Oggi pomeriggio mentre leggevo alcuni commenti postati da tifosi scoraggiati e convinti che in realtà anche quest'ultima trattativa "cinese" fosse soltanto l'ennesima truffa ordita dal Presidente per ingannare i tifosi, mi sono chiesto cosa sarebbe successo nel malaugurato caso la protesta, ormai strabordante sul web, fosse arrivata fisicamente nelle piazze o alle porte dei palazzi abitualmente frequentati da chi, agli occhi della ormai quasi totalità dei tifosi, è visto e vissuto come traditore. Ho quindi postato un commento a questo riguardo che probabilmente a causa della sua incompletezza non ha chiarito a sufficienza il mio punto di vista. Ho deciso quindi di scrivere un articolo che definisse meglio alcuni aspetti che ritengo importanti anche alla luce del vero e proprio atto di ribellione che i piccoli soci hanno operato nella assemblea di oggi pomeriggio. Un tifoso aveva replicato al mio commento affermando che nessuno poteva chiedere in nessun modo alla proprieta di vendere la società, tantomeno utilizzando la piazza come elemento di pressione e allo stesso tempo mi invitava in modo poco garbato ad usare il cervello. Naturalmente, come già ho spiegato, io non mi auguravo affatto questo tipo di esito ma piuttosto lo temevo e continuo ad essere preoccupato che gli esiti negativi della trattativa ( se esiste ) possano produrre effetti di cui, credo, nessuno sente il bisogno. Dico questo perchè da attento osservatore non posso esimermi dal notare che ormai il rapporto di fiducia che legava i tifosi alla proprieta è definitivamente rotto e si tratta di una frattura non più ricomponibile. Io ero li quando in tribuna cominciò il lancio di tesserine di abbonamento all'indirizzo di Giusy Farina e ve lo posso garantire, non fu un bello spettacolo. Il tifo è una brutta malattia, questo tutti lo possano capire, quante volte avete visto persone che ritenevate equilibrate perdere completamente la ragione nel tentativo di difendere la squadra del cuore? Questo succede perchè essere tifoso è una questione di appartenenza, non ha nulla a che vedere con la ragionevolezza o con l'essere proprietari di un qualche cosa. Il punto centrale credo che sia proprio questo, nessun tifoso riconosce la proprietà del proprio Team del cuore a chicchessia ma ne riconosce nel Presidente il primo tifoso. Questo determina che nel caso venga a mancare il rapporto di fiducia tra proprietà e tifosi e necessario che la prima passi la mano in quanto verrebbe a mancare l'elemento fondante perchè la società continui ad esistere. In pratica la situazione sarebbe la medesima di una coppia che vive un rapporto di convivenza dove all'amore si sostituisce l'odio e il sospetto. Una situazione di fatto insostenibile. D'altra parte non è possibile pensare che una squadra di calcio professionistica possa esistere e sostenersi se abbandonata dalla quasi totalità dei suoi sostenitori. Insomma si tratta di un vero cortocircuito la cui unica via di uscita si chiama separazione consensuale, perchè si, essere tifosi è un fatto di amore ma è soprattutto un fatto di appartenenza cosa che credo anche i cinesi dovranno per forza di cose cominciare ad imparare.