Molti addetti ai lavori sono rimasti stupiti del comportamento di Gianluigi Donnarumma la scorsa estate, totalmente in mano alle discutibili, per usare un eufemismo, azioni del potente procuratore italo olandese Mino Raiola.
Comportamenti che hanno portato ad un rinnovo del contratto a suon di milioni, un contratto da Top Player assoluto del ruolo, considerando l’età giovanissima di 19 anni.
A parte Ibrahimovic è palese che l’operato di Raiola, abilissimo nel suo lavoro, nei confronti dei propri assistiti ha portato tanti soldi in dote ma poca sostanza di tipo sportivo, che in alcuni casi ha addirittura minato una carriera promettente mettendo al primo posto il guadagno rispetto alla crescita calcistica. L’ultimo capitolo dello psicodramma del presunto enfant prodige rossonero si è consumato nel post partita di Bergamo, dove i tifosi hanno rifiutato la sua maglia dopo che la stessa era stata lanciata nel settore ospiti.
Il clima è ed era già compromesso quest’estate e il ragazzo è sempre stato poco tranquillo, distratto anche ultimamente dalle voci di mercato sul PSG ad orologeria, sicuramente con lo zampino di Raiola, subito prima della finale di Coppa Italia.

La domanda che occorre porsi è: conviene a tutte e due le parti in causa continuare, visto il rapporto ormai logoro tra le parti in società (Mirabelli – Raiola) e nell’ambiente (Gigio – tifoseria)? La risposta è una sola: assolutamente no.
Lo sbaglio arriva però da lontano, e in questo caso la colpa è di tutti.
Accettare di far firmare un contratto del genere ad un ragazzo di 19 anni (senza parlare dell’altrettanto discutibile milione al fratello) è stato un errore di tutte le parti in causa, del Milan perché si è prestato al giochino del procuratore e perché aveva necessità di accrescere il consenso dei tifosi nei confronti del duo Fassone-Mirabelli; del giocatore nell’affidare la propria carriera calcistica a qualcuno che ha interesse solo nel denaro, e soprattutto della famiglia a permettere che il figlio venisse oberato di un peso del genere.

L’annata di Donnarumma è stata all’insegna di parate pregevoli e di papere francamente incredibili. La giustificazione della giovane età e delle pressioni viene meno quando firmi un contratto da Top Player, perché se meriti davvero di guadagnare 6 milioni l’anno devi dimostrare di meritarli. Gli errori quest’anno sono costati punti e trofei e il Milan non se lo può più permettere e ci si chiede se davvero questo ragazzo possa, se venduto davvero alla squadra parigina, con molti soldi in più e molte pressioni in più, dimostrare di essere davvero un futuro fenomeno del ruolo.

Le parole di Massimiliano Mirabelli lasciano pochi dubbi: “Il Milan non vorrebbe vendere Donnarumma, ma se arrivassero offerte in linea con il suo valore potremmo pensarci”.
Per la prima volta da un anno a questa parte c’è stata un’apertura chiara alla vendita del giocatore, e vista la situazione che si è venuta a creare, forse, la strada è già delineata: il giovane Donnarumma non sarà più il portiere del Milan dalla prossima stagione, con Reina a sostituirlo e molti rimpianti per i rossoneri, tanti soldi per Raiola, e un futuro sportivo nebuloso per Gigio, che ancora non ha dimostrato nulla se non di preferire il guadagno al cuore, e la storia del calcio moderno ha dimostrato più volte che questa è una scelta che non paga mai.