Quasi due miliardi di euro è il valore complessivo delle rose in campo tra PSG e Bayern. Due sfide ad alta velocità, da ritmo disumano, da videogame.
La vera finale della Champions c’è già stata e pur avendo vinto il PSG per la legge del goal, a dire il vero hanno vinto entrambe. E anche tuffatori come Neymar hanno messo da parte i panni del nuotatore per vestire quelli del giocatore di calcio, giocate impressionanti, con un Di Maria mostruoso, ma tutti alla fine sono stati all’altezza di questa sfida.
Una delle più belle di sempre in uno dei periodi più infelici di sempre. Partite giocate in contesti di allenamento, con stadi vuoti, con le urla del campo che trapassano i microfoni per entrare nel salotto di casa per quello che è a tutti gli effetti il calcio spettacolo televisivo. Un calcio che dipende in gran parte dai diritti televisivi, le cui risorse vengono utilizzate prevalentemente per pagare gli stipendi inarrivabili in più vite per qualsiasi comune mortale. Ma così è. La questione morale nel calcio non esiste. Anche se ci sta facendo i conti duramente con questo modo di fare speculazione e duramente, con un calcio che rischia il collasso, ma non collassa mai perché un mondo senza calcio non è contemplabile, non ancora almeno.
Il calcio va per la sua strada, e alla TV deve tutto. Grazie alla TV il calcio è in parte sopravvissuto, ha continuato nel bene e nel male a regalare emozioni, a rendere possibile la continuazione di una fantomatica normalità in un tempo che definire da incubo è anche poco. 

Un calcio spettacolo, nel vero senso della parola, è quello che si è consumato tra PSG e Bayern, con giocate da giocolieri, ma anche con interventi ai limiti, calcio fisico, e tecnico. Da Parigi a Monaco, pur in una Champions dominata dal calcio inglese, con l’Italia spazzata miserabilmente via, è passata la via quasi da UFO di un calcio che ha impressionato e forse giustificato pazzie e follie per due notti da leoni e marziani.
Accadrà ancora, si ripeterà, non è stato nulla di straordinario, nulla di eccezionale, ma tanto di spettacolare sì, quello spettacolo, che nel calcio dove conta vincere e non giocare bene e in modo divertente quasi da far sbavare, è diventato un bene rarissimo e quando questo bene arriva te lo coccoli, lo racconti, puoi dire... io l’ho visto in TV ed era tutto vero!