Non so cosa significa essere presidente di una società di calcio, ma da tifoso di calcio, forse una mia idea me la sono fatta. Parto dal presupposto che per la maggiore, i presidenti non erano e non sono tifosi da sempre della squadra che detengono, anzi, diciamo che sono quasi tutti imprenditori appassionati di calcio. La famiglia più importante, come ben sappiamo, è la famiglia Agnelli, la più longeva con i suoi 98 anni di proprietà della Juventus Fc, la più duratura della storia del calcio e dello sport in generale. Famiglia partita da Edoardo Agnelli, per poi proseguire a restare in mano a tutta la famiglia arrivando ad Andrea, cambiando tra alti e bassi, arrivando all'apice nel 1996 anno dove la società diviene Campione d'Europa e del Mondo, per poi inseguire i vari record culminati nei 9 scudetti di fila vinti negli ultimi 9 anni, proprio sotto l'ultimo presidente. La famiglia Agnelli, almeno da Gianni e Umberto in poi sono tutti sostenitori, tifosi, della Juventus, che se prima era una proprietà di Giovanni Agnelli, capostipite della famiglia, imprenditore torinese , che fù uno dei padri fondandatori della FIAT, poi divenuta negli anni di proprietà della famiglia Agnelli. Ma se la famiglia Agnelli è la più longeva e duratura e ha mantenuto la società sempre tra le prime in Italia e tra le più partecipanti in Europa, delle altre società italiane attuali, si apre un baratro, già perchè per la maggiore sono tutte in mano a persone che ne hanno comprato il pacchetto intero, ne hanno fatto di tutto e di più, e in alcuni casi portate a distruzione totale, sia nel bilancio che nella squadra stessa che si è vista mutare più e più volte. Il Milan di Silvio Berlusconi durata 31 anni dove vinse tutto e più volte sia in Italia che in Europa, quando l'imprenditore milanese non volle più saperne per buttarsi in politica, si dice per i suoi guai giudiziari, divenendo politico, e lasciando la società ai figli che non riuscirono a mantenere alto il nome, poi l'Inter di Massimo Moratti, che in 23 anni di presidenza ha portato la squadra sul tetto del mondo indebitando il club per poi non riuscendo più a risanare riuscì nell'Intento di cederla nel 2013.
Questi sono stati i presidenti più longevi in Serie A, imprenditori che hanno speso soldoni pesanti, ma che poi, due casi su tre, si sono fatti da parte, per un motivo o per un'altro. Parliamo ora dei sostituti dei presidenti uscenti, ma anche di molti altri passati negli ultimi 10 anni:

Milan
L'addio di Silvio Berlusconi, uscito di scena nel 2017, anche se gli ultimi 3 anni la società era gestita dai figli Pier Silvio e Barbarba, ha chiuso l'epopea vittoriosa della società rossonera, passando poi alla cessione dopo ben 5 anni di vacche magre (2012-2017) cedendo il club all'imprenditore cinese Li Yonghong, che però non fece altro che mantenere per una stagione la società, per poi tirare i remi in barca, dopo il non restituimento del prestito chiesto al fondo d'investimento statunitense Elliott che nel 2018 si prese la società Ac Milan, e nominò nuovo presidente Paolo Scaroni, ma sul finale di stagione per non aver estinto il debito finanziario, la società venne  estromessa dalla Europa League della stagione 2018-2019. Oggi il Milan sembra una società che nel giro di due stagioni ha risalito la china, portandosi a di nuovo tra le big del calcio italiano, mentre ci vorra ancora parecchio per tornare tra le migliori d'Europa. La scalata è partita bene, ora tutto sta nelle mani del fondo Elliott.

Inter, Milan
La società nerazzurra dall'addio di Massimo Moratti nel 2013, presidente che appena tre anni prima l'aveva portata a vincere il Triplete ma anche sull'astrico, nel 2013 Moratti cede il 70%  all'indonesiano Erick Thohir, cedendo il posto da presidente e proprietario del pacchetto di maggioranza, mantenedo la proprietà fino al 2016, il gruppo cinese Suning non ha acquistato il 66,8% delle quote, prendendo tutto il il 30% di Moratti e lasciando a Tohir il 31,05% che poi venne ceduto nel 2019 alla LionRock Capital, un fondo d'investimento di Hong Kong, uscendo definitivamente dal club. L'Inter del dopo Triplete ha avuto un calo drastico, abituata alle parti della classifica, sotto la guida dell'ultimo Moratti, poi l'arrivo di Thoir l'ha riportata a respirare, sia sotto il rpofilo finanziario, che in termini di posizionamento, addirittura con il quarto posto 2015/2016, l'arrivo di Zhang in fine l'ha riportata a lottare per il campionato. L'Inter sembra aver trovato una proprietà importante, con basi solide, cresce sotto tutti i puntidi vista, e togliendo una possibile cessione, voce che gira da qualche settimana a questa parte, la socetà potrebbe tornare a vincere sia in Italia, dove è a buon punto, che in Europa, ancora lontana negli obiettivi.

Roma
La Roma ha avuto nel suo percorso evolutivo la Famiglia Sensi, con Franco presidente dal 1993 al 2008 anno della sua morte, la società navigava nelle posizioni più alte del campionato, poi la morte del patron e la successione alla figlia, che non riusci a sobbarcare i tanti debiti lasciati dal padre, si parla di 300 milioni di Euro, fu l'inizio della fine, tanto che per le continue contestazioni dei tifosi giallorossi, nel 2010 Rosella Sensi, cede la società, al gruppo di credito Unicredit. La società giallorossa resta in mano alla banca per due anni, sfiorando addirittura uno scudetto poi perso nel finale contro l'Inter, fino all'arrivo dell'imprenditore americano Thomas Di Benedetto, che il 16 Aprile 2011 diviene l'azionista di maggioranza della AS Roma, con il 60% lasciando il 40% alla Unicredit, poi prelevato appena una stagione dopo dallo stesso Di Benedetto, e il presidente scelto è James Pallotta, bostoniano e nel consiglio di amministrazione della cordata statunitense. Pallotta, promