Se per un qualsiasi mistico motivo dovessi vestire i panni di qualcun altro, non vorrei essere in quelli di Gianluigi Donnarumma in questo  momento. Dopo essere stato (e continua ad esserlo) al centro di discordie tra società, procuratore e tifosi, il diciottenne si è lasciato travolgere completamente dal fiume in piena di polemiche che lo hanno additato come ingrato o traditore, trascinandolo verso una prestazione da portiere di vent’anni di più. 

Subire 6 gol in tre partite non è sicuramente un numero di cui vantarsi, specialmente se si sta per prendere il largo nella propria carriera. E fa capire che c’è ormai qualcosa che non sta più funzionando nel portiere classe ’99, protagonista di letterali balzi felini durante i match di campionato. 

Ma chi è senza peccato, scagli la prima pietra. Ed è normale che un appena maggiorenne che si vede proiettare la propria carriera nel calcio spagnolo d’onore o che viene conteso tra squadre di grande valore quando la maggior parte dei suoi coetanei milita ancora in primavera, possa essere accecato da tanto bagliore o schiacciato da tante pressioni. 

Ma è anche vero che né di lui né del suo procuratore si possa dire che siano dei buoni samaritani.
Un agente con gli occhi da falco e la mente da volpe è la conseguenza ed insieme la causa della demolizione dei rapporti tra una società e un giocatore (specialmente se giovane) quando lo scopo è uno solo: lucrare sul talento quanto più è possibile. Di certo non si può dire, infatti, che la prestazione in questa stagione di Premier League di Paul Pogba sia valsa i 105 milioni che è costata. O che Zlatan Ibrahimovic possa mai diventare una bandiera per qualche squadra. 

E sappiamo benissimo come i grandi club facciano pagare gli errori dei singoli. Si dice che il futuro di Gigio Donnarumma sia (con tanti auguri) nel Real Madrid, dove, però, un errore dello stesso calibro di quelli commessi nelle precedenti partite potrebbe avere conseguenze ben più negative di uno striscione satirico. 

Resta dunque da compiere ancora una volta quella scelta che sta mandando in cancrena il mondo calcistico: procuratore o tifosi? O meglio, soldi o onore?