Sono sconcertato della possibilità, che danno solo il calcio e la politica, di vedere le stesse identiche cose ritratte in immagini, arrivando però a due conclusioni opposte. Sarà questione di prospettive cerebrali.

In Juve – Samp ho visto due rigori per falli di mano che dieci anni fa sarebbero stati ritenuti entrambi inesistenti ed un gol in fuorigioco netto di un metro, rivisto col Var, e che solo dopo il Var è stato fischiato. Si è andati indietro con le immagini di qualche decina di frames è si è trovato Saponara in fuorigioco. Inconfutabile, per chi guarda al calcio in buona fede, senza l’astio che viene da decenni di sconfitte umilianti. In entrambi i falli di mano non è stata inflitta, peraltro, l’ammonizione al difendente (Emre Can e Ferrari). Decisione equa, forse anche condivisibile. Per Ferrari della Samp si sarebbe trattato del secondo giallo e sarebbe stato espulso. 
Benatia di mano in Milan – Juve fu sanzionato col rigore e senza comminare il secondo giallo. Ciò costò a Mazzoleni le critiche di tutto il mondo degli sconfitti del calcio italiano, e hanno suppongo rinfocolato le accuse di ADL, tuttora non perseguite federalmente, di essere un arbitro cattivo e parziale. Dichiarazioni di arbitri sospettabili erano state fatte da De Laurentiis già a maggio 2018; per queste dichiarazioni Nicchi chiese il deferimento del presidente del Napoli. Forse però non erano dichiarazioni abbastanza “insinuanti”, come quelle che sono costate invece ad Allegri una multa di diecimila euro irrogata in 24 ore.

Dicevo, oggi si chiede agli arbitri di sanzionare tutti i falli di mano, a prescindere da ogni verifica di intenzionalità. E quasi tutti vengono sanzionati in quanto tali, cioè perché tocchi di palla con l’arto superiore, Quasi tutti. Non venne, per dire, punito da Mariani il fallo di Bradaric in Juve – Cagliari, sarebbe stato anche in qual caso un potenziale rigore con secondo giallo. Nessuno ha pure detto nulla sul mani di Mertens nel primo gol del Napoli contro il Bologna di ieri.

Sul gol annullato a Saponara. Fino a che punto si rivede con la macchina del tempo all’indietro la liceità di un’azione? Fino all’infinito ed oltre, direi, guardando tre precedenti. Il gol del possibile 2-0 di Douglas Costa contro la Roma, quando si ripescò il fallo di Matuidi su Zaniolo avvenuta un minuto prima. Il gol di  Mandzukic in Chievo Juventus al 42′ del secondo tempo, quando dal Var rivedendo, l’azione fin dal suo inizio, si trovò un precedente involontarissimo tocco con il braccio di Ronaldo.
Il gol di Mandzukic in Atalanta – Juve dello scorso campionato, quando il Var annullò la rete per un fallo di Lichtsteiner su Gomez avvenuto in avvio azione, sempre un minuto prima della realizzazione.

Se vivessimo in un paese fatto solo di persone normali, tutti si sarebbero indignati, ad esempio, sempre in Chievo – Juventus di quest’anno, quando l’arbitro, col presumibile avallo del “silent check” del Var Mazzoleni, non vide due clamorosi falli di rigore, al 9’ Cacciatore che sgambetta da dietro Cancelo, al 36’ancora Cacciatore cintura Cuadrado in area di rigore.

Se vivessimo al contrario in un paese fatto solo di persone abbrutite dal tifo di supposta identità territoriale, o di illogica contrapposizione, o comunque fatto di persone tutte prive di un pizzico di fatalismo e di sportività, si sarebbero avute interrogazioni parlamentari, class action messe in piedi da avvocati di consumatori juventini e convegni al Politecnico di Torino per incriminare il mancato rigore all’82 di Juve – Napoli del 22 aprile 2018, fallo di Koulibaly in area su Higuain...
Chiarisco: io nemmeno quel rigore lì, in quelle condizioni di luogo e di tempo, l’avrei fischiato. Ma mi serve a dare un esempio di quali eco l’episodio ebbe nelle cronache.

Capisco che è dura veder vincere per sette anni di fila una stessa squadra, accontentandosi dei propri scudetti morali, o del titolo  del pubblico più presente allo stadio, o di qualificazioni in Champions League e di risanamenti di bilanci. Si potrebbe tentare comunque di darsi spiegazioni tecniche ed economiche delle proprie sconfitte, benché sistematiche ed ormai fastidiose: qual è la squadra più forte? qual è la rosa più attrezzata? qual è la società più organizzata? Queste evidenti sproporzioni di valore quanti punti in più per forza fruttano? Quanti episodi arbitrali a favore hanno TUTTE le grandi squadre della Serie A italiana in un intero campionato, al netto dell’esito della partita, perché se ho un torto arbitrale e poi vinco lo stesso quel torto non si neutralizza, in una classifica ONESTA degli errori arbitrali?

Invece no.
La Serie A non attira più il pubblico degli spettatori e lettori non juventini dal 2012. Ma è dal 2006, cioè da Calciopoli, che il nostro campionato denota un panorama con tutte squadre mediocri, dalla seconda in giù, ed una sola squadra forte (lo fu l’Inter per 5 anni,  che si avvantaggiò dalla prescrizione delle sue colpe e trionfò facilmente su altre società decimate nei bilanci e nelle rose, lo è stata poi la Juve dal 2012).

Gli organi di informazione, le televisioni, i siti Internet  e i presunti comuni pensatori provano a fare così un revisionismo dei risultati del campo, e cercano di convincere gli altri di evidenti falsità in modo così ossessivo ed insistente da convincersi essi stessi di una pseudo storia al rovescio. L’intervista di Giampaolo di ieri, il tweet poi smentito della stessa società Sampdoria dimostrano come l’autoconvincimento del non vero serve da cemento per la coesione del gruppo degli antijuventini. Panem et circenses: pazienza se il nostro presidente ogni stagione di mercato incassa cento e investe trenta, pazienza se la nostra società compra un ultratrentenne bollito e vizioso dando in cambio uno dei pochi talenti giovani del calcio italiano, mentre la Juve acquista Cristiano Ronaldo. La colpa se non vinco è degli arbitri.

Il revisionismo calcistico contro la Juve si alimenta delle sue pseudo storie. Le pseudo storie si alimentano negando la verità ed elaborando le teorie del complotto.

Buon anno a tutti, speriamo senza più negazionismi e negazionisti.