Quando il 24 maggio 2003 l'avvocato Gianni Agnelli salutò la vita terrena, il mondo della Juventus non ebbe più quella sicurezza che il presidentissimo eterno gli aveva dato fino ad allora. L'avvocato si era portato via con sé la serenità di quella società che aveva fatto crescere e amare da milioni di tifosi in tutto il mondo. Quando quel giorno di maggio chiuse gli occhi per l'ultima volta, tutto cadde, quella Juventus, dal quale nemmeno uno spiffero la scalfiva, ha cominciato ad aver problemi, così come tre anni dopo, quando con una presidenza più che fittizia la società si trovò invischiata in Calciopoli e ne pagò le conseguenze con la sua prima retrocessione storica, salva da una radiazione che in tanti chiedevano; ci fosse stato l'Avvocato, nulla di questo sarebbe successo, certamente la Juventus non sarebbe andata in B, questo poco ma sicuro.

Gianni Agnelli era un personaggio a livello mondiale, uno che parlava dal più ricco al più povero sempre con la stessa medesima tranquillità, pronto a punzecchiare chi dava contro la sua Juventus nel rispetto, è forse uno dei presidenti che non si è mai esposto più di tanto contro qualcuno, lo faceva ma tra una risata e l'altra. Era potente? Potentissimo, era uno degli esponenti più importanti d'Italia nel Mondo con la FIAT, che ha esportato in ogni angolo della terra, anche dove le auto non circolavano, una FIAT era presente. Persona che non trova nemici pubblici, amico con il presidente Jon-Frizgerald Kennedy e David D. Rockfeller banchiere. Gira il mondo, frequenta salotti, jet, jot, gira in lungo e largo, appassionato della Juventus, dello sci e della Ferrari, del quale ne è sempre proprietario, grande rapporto con Jean Todt al quale 'regala' Michael Schumacher che poi gli porterà ben cinque mondiali di fila.
L'avvocato però aveva l'amore più grande, la Juventus, che difendeva sempre e comunque, anche perchè, come ben pensava, i panni sporchi si lavavano in casa, e non certamente davanti ad un microfono davanti milioni di spettatori. L'avvocato, già, un appellativo che si è portato dietro per sempre, per il suo titolo di studio, una Laurea in Giurisprudenza, anche se, non avendo mai sostenuto l'esame abilitativo alla professione forense, il titolo non gli competeva, ma per tutti era così, almeno per quelli che non erano i professori o pignoli al seguito. I suoi pupilli juventini erano pochi ma buoni, da Omar Sivori a le 'Roy' Michel Platini,  da Roberto Baggio a Gianluca Vialli per chiudere con Alessandro Del Piero. Era solito dare dei nomignoli ai suoi giocatori più importanti, tutti riportati dall'arte, così nacquero Michelangelo per Vialli, Raffaello per Baggio e Pinturicchio per Del Piero, ma non mancarono le stoccate soprattutto su Zinedine Zidane, che lui ricordò così dopo l'addio alla Juve "E' stato più divertente che utile". Quel signore sempre elegante e mai con una parola fuori posto, sempre scherzoso e vivace, di stile, mai impeccabile, mai un abbinamento fuori luogo.
La Juventus, la Ferrari e la Famiglia, almeno fin quando la morte del figlio Edoardo nel 2000, all'età di 46 anni, non lo colpì duramente al cuore, e forse quello fu il primo campanello d'allarme, un colpo durissimo.
Nel 2003 il presidente Agnelli esala l'ultimo respiro e lascia un vuoto che ancora oggi nessuno è riuscito a colmare e forse nessuno potrà mai colmare.
Grazie Presidente, non la dimenticheremo mai.