Credo che tutti, Motta in primis, si aspettassero un Milan con gli uomini schierati in assetto 4-3-3. In realtà, Pioli deve aver molto meditato sul divertire e divertirsi dato come obiettivo alla sua squadra, per cui ha deciso che per non divertire gli avversari, occorreva essere realisti. Si è ricordato che la migliore versione del Milan 2022-23 è stata quella con Tonali, Bennacer e Krunic più una falsa ala destra che si accentrava per giocare dietro agli attaccanti. Nel farlo ha sfruttato al massimo la presenza di una mezza punta come Pulisic, che è giocatore vero, completo, non un jollyjumper da 6-7 partite buone all'anno come Brahim Diaz (non a caso utilizzato poco o niente a Madrid da Ancellotti). Lo statunitense è della stessa taglia dello spagnolo tascabile di Malaga, ma ha la solidità per reggere i contrasti, guadagna almeno il 30% di spazio a falcata rispetto a Diaz e ha una bella castagna quando va al tiro. Per metà primo tempo Motta non ci ha capito nulla e, quando lo ha fatto, correggendo i suoi alla pausa ristoro, perdeva già con due gol di scarto e ha solo potuto infastidire il Milan. Il 4-2-1-2 rossonero di ieri, in realtà, non era la copia esatta di formazioni simili della scorsa stagione, visto che Leao non ha giocato da esterno largo, ma da seconda punta vera, girando intorno a Giroud. Ci ha messo un po' a orientarsi, ma nel finale ha fatto il finimondo centrando un bel palo con Skorupski fuori causa. 

Credo che Bologna-Milan 0-2 di ieri sera sia già sintetizzata così, ma conviene scendere nei dettagli.
Al di là del suo valore, Pulisic è una scelta della proprietà per il marketing USA, cosa confermata dall'acquisto di Musah, che si farà di certo (ed è comunque nazionale USA), ma non è ancora un top. Lo scopo di Cardinale è accreditare il Milan nel suo paese come la squadra degli yankee. Dest è stato mollato, perché era molto bravo tecnicamente, ma aveva una clausola di riscatto molto alta e lo stesso difetto di Diaz ovvero una pericolosa inconsistenza fisica. Era stato l'unico vero flop di Maldini, peraltro preso in prestito negli ultimi minuti del mercato di un anno fa come pura scommessa.

Le esigenze di marketing hanno fatto un gran favore tecnico ai rossoneri, perché hanno portato al Milan l'uomo giusto per lavorare dietro due attaccanti senza correra a vuoto come Diaz. E' accaduto il contrario di quello che accadde nel 2021 con Chala. Il turco era restio ad accettare le condizioni del Milan, ma non aveva altre offerte. Il malore di Eiksen agli europei convinse Marotta a buttarsi su Chala, che oramai aveva solo la possibilità di firmare alle condizioni (peraltro ottime) offerte dal Milan. Allora i rossoneri si trovarono privi di un giocatore importantissimo per fattori imprevisti e imprevedibili. Oggi, però, si ritrovano un giocatore che non solo soddisfa le esigenze di vendere un prodotto, ma che è adatto al Milan e ai suoi compagni.

Siamo solo agli inizi e come De Ketalaere all'Atalanta non avrà solo giornate buone, Pulisic avrà i suoi giorni no. Ma come De Ketalaere è un fior di giocatore, lo è anche Pulisic. E poi non è un outsider, bensì un elemento che ha vinto Champions e Mondiale per Club col Chelsea ed è anche un veterano della nazionale USA, pur non avendo ancora 25 anni.

Piuttosto mi chiedo quale problema hanno tutti coloro che chiamano questo ragazzo Puilisik. Suo nonno è un croato emigrato da un'isola dell'arcipelago zaratino (che forse parlava anche un buon italiano, visto che all'epoca il nostro idioma era la lingua franca della dalmazia). E' evidente che il suo cognome vada pronunciato con la "c" dolce e non con la pronuncia velare, altrimenti dovremmo dire Ibrahimovik o Samardzik o Brozovik. Se lo facessimo diventeremmo ridicoli, come lo stanno diventando tutti coloro che pronunciano Pulisik, ma evidentemente non se ne accorgono.

Il Milan aveva un punto debole nelle caratteristiche dei suoi 3 centrocampisti, perché Loftus-Cheek, Krunic e Reijnders sono 3 mezze ali. Sono vulnerabili in fase di copertura, ma non certo in fase di impostazione, anche dal basso. Motta ha chiesto invece ai suoi di pressare alto in 5 per impedire al Milan di salire. I tre palleggiatori rossoneri, allora, hanno scherzato senza problemi gli avversari. L'indizio che Motta avrebbe dovuto cogliere si è verificato dopo pochi secondi, quando un cambio improvviso di fronte ha colto Loftus-Cheek troppo avanzato e Lykogiannis lanciato sulla sinistra verso il solo Calabria. La difesa rossonera non si è scomposta, ma seppure colta priva di protezione, ha atteso spingendo il felsineo al tiro da fuori. Ne è scaturita una traversa pericolosa, ma in un certo senso teleguidata. 
Anche se ha colto il segnale, Motta ha dovuto attendere la pausa per i beveraggi prima di chiedere ai suoi di far girare la palla veloce per aggirare le mezze ali rossonere e cogliere la difesa sprotetta, ma perdeva già per 0-2. Pulisic aveva servito Reijnders con un diagonale lunghissimo verso il fondo. L'olandese l'aveva messa dentro per Leao in ritardo. C'era Giroud sul secondo palo e si rivelava letale, come poi si rivelava letale Pulisic per il raddoppio dal limite scoccato fra le linee. L'amerikano (riprendendo il titolo di un film di Costa Gavras) centrava l'incrocio dei pali con una castagna diagonale che Diaz vede solo nei propri irrealizzabili sogni.

Dopo il rinfresco di metà primo tempo, il Bologna risistemato ha fatto girare molto la palla, rendendosi pericoloso con Ferguson, Posch, Aebischer e, nella ripresa, Orsolini. Reijnders e Krunic, senza essere veri frangiflutti, hanno tenuto con qualche buona diagonale, che è nelle corde di una mezz'ala che si rispetti. Loftus-Cheek, poderoso nel portare palla in avanti, è sembrato in difficoltà nel tenere la posizione arretrata e non farsi aggirare.
Il palo finale di Leao ha compensato la traversa iniziale di Lykogiannis e Pairetto, abbastanza equanime, ha sorvolato su un contrasto duro in area per parte
ai danni di Orsolini in area rossonera e di Krunic in quella felsinea. Bene ha fatto ad ammonire Hernandez che, spesso, diventa stucchevole e irritante con le sue proteste.

Al 72° è apparso pericoloso il ribaltone di Pioli con gli innesti contemporanei di Pobega, Kalulu, Okafor e Chuckweze. Forse il tecnico ha avuto paura di iniziare prima le sostituzioni e si è ritrovato coi giocatori un po' cotti dal caldo. A quel punto, tuttavia, un po' di freschezza atletica serviva e il rischio è diventato inevitabile.
Se non altro abbiamo visto che Okafor, invisibile nei 20 minuti finali, non è al momento un centravanti.
Non dico che non lo possa diventare, ma si tratta di un ruolo nuovo per lui, ostentato per far calare le pretese di qualche squadra sugli obiettivi di mercagto per il ruolo. Chikwueze è indietro e non ha le caratteristiche di Pulisic. Quando entra si deve passare al 4-3-3 o al 4-4-2, se il ragazzo resta arretrato.

Le tre mezze ali sono bastate contro il Bologna a coprire, ma è tutto da vedere che siano adatte a reggere l'urto dei mezzi corazzati. Per una volta, è probabile che chi scrive e Pioli la pensino allo stesso modo, visto che lo stesso tecnico ha ammesso che c'è ancora tanto da lavorare.
Per ora godiamoci una difesa rocciosa, perché lo è, a dispetto di quello che pensano gli osservatori superficiali. Ha portato a casa un clean-sheet in trasferta nonostante una protezione ancora approssimativa. 
E dispiace che Kalulu appaia demotivato dal vedersi messo in secondo piano rispetto a Calabria che è meno forte di lui.
Peccato!