord, ma nell'estate del 1973 si trova di fronte ad un bivio, Real Madrid o Barcellona. Essendo da sempre il popolo catalano identificato come popolo che si ribella, un po' alternativo e che vuole dimostrare la sua superiorità nella diversità, soprattutto in quel periodo di dittatura, Cruyff capisce che la Catalogna è il posto che fa per lui e per i successivi 5 anni vestirà la maglia Blaugrana ed è qui che la storia che vi voglio raccontare oggi ha inizio.

Il Barcellona in quegli anni veniva da una lunga astinenza di trofei, dopo il periodo d'oro con Helenio Herrera e Luis Suarez, per citarne alcuni, si aveva voglia di riscatto e quindi, viste le grandi possibilità economiche già allora, cosa c'era di meglio di puntare sul giocatore più forte al mondo in quegli anni? Cruyff arriva a Barcellona, insieme al suo allenatore dell'Ajax Rinus Michels, per essere il simbolo della squadra sia allora ma anche negli anni, perché è vero che poi ci sono stati altri miti indiscutibili come Xavi, Messi, Ronaldinho e molti altri, ma se questi hanno vestito la maglia Blaugrana è merito soprattutto di Cruyff. In cinque anni Cruyff vince una Liga e una Copa del Rey, condite dal terzo pallone d'oro e dal goal che gli fruttò il nome di "Olandese volante", quella magnifica rovesciata di tacco contro l'Atletico Madrid. Al termine della stagione 1977/1978 lascia la Spagna, in seguito anche a delle controversie societarie, per ritirarsi inizialmente ma poi riprendere a giocare in America e chiudere la carriera nella sua terra.

Il Barcellona attraversa poi un decennio, durante in quale arriverà anche Maradona, in cui comincia ad esporsi anche a livello internazionale con la Coppa delle Coppe nel 1979.
Ma è nell'estate del 1988 che la storia del club ma anche del calcio cambia per sempre. Cruyff è allenatore dell'Ajax da tre stagioni, ma decide di compiere lo stesso viaggio fatto da giocatore e vola in Catalogna per la seconda volta. Non appena mette piede in città Cruyff inizia a stravolgere il metodo di lavoro e la rosa, imponendo che tutte le squadre, dai pulcini alla prima squadra, debbano giocare allo stesso modo, così che i giovani siano meglio integrabili con il resto della squadra.
Il gioco di Cruyff era quello che lo vedeva protagonista da giocatore all'Ajax, movimento e palleggio per creare spazi nei quali inserirsi e fa comprare alla società solo giocatori funzionali al suo gioco, arrivano quindi nei primi anni giocatori come Valverde, Laudrup, Koeman, Stoichkov e viene promosso in prima squadra un giovane che si chiama Pep Guardiola, da subito lavorato da Cruyff per renderlo uno dei migliori al mondo. Ed è proprio nel settore giovanile che Cruyff compie l'altra rivoluzione, invece che cercare talenti in tutta la Spagna, concentra i suoi osservatori in Catalogna, stesso metodo utilizzato anche dall'Athletic Bilbao nei Pais Vasco, sarà questa la scelta che renderà famosa la Masia e farà svoltare per sempre la storia Blaugrana. Nel 1991/1992 Cruyff porta il Barcellona per la prima volta sul tetto d'Europa nella storica finale di Coppa dei Campioni contro la Sampdoria decisa da una punizione del connazionale Rambo Koeman nel secondo tempo supplementare. Negli anni successivi arrivano altri campioni come Hagi, Romario, Figo e altri successi, oltre alla scottante sconfitta per 4 a 0 in finale di Champions League nel 1994 contro il Milan di Don Fabio Capello. Nel 1996 Cruyff lascia la panchina del Barcellona, dove continuarono ad arrivare grandi giocatori come Ronaldo, Rivaldo, Blanc, Kluivert perché ormai il club aveva assunto la forma di top team anche a livello internazionale grazie all'olandese.

La seconda svolta si ha però tra gli ultimi anni '90 e i primi anni 2000, dove il lavoro svolto da Cruyff in precedenza raggiunge l'apice, in pochi anni dalla cantera della Barca vengono promossi in prima squadra giocatori allora sconosciuti ma che faranno la storia del calcio sia col club sia con la nazionale, parliamo ovviamente di Puyol, Xavi, Iniesta, Busquets, Fabregas, Valdes, Pedro, Jordi Alba e un piccolo argentino, tale Lionel Messi, scartato in Italia dal Como per l'altezza, preso come futuro campione dal Barcellona. A questa squadra fatta di campioni e giovani talenti manca però una guida in panchina, arriva quindi Frank Rijkaard, un altro olandese, che tra le altre ricevette anche la benedizione, per così dire, di Cruyff quando da lui venne allenato all'Ajax dopo essergli stato compagno negli ultimi anni di carriera. Arrivato nel 2003, nel 2006 Rijkaard porta il Barcellona a vincere la Champions League per la seconda volta e a svariati successi in campo nazionale. Nel 2008 Rijkaard lascia la panchina a Pep Guardiola, il figlioccio di Cruyff, il quale riprende lo stile di gioco dell'olandese ma lo riproduce in una chiave di lettura più moderna, in questo modo il Barcellona diventa per anni la squadra più forte e vincente del mondo, vince tutto quello che si può vincere e più di una volta, riuscendo a fare il triplete per due volte in 3 anni.
Arriviamo quindi ad oggi, dove la Masia continua a produrre prospetti interessanti, Ansu Fati su tutti, o giocatori che trovano il loro posto in prima squadra, come Sergi Roberto, che resterà per sempre nella storia del club per il goal del 6 a 1 contro il Paris Saint - Germain, ma non saranno mai al livello della precedente generazione. Dal 2011 il Barca ha vinto la Champions un'altra volta nel 2015 ma da troppi anni subisce rimonte incredibili, Roma 2018 e Liverpool 2019, o addirittura non riesce ad imporsi nei 180 minuti, come contro la Juventus nel 2017.


Ho voluto raccontare questa storia oggi, nel giorno del suo compleanno, perché spesso si tende ad associare Cruyff solo all'Ajax dei primi anni '70 ma a parer mio non gli vengono riconosciuti tutti i meriti che ha nella storia dell'evoluzione del Barcellona e del calcio e in un momento come quello che stiamo vivendo si potrebbe riflettere a fondo su questo campione totale.
Vi lascio anche un video su Cruyff realizzato da Stefano Borghi