Qualche giorno fa, il Collega Blogger 5 Maggio 2002 ha scritto un pezzo molto interessante contente una predizione relativa alla graduatoria della prossima annata. È un po’ di tempo che nutro la volontà di proporre qualcosa di simile e il suo lavoro mi serve da ulteriore stimolo. Proverò quindi a rispondergli con la consapevolezza che, come diceva Nihels Bohr, “le previsioni sono molto difficili. Specialmente sul futuro”. Azzeccarle in toto non sarebbe nemmeno bello in quanto, poi, si supporrebbe di vantare la sfera di cristallo e, senza l’elemento sorpresa, il mondo perde d’interesse. Diventa un luogo potenzialmente molto pericoloso perché totalmente controllabile. Non intendo divagare in tematiche che nulla hanno a che fare con l’oggetto proposto e parlo di serie A. Finalmente vivremo un campionato normale? Tutto possiamo dire tranne che gli ultimi 2 abbiano avuto la detta prerogativa. Il covid li ha condizionati in maniera troppo importante. Il primo è stato sospeso per ben 4 mesi. Si è recuperato giocando in estate a un ritmo forsennato che non ha falsificato il torneo, ma certamente ha modificato i valori rispetto a quello che sarebbe stato il presupposto corso dell’annata. A questo si è aggiunta pure l’assenza del pubblico. Stessi tristi principi durante la seconda stagione. Fortunatamente non si è assistito ad alcun blocco, ma l’inizio ritardato di qualche settimana, coda di quanto accaduto nei mesi precedenti, ha modificato i tempi. Degli spettatori, poi, manco l’ombra. Insomma, qualcosa di brutto che ci si augura di non dovere rivivere. Eventuali focolai e calendario delle nazionali con continue trasferte oltreoceano di alcuni giocatori non lasciano tranquilli, ma non si parla di sospensione. E’ possibile, però, che i tecnici siano costretti a rinunciare in varie occasioni ai loro campioni extracomunitari. Più difficile, invece, fare pronostici sul pubblico completamente dipendente dalle zone di colore. Anche questa volta, quindi, il virus ci mette lo zampino e, pure se in maniera sempre inferiore, complica la vita al pallone diventando una potenziale incognita sui risultati finali dei tornei.

Venezia: Credo sarà un campionato all’insegna dell’equilibrio anche nella parte alta della graduatoria. Proprio per questo, per motivi di suspense, partirei dal basso. Inizierei dal gruppetto che potrebbe giocarsi la permanenza in serie A. Il Venezia è stato promosso nella massima categoria. Non militava così in alto dal 2002. E’ trascorso quasi un ventennio vissuto persino tra i campi della serie C. La cadetteria è stata conquistata con Pippo Inzaghi nel 2017, poi è arrivato l’ambito traguardo raggiunto qualche mese fa grazie alla vittoria playoff sul Cittadella. Uno dei principali artefici del recente successo è mister Paolo Zanetti. È un ex calciatore. È un tecnico giovane e in rampa di lancio. Pare vantare le doti per fare molto bene. La squadra, però, deve superare vari step e sembra difficile poterli compiere tutti nel corso di quest’anno. Intanto ci si deve adattare alla categoria. Questo vale pure per la piazza. Mancare da tanto, non è semplice. Anche la società necessita di comprendere e di sperimentare. Sulla carta, poi, si tratta di compagine con calciatori di poca esperienza a certi livelli. Nell’ipotetico 4-3-1-2, il perno è Mattia Caldara. Il difensore centrale è un’eterna promessa, mai sbocciata, che prova a ritrovarsi sulla Laguna. Molte sono le novità che abbisognano di recuperare il giusto feeling, la sintonia tecnico-tattica e mentale: Ampadu, Haps,Heymans, Peretz, Kyine, Henry... Servirebbe un’autentica impresa e temo che i veneti non siano attualmente in grado di compierla. Peccato perché Venezia merita una squadra di calcio che sia sempre al top come lo è la Città. Non voglio, però, porre limiti alla Provvidenza e potrei sbagliarmi di brutto.

Spezia: Vicine nell’ordine alfabetico, potrebbero esserlo pure nella graduatoria finale. Dopo il miracolo targato Italiano, lo Spezia sposa Thiago Motta. È un allenatore di poca esperienza. Nel 2019-2020 ha vissuto qualche giornata di serie A con il Genoa, ma il matrimonio non è durato a lungo. Si tratta di un mister con idee di calcio particolari e molto moderne. Nella prima esperienza non avevano funzionato, ma è trascorso parecchio tempo e tanto può essere cambiato sia nel modo di interpretare pallone da parte dell’oriundo che nel gioco stesso. Phanta rei diceva Eraclito. I liguri hanno variato pure sul campo e perso giocatori importanti come Pogeba. È rimasto capitan Maggiore che fungerà sicuramente da perno di un ipotetico 3-4-2-1. Di fianco a lui potrebbe esserci il nuovo arrivato Bourabia che ha vissuto la serie A con il Sassuolo. In attacco, Verde ha iniziato forte. C’è attesa per Agudelo. Se la salvezza della scorsa stagione è apparsa quasi miracolosa, confermarsi potrebbe essere persino più difficoltoso.

Hellas e Salernitana: Vuoi che sia una debacle enorme per la Città di Verona? Dopo l’amara fine del Chievo, anche l’Hellas rischia la serie B? Credo proprio di sì. Come la vita, il calcio è una ruota che gira. Il territorio scaligero è stato, per tanto tempo, regno del pallone. Ora è in difficoltà e il Veneto corre il pericolo di perdere le sue 2 rappresentanti. E dire che, sulla carta, i gialloblù paiono abbastanza competitivi. Faraoni, Tameze, Lazovic e Veloso, per esempio, compongono una discreta mediana. Davanti ci sono uomini come Barak e Simeone. E’, però, una compagine incompleta. Il senso è quello dell’eterna incompiuta e l’andamento dei primi 2 match di campionato conferma proprio tale idea. Gli uomini di Di Francesco hanno attaccato e disputato ottimamente scampoli di match, ma sono caduti. Una parte del tutto non è abbastanza. Questo vale anche nei singoli, allenatore compreso. Sono tanti gli uomini che danno l’idea del “Vorrei, ma non posso”. A un briciolo dalla gloria, non pare sufficiente. L’assenza di Juric appare molto pesante. Se si sbloccassero, però, la musica sarebbe totalmente diversa. A quel punto, temo rischierebbe la Salernitana. Ho vissuto il Carpi di Castori nella favolosa cavalcata che ha condotto alla promozione in serie A ed è stato magnifico. Nella stagione successiva, il marchigiano stava persino riuscendo nell’impresa di salvare gli emiliani. È un ottimo tecnico a cui, forse, il calcio non ha mai reso sufficiente merito. Vuoi che il destino gli regali una soddisfazione pure nella massima categoria? Il suo 3-5-2 non è malvagio e, soprattutto, è molto pragmatico. A differenza dei colleghi più giovani, Fabrizio è meno legato a moderne teorie, ma molto concreto. Gagliolo è un suo scudiero e vanta anni di esperienza in serie A. È un difensore arcigno. Questa praticità emerge pure in mediana con Di Tacchio contornato da 2 rocce come Oby e Coulibaly. Non ruberanno gli occhi, ma… E davanti? Beh Bonazzoli e Simy. Si tratta di una coppia che più fisica non si può. I campani hanno cambiato tanto, ma hanno immesso calciatori pronti. I risultati dei primi 2 incontri non devono ingannare.

