Roberto Pruzzo classe 1955 soprannominato 'Bomber' oltre 140 gol in carriera spalmate tra: Genoa, Roma e Fiorentina. Non l'ho vissuto in prima persona, perchè per data anagrafica il 'Bomber' smise di giocare che io avevo meno di dieci anni, ma essendo nato e cresciuto a Roma, per molti di quelli che lo hanno vissuto e osannato era un vero e autentico Re spodestato soltanto dal grande capitano Francesco Totti, uno che nelle gerarchie dei tifosi è al secondo posto dei giocatori più amati dai tifosi giallorossi, davanti a Bruno Conti e Daniele De Rossi, un autentico amore a prima vista per tutti i tifosi giallorossi, fin quando...

Chi è stato nella Roma Roberto Pruzzo? 

Stamane accendendo la radio ed essendomi sintonizzato su Centro Suono 101.5 a Roma sulla trasmissione 'Te la do io Tokyo' trasmissione prettamente di fede giallorossa, nella quale alle ore 10:30 è arrivata la chiamata in diretta di Roberto Pruzzo, già il 'Bomber' che in maglia giallorossa ha passato ben dieci anni (1978-1988) con i colori indosso con 240 presenze e 143 gol di cui 106 in campionato aggiudicandosi per ben tre volte classifica cannonieri. Roberto Pruzzo era un autentico cecchino d'area di rigore e segnava in tutti i modi: Destro,sinistro,testa e acrobazia, un autentico attaccante, che molti si sognano in questi periodi. Lui era osannato dalla Curva Sud giallorossa (una delle più calorose in Italia). Molte gioie ma come molti uno grandissimo dolore chiamato: Champions League 1983-84, prima finale per la Roma e per lo stesso attaccante, che poi sarà unica per entrambe fino ad oggi. Quella Roma perse davanti ai suoi tifosi contro il Liverpool e Roberto Pruzzo mise a segno il gol del 1-1 definitivo al 43' del primo tempo. La Roma poi perse ai rigori quella finale e lo sconforto ancora oggi regna nei cuori di giocatori e tifosi che si videro togliere un sogno mai sognato fino ad allora. Pruzzo entrò di diritto in tutti i cuori giallorossi come uno degli artefici di quella finale, anche se persa all'ultimo respiro. Tutto questo il vero tifoso giallorosso non lo dimentica, e ancora oggi molti parlando della Roma tirano fuori i suoi gol e le loro emozioni ricordando quel baffuto attaccante.

Roberto Pruzzo in lacrime. Cos'è successo?

Come vi dicevo stamane ho acceso la radio su Te la do io Tokio, un programma di fede giallorossa, dove è intervenuto proprio Roberto Pruzzo, non sapevo cosa fosse successo, fin quando scopro che l'ex 'Bomber' giallorosso è finito dentro un attacco da parte di alcuni tifosi della Roma. Pruzzo reo di aver detto in un altra trasmissione "Lulic è diventato il mio mito", già proprio parlando di un giocatore della Lazio. Ma perchè Pruzzo avrebbe rivolto queste parole di stima verso il laziale in una radio romanista ? Pruzzo aveva elogiato Senad Lulic per il gol in Supercoppa contro al Juventus, ma quel 'Lulic-Idolo' ha portato il tifoso medio giallorosso a pensare ad un tradimento dell'ex bomber ed ecco che arrivano gli attacchi da ogni dove. Pruzzo rivela di aver passato un Capodanno infernale, rigirando in tutto e per tutto le sue parole travisate, con "Era una battuta", "Era una cazzata",  ma la cosa è divenuta ancora più pesante, un fardello vero e proprio sulle spalle dell'ex attaccante. La frase incriminata è questa "operaio del calcio, decisivo anche nelle finali", frase non pensata fino infondo, già perchè proprio Senad Lulic fece perdere una finale di Coppa Italia alla Roma proprio contro la Lazio. Questo forse il 'Bomber' lo aveva dimenticato.

Pruzzo quindi con tanto di carico pesante e un fine stagione da scordare esprime il suo pentimento ai tifosi giallorossi.

"Non l’avessi mai detto. Era solo una battuta, un modo di dire in un contesto scherzoso. Tra l’altro posso giurare su quello che ho di più caro che alle otto di mattina non mi sono ricordato minimamente che Lulic avesse segnato il gol nella finale del 26 maggio.Chiedo scusa se qualcuno s’è sentito offeso, mi sono rovinato persino il Capodanno. Sono tre giorni che mia figlia prova a tirarmi su il morale".

 

"Operaio del calcio, decisivo anche nelle finali”, oggi se n'è pentito: “Non l’avessi mai detto. Era solo una battuta, un modo di dire in un contesto scherzoso. Tra l’altro posso giurare su quello che ho di più caro che alle otto di mattina non mi sono ricordato minimamente che Lulic avesse segnato il gol nella finale del 26 maggio...