Nella controinformazione c'è una teoria che spiega il perché avvengono determinati eventi gravi nel nostro mondo attraverso il concetto chiamato Problema-Reazione-Soluzione. È una teoria dell'informazione alternativa e spiega molte cose. Questa teoria è stata chiamata così dallo scrittore inglese David Icke, che insieme allo scrittore Adam Kadmon, è quello che più tratta e che più ha portato al grande pubblico la conoscenza di determinati argomenti legati appunto al mondo della controinformazione.

La teoria Problema-Reazione-Soluzione viene spiegata così da David Icke: Una minoranza non può imporre e manipolare degli eventi a proprio vantaggio. Se un governo imponesse con la forza e violenza determinate decisioni e soluzioni che vogliono attuare senza il consenso del popolo per cui si adopera, ci sarebbe da parte del popolo una reazione molto violenta nei loro confronti. Scoppierebbero il caos più totale. In passato è già avvenuto, in Italia con il fascismo e in Germania con il nazismo così come in Russia con il comunismo. 

E allora dove è il bandolo della matassa? La soluzione è fare in modo che sia il popolo a chiedere ciò che un governo vuole imporre per i suoi interessi. Questo può avvenire attraverso un lavaggio del cervello collettivo di massa, una distorsione della realtà applicata al popolo. Se si possiede il controllo dei grandi media per il governo che vuole far sì che il popolo chieda al governo ciò che il governo vuole imporre al popolo traendolo in inganno, è ancora meglio.

Quindi ricapitolando e per farla breve: Si creano degli eventi ad hoc, quindi si crea il problema, si suscita così la reazione del popolo e si fa in modo che il popolo sia predisposto e accetti la soluzione che il governo gli propina, che sarebbe la stessa soluzione che voleva imporre al popolo e che probabilmente se non avesse scatenato il problema con degli eventi ad hoc, non sarebbe riuscito ad imporre. Il popolo così accetta ciò che il governo in principio voleva imporre contro la loro volontà. Questa è una teoria, ognuno è libero di crederci oppure no.

Questa teoria si può applicare al calcio e al Milan. È un parallelismo. La teoria nasce per tematiche estremamente delicate e serie, qui per gioco la applichiamo al calcio e al Milan, che comunque sono argomenti leggeri e frivoli.

Dove voglio andare a parare? Può capitare che a volte un allenatore deve ingegnarsi con ciò che ha a disposizione e migliorarsi  con il materiale umano che ha a disposizione  poiché obbligato da determinate  situazioni e magari dalla possibilità di non poter intervenire sul mercato perché chiuso o per altri motivi.

A proposito di parare. Può capitare che si è costretti a mettere titolare un portiere anziché un altro per tutelare un patrimonio e non depauperarlo. Mi riferisco a Gigio Donnarumma.
Problema: Gigio in scadenza di contratto. Reazione: Rabbia tifosi e rischia un anno da riserva a discapito di un altro portiere. Soluzione: Rinnovo di contratto a 6 milioni netti e di nuovo titolare inamovibile. Un anno in panchina avrebbe deprezzato il valore del cartellino ma anche la possibilità che un altro club gli offrisse un ingaggio monstre. Donnarumma è titolare anche per tutelare l'investimento fatto dal Milan con quei 6 milioni all'anno che gli garantisce di ingaggio.

Nuovo problema: Gigio Donnarumma è discontinuo. È uno dei potenziali top player mondiali nel suo ruolo, ma è un classe 1999. Deve migliorare. Reazione: Il Milan corre ai ripari e ingaggia il forte ed esperto portiere spagnolo Pepe Reina. La speranza è che un club prenda Gigio Donnarumma alla cifra che il Milan richiede. Si parla di 80 milioni. Ma nisba. Tutti i club interessati fanno orecchie da mercante. Soluzione: Gigio titolare sempre per tutelare un patrimonio della società e Reina a fargli da chioccia. Allenarsi con un campione come Reina non può che giovare a Gigio che può solo migliorare lavorando tutti i giorni a fianco dell'esperto portiere spagnolo. E il Milan così tutela il suo investimenti su Gigio e da' un senso all'ingaggio di Reina, che sarebbe stato titolare se Gigio fosse stato ceduto.

Inoltre aggiungo questo: Può una società in un certo senso 'imporre' la titolarità di un elemento per salvaguardare l'investimento fatto su di esso e quindi farlo giocare per farlo valorizzare? Penso proprio di sì.  Società e allenatore in molti casi, per il bene dei patrimoni tecnici della squadra lavorano in simbiosi per il bene del club.

Collegandomi a ciò che ho scritto prima, per quanto riguarda l'ingegnarsi, ovvero fare di necessità virtù, il Milan ha un problema a centrocampo. Biglia sembra ancora non carburare a dovere, in una zona nevralgica del campo, regista di centrocampo, ovvero colui che detta i tempi alla squadra, che lancia la punta, che cambia gioco, insomma, è un ruolo cardine. In quel ruolo il Milan può mettere Bakayoko, che però ricopre la stessa zona ma interpreta il ruolo in maniera diversa poiché è più mediano che regista, Bertolacci, che viene da una buona annata al Genoa come regista, ma non è competitivo a tal punto da poter essere titolare del Milan, poi ci sarebbero Montolivo e José Mauri, ma anche loro non danno le dovute garanzie. E se Gattuso, visto l'abbondanza di esterni d'attacco provasse Calhanoglu davanti alla difesa come regista di centrocampo? Gattuso vuole continuare con il 4/3/3. Non sarebbe male un centrocampo con Kessiè, Calhanoglu e Bakayoko e in attacco un trio composto da Suso, Higuain e Bonaventura o Laxalt. 

Per me questa squadra può essere impostata con un 4/2/3/1 con Kessié e Bakayoko a centrocampo e Suso, Calhanoglu e Bonaventura dietro Higuain. Tuttavia Gattuso vuole insistere con il 4/3/3. Calhanoglu regista di centrocampo può essere una felice intuizione.

A Gattuso il compito di reagire a questi problemi di formazione trovando le giuste soluzioni.