Bologna ed Empoli: Signori, il calcio è materia fluida. Considerate questa classifica come un qualcosa in divenire e non rigidamente fermo nelle sue posizioni. Voglio intendere: è chiaro che credo poco nella salvezza del Venezia ma, se una tra Bologna ed Empoli dovesse retrocedere al posto del Verona, non mi stupirei troppo. Sarei, però, piuttosto sorpreso per quanto sta mostrando la squadra di Andreazzoli. Credo che i toscani siano una compagine in grande continuità con il passato. Attenzione perché è un aspetto che può risultare determinante. Tra il nuovo tecnico e Dionisi, che l’ha preceduto, esiste una rilevante differenza d’età, ma non di vedute. Si intende di calcio, ovviamente. Corsi, inoltre, è una “vecchia volpe” nel senso più positivo del termine. E’ patron della società da tempo e ha reso grande una cittadina come quella appenninica. Spesso si è raccontato della favola Sassuolo o di quella clivense, ma ci si dimentica che, a Empoli, accade ormai da anni. Tutto è scontato. Da lì, per esempio, è stato lanciato Sarri. Tanta roba. Ho fiducia in una rosa che è rimasta molto simile a quella dominante nella scorsa stagione di serie B. Si sono aggiunti giocatori vogliosi, famelici e importanti come Cutrone e Pinamonti. La vittoria dello Stadium contro la Juve non significa nulla e lo dimostra quanto accaduto al Benevento nella passata stagione ma, se la si inserisce nel giusto contesto, cambia. E il Bologna? Beh… penso persino che la squadra toscana possa essere superiore ai rossoblù. Mihajlovic è un bravo tecnico. Non si discute. Conosce bene l’ambiente e lo vive ormai da tempo. La squadra è simile a quella della trascorsa annata. Arnautovic è sicuramente un attaccante forte e di prestigio. L’austriaco ha le caratteristiche per trascinare la squadra. Deve soltanto essere responsabilizzato nel modo più opportuno. È la stella attorno a cui potrebbe ruotare la galassia felsinea.

Cagliari, Sampdoria, Genoa, Torino e Udinese: Elaborare una graduatoria tra queste forze appare realmente complesso, ma le infilerei nell’ordine scritto. Il Cagliari ha giustamente confermato Semplici. È un ottimo tecnico che avalla il potere della scuola toscana. Lì sono nati mister come Lippi, Allegri, Sarri e Spalletti. Questo solo per citare alcuni esempi. È un allenatore tanto pragmatico. Amo quel genere. Nella passata stagione è riuscito in un miracolo quasi impossibile. La salvezza dei sardi pareva davvero compromessa ma, subentrato a Di Francesco, ha centrato un’impresa incredibile. Lui e il direttore Capozucca sono stati decisivi tanto che il patron Giulini li ha confermati. Il centrocampo ha perso Nainggolan, partito per il Belgio, ma ha trovato Strootman che è un calciatore molto vicino sia sotto il profilo tattico che quello dell’esperienza. In difesa è arrivato Caceres che, affiancandosi a Godin e Ceppitelli, va a comporre un reparto di veterani. Il gioiello Nandez non è partito. A meno di un clamoroso harakiri, la salvezza dovrebbe essere una garanzia. La Samp ha perso Ranieri e non è poco. Il romano dava quel quid in più. È una certezza. Ha preso, però, un profilo molto simile. L’età non è la stessa, ma la propensione alla concretezza sicuramente sì. D’Aversa è cresciuto con la gavetta. Ha guadagnato la serie A passando da due promozioni. Entrambe sono state conquistate alla guida del Parma. Nel 2017, la squadra è salita in cadetteria e, dopo solo un anno, ecco nuovamente i ducali tra i grandi. Nel 2020-2021, gli emiliani non sono riusciti a salvarsi, ma è stato un percorso davvero particolare partito, tra l’altro, con Liverani in panchina. I blucerchiati vantano giocatori come Damsgaard che tanto bene ha fatto durante l’Europeo itinerante. In mediana regna la fisicità di Ekdal e Thorsby. In attacco ecco Caputo che pare in forma calante, ma è sempre un buon bomber. Colley continua a essere perno della difesa e Audero è un bravo portiere. Si resta nella Città della Lanterna e si trova il Genoa. Come sempre, Preziosi si diverte nel calciomercato. La squadra si è modificata in maniera profonda. La “mina vagante” rappresentata dal presidente, lo affermo con il massimo del riguardo, è equilibrata da Ballardini. E’ il mister più adatto a lavorare con il signore dei