Se anche una 'penna affermata' come quella del Dott. Sconcerti tratta i calci di rigori assegnati al Milan come una anomalia statistica e non piuttosto come episodi di gioco, allora possiamo affermare tranquillamente che siamo 'usciti da ogni contesto sportivo', alla ricerca di non so bene quali argomenti, per dare credibilità ad un concetto che ne è totalmente privo.

Esiste forse un numero di rigori che non può essere superato? Se in una partita ne venissero assegnati ad esempio quattro, scrivendo un numero a caso, tutti legittimi, la partita dovrebbe essere invalidata? Non perdo neppure tempo a scrivere le risposte.
Invece di cercare di screditare il Milan, facendo passare l'idea che sia primo esclusivamente grazie all'aiuto arbitrale e ai 14 calci di rigore assegnati (dei quali 12 sono netti e inconfutabili, 1 con la Roma generoso, ma a ricompensare uno inventato per i giallorossi e quello contro la Fiorentina, già allenata da Mister Prandelli, l'unico che lasciava spazio a interpretazioni) perché non ci si sofferma su come una regola così importante sia stata stravolta e manipolata perdendo tutta la sua importanza e valore?

Una volta il calcio di rigore era una cosa seria. L'arbitro, nell'immediatezza di prendere una decisione, poiché non era supportato dal VAR e dalla tecnologia attuale, sapeva selezionare i falli gravi e volontari da quelli fortuiti, da quelli simulati e ininfluenti nel contesto dell'azione.
Invece di utilizzare la tecnologia per aiutare la terna arbitrale, si è riusciti nell'impresa (quasi impossibile) di peggiorare quello che era considerato lo spettacolo, non solo sportivo, più bello del mondo. Questo è accaduto non certamente per una casualità, ma per motivi chiari e precisi ed è di questi che si dovrebbe scrivere, non piuttosto del 'sesso degli angeli' o se si debba mettere un tetto al numero dei rigori da concedere.

Ma torniamo ai calci di rigori. Abbiamo assistito a drastici cambiamenti, levando l'involontarietà, assegnando rigori sempre più generosi, specialmente con i falli di mano che sono diventati il vero incubo dei difensori. In passato mai si sarebbe assegnato un calcio di rigore come quello dato ieri sera alla Juventus. Cross di Bernardeschi, palla al terzo anello di San Siro, in area si spingono Young e Cuadrado, cascader di professione, spinta netta, quanto ininfluente sul contesto, quindi non certamente una "netta occasione da gol", ma sufficiente per giustificare la decisione dell'arbitro, aiutato dalla VAR, di assegnare la massima delle punizioni, il CALCIO DI RIGORE. La stessa cosa succede quando un attaccante calcia verso la porta, sbagliando il gol e successivamente viene colpito dal portiere o da un difensore in modo ininfluente, ma per il regolamento sanzionabile con il calcio dagli undici metri.

Sarebbe sufficiente applicare la regola con il 'buon senso', tornando a modi passati, tralasciando quella 'fastidiosa' lotta di potere con cui gli arbitri continuano a tenere il calcio sotto scacco, preoccupati che sia la tecnologia a prendere il sopravvento. Non sono certamente gli unici responsabili, poiché sono le stesse Società a beneficiare di queste incertezze, sempre utili per nascondere gli insuccessi sportivi. Sarebbe facilissimo arbitrare con la massima trasparenza, riscrivendo il regolamento su quei due, max tre punti, non chiari e assegnando all'arbitro alla VAR la direzione della gara e quello in campo come esecutore delle direttive. Basta interruzioni e perdite di tempo, obbligo di accettare le decisioni e, se possibile, annullamento di tutte le moviole nei dopo partita, inutili se non per instigare a recriminazioni e diffondere l'idea del costante complotto sportivo.
Torniamo quindi a trattare il rigore come una cosa seria, la conseguenza porterà certamente solo benefici.

Ecco, questi sono gli argomenti che mi sarebbe piaciuto leggere da quei giornalisti che vengono seguiti da moltissimi tifosi e appassionati, non certamente sulla stranezza di quelli concessi al Milan, ma forse anche loro preferiscono meno trasparenza per poter "distillare le loro sentenze".
Penso sempre che l'uomo ha camminato sulla luna. Ha mandato in orbita prima un cane e poi una scimmia, affidandogli un'astronave, ma non riesce nel 2021 a dirigere una partita utilizzando la tecnologia in modo corretto.
Allora, per favore, togliamola e affidiamoci solo agli uomini, in tal modo come diceva il bravo e saggio Boskov: "rigore sarà, quando arbitro fischia".