giocattoli perché è capitano saldo nella tempesta. Ha manico ed esperienza e non si lascia guidare dagli eventi. Tiene il punto e non pare essere troppo permaloso. In caso contrario non avrebbe fatto ritorno, più o meno 100 volte, al Grifone. Sirigu è uno dei portieri campioni d’Europa. Maksimovic va a rinforzare la difesa a 3. Hernani, regista nel centrocampo a 5, è stato uno dei pochi a salvarsi nel Parma disastroso della scorsa annata. Cambiaso è un’ala interessante. A destra, invece, ecco Sabelli che, a Brescia, ha sempre mostrato qualità. Saranno, invece, da verificare le doti di Ekuban. Al massimo sono pronti Destro e Pandev. Caicedo saprà sfruttare la chance da titolare. Sono abbastanza convinto che Juric saprà prendersi il suo Toro. È l’uomo giusto nella Città giusta. Il Cuore Granata sembra essere perfettamente rappresentato dal serbo. È un allenatore che si fa sentire e Cairo sarà in grado di assecondarlo. Gli ultimi acquisti hanno rinforzato la rosa e il Gallo Belotti è rimasto. E l’Udinese? Perché così in altro? Il ciclo targato Gotti sembra giunto all’apice del suo valore. Luca non avrebbe nemmeno voluto fare il capo allenatore, invece, si è scoperto molto preparato. Silvestri è un portiere davvero capace. Stryger Larsen ha mostrato il suo valore al torneo itinerante con la Danimarca semifinalista. Pereyra e Deulofeu rappresentano la qualità. Sono convinto che i friulani regaleranno un bel campionato.

Fiorentina e Sassuolo: Siamo ai margini dell’Europa. Si comincia a respirare aria di alta quota. La Fiorentina ha trovato un tecnico che può davvero risollevarla dopo le recenti amarezze. Italiano è un mister che ha saputo superare il test della serie A. Non è sempre semplice. Qualcuno è stato rimandato. Vedi i recenti casi di Pippo Inzaghi, Bucchi o Liverani. Riesce a esprimere un calcio moderno e a farlo raggiungendo risultati concreti. Potrebbe essersi guadagnato pure così una piazza tanto prestigiosa. Il suo 4-3-3 è piuttosto completo. Nastasic e Milenkovic formano una coppia centrale fisicamente molto forte. Torreira è un regista di qualità ed esperienza anche internazionale. Due scudieri come Bonaventura e Castrovilli mixano freschezza e giusta maturità. Callejon, Vlahovic e Gonzalez, poi, compongono un reparto avanzato parecchio importante. L’ex partenopeo deve ancora ritrovarsi dopo l’addio al Napoli, ma pare in fase di crescita. Riuscire a trattenere Dusan è stata una dimostrazione di forza imponente e Nico è soprannominato Speedy. È un attaccante dotato di estrema rapidità che, in Bundes, ha segnato 6 gol in 15 presenze. La sua media è positiva e si percepisce una crescita di rilievo per un ragazzo del 1998. È già riuscito a timbrare pure nel nostro campionato. Il Sassuolo, invece, potrebbe avere operato un calciomercato da capolavoro, ma si attendono conferme. De Zerbi non ha sposato il nuovo progetto neroverde e ha preferito trasferirsi altrove. È andato allo Shakcthar. È un peccato che l’Italia abbia perso un tecnico simile, ma tant’è. Sulla panca emiliana è sbarcato Dionisi. Non ha una carriera da grande calciatore alle spalle, ma una discreta gavetta come mister ultimata dalla promozione in serie A con l’Empoli. Se si guarda all’ex allenatore si nota continuità di idee. Fattore positivo che viene amplificato anche dall’umiltà. Il neoarrivato non ha smantellato gli schemi precedenti e si è affidato al modulo usato da Roberto con i medesimi principi. Locatelli è partito. Giocherà nella Juve. Era un suo forte desiderio. Sarebbe stato quasi impossibile, e forse pure crudele, impedirglielo. La sua cessione porterà un buon gruzzoletto. Al posto del lombardo è sbarcato Henrique. Ha recentemente vinto la medaglia d’oro olimpica con il Brasile. È un regista del 1997. Deve comprendere bene il nostro calcio. In mediana, oltre al carioca, è giunto Frattesi. Un altro giovane capace. In attacco, il ricambio generazionale ha condotto all’addio di Caputo, sostituito da Scamacca. Insieme a lui ci sono Berardi, Raspadori, Defrel, Djuricic e Traorè. Tanta roba! Attenzione perché se una della fab7 sbaglia, il Sassuolo è un falco e, per poco, nella passata stagione non ha azzannato la preda. È stata questione di una manciata di punti e qualche minuto.

Napoli e Roma:Dove osano le aquile”. Si addiviene al top. Ecco la zona che vale l’Europa. Non ve la prendete subito! Queste due squadre potrebbero anche vincere lo Scudetto. Neroverdi a parte, temo che il divario tra le big e il resto della classifica sia molto ampio. Dal settimo al primo posto, la forbice potrebbe, invece, essere parecchio chiusa. Prendete la mia classifica come una semplice ipotesi. Credo che il Napoli abbia qualcosa in meno rispetto alle altre. Non mi riferisco di certo all’allenatore. Spalletti è un grande. Ma lo era anche Gattuso che ha riportato un trofeo in Campania, la Coppa Italia, dopo la Supercoppa vinta da Benitez nell’ormai lontano 2015. Il calabrese non ha centrato la qualificazione in Champions non per sue incapacità, ma per il valore della rosa. Non credo che i vesuviani siano micidiali. Mi spiego. Parto dal portiere. Continua il dualismo tra Meret e Ospina. Quando i ruoli non sono chiari, significa che un problema esiste. Di Lorenzo è certamente un terzino favoloso, ma altrettanto non si può sempre dire di Rui. Sulla carta, la coppia centrale formata da Koulibaly e Manolas è devastante, ma in campo ha mostrato delle lacune. Zielinsky e Ruiz sono due ottimi calciatori. Tuttavia, i vari Lobotka e Demme non li supportano adeguatamente. Vedremo cosa saprà fare Anguissa. Volete mettere con i tempi di Hamsik, Jorginho e Allan? Che nostalgia! L’attacco è forte, ma dipende molto dal suo centravanti. DeLa voleva un “Napoli Osimheniano”. L’ha ottenuto. Forse un po’ troppo però. E la Roma? Calma! Mou è un grande mister, ma percepisco tanta euforia. Le ultime avventure di José non sono poi state così brillanti. È un bollito? No! È in fase calante? Temo di sì! Non è più una garanzia. Per ora lo spogliatoio ha reagito positivamente, ma vorrei vedere cosa succederà nel cammino. La squadra è forte, ma ha delle lacune. Abrahaam non è Dzeko. Ha esordito con il botto, ma attenzione a farne immediatamente un campione. Nel Chelsea non giocava praticamente mai. Shomurodov, Zaniolo e Mkitharian sono indiscutibilmente un’eccezionale batteria di trequartisti. Pellegrini e Veretout rappresentano una mediana interessante e la difesa è capace. Patricio ha sistemato la porta. Ma sono 11 contati.

Milan e Lazio: Mi sto prendendo un rischio! Lo faccio per Voi! Battute a parte, è difficile capire come possa finire. Tuttavia, provo ora a inserire Milan e Lazio. Pioli ha detto che è la migliore versione dei rossoneri che abbia mai allenato. Penso abbia ragione, ma perdere Donnarumma significa rischiare di lasciare per strada parate da una decina di punti. Maignan ha iniziato tra alti e bassi. La difesa è rimasta pressoché identica e va bene così. Kessie e Bennacer rappresentano un buon centrocampo. Tonali pare cresciuto. Dopo l’anno al Brescia, un’altra stagione di alto livello, in un top club con le relative difficoltà, significa tanto. Saelemakers, Diaz e Rebic potrebbero agire alle spalle di Ibra o Giroud. Attenzione, però, perché i due sono pronti a giocare anche insieme. Dove sono i punti deboli? Noto un’incompletezza di base a partire dal mister. Lo affermo con reverenza, ma Stefano non vale il Milan. Sembra quasi lì per caso. Parlo della seconda classificata dello scorso torneo, quindi, lo dico con il massimo rispetto. Credo, però, che il risultato della passata stagione sia figlio di tante componenti fortunate. Chiaramente la dea bendata aiuta gli audaci. La Lazio? È forte! E Sarri è un valore aggiunto. Chi può permettersi una mediana con Savic, Leiva e Alberto? Nessuno in serie A. Basic è pure pronto a insidiare il carioca. Zaccagni è la ciliegina sulla torta di un attacco che vedeva già Pedro, Immobile e Anderson. Tanta roba! Ciro è diverso da Higuain, ma penso che il Maestro sia in grado di esaltarlo e dico ai fantacalcisti: “Prendetelo!!!”. Nonostante non ci sia più il capitano Simone Inzaghi, con il Comandante l’Aquila può sognare la Champions!

Atalanta, Inter e Juventus: Sono un pazzo visionario accecato dal tifo? Può essere! Al momento non potrei dire chi vincerà il titolo perché manco delle necessarie informazioni, ma mi voglio lanciare in uno sbalzo, per me, di ottimismo. Credo che, alla lunga, queste compagini saranno davvero molto vicine e qualsiasi delle 3 potrebbe risultare campione. Ognuna ha dei vantaggi e dei contro. L’Atalanta è la squadra che ha cambiato di meno e, come sempre, è stata chirurgica. Fuori Gollini, dentro Musso. Out Romero, in un suo alter ego come Demiral. Zappacosta ha completato la corsia di destra che disponeva già di Maehle e Hateboer. L’attacco è rimasto all’incirca invariato non perdendo nemmeno uno dei suoi pezzi pregiati. Un dato balza all’occhio: tra Coppa America ed Europeo, ben 9 “titolari” lo erano anche nelle rispettive nazionali. I tempi sono maturi per il grande traguardo. Molto potrebbe dipendere dall’avvio di campionato che solitamente è a rilento. Difficile, però, pensare che, in Italia, possano esserci sorprese tipo Leicester. Allegri deve solo trovare la quadra. La compagine non è così malvagia come viene descritta. Serve che il mister recuperi la dimensione dopo 2 anni di inattività e disegni un canovaccio tattico adeguato. La difesa è forte ma, al momento, non può prescindere da Chiellini. Il centrocampo necessita di Locatelli, campione d’Europa, come dell’acqua. Poi gli sarà affiancato Bentacur, titolare nell’Uruguay, o Rabiot, sempre presente nella Francia micidiale e tra le più forti al mondo. Finché non torna Arthur, è difficile ipotizzare una mediana a 3. Manca la qualità. In attacco Cuadrado, Dybala e Chiesa potrebbero agire alle spalle di Kean o Morata. Allo stato dell’arte non vedo diversi margini di manovra. Tuttavia, sono giocatori devastanti e di caratura internazionale con Moise pronto al definitivo salto di qualità. La rosa è assolutamente competitiva. Molto starà nella capacità di recuperare giusta mentalità e nel comprendere se questi uomini saranno in grado di farlo. E l’Inter? Beh… È difficile non dire che si tratti della squadra potenzialmente più forte e più pronta per vincere il titolo. Inzaghi è stato perfetto nel non toccare quanto fatto da Conte. È stata abile aziendalista e ha tenuto l’ambiente sulle giuste corde. Perché, allora, ho optato per la Vecchia Signora? Credo che abbia una profondità delle scelte migliore e un gruppo totalmente fluido. Penso all’attacco della Beneamata. Chi sarà la prima punta se dovesse mancare Dzeko? Non c’è un altro centravanti. E se si volesse variare il modulo? Una compagine così ferrata, e basata sulla difesa a 3, riuscirebbe a farlo? Questi sono gli interrogativi. Poi, ripeto, è vero quanto scritto all’inizio del paragrafo. Lo so!

Mi scuso per la lunghezza del pezzo, ma non volevo interromperlo creandone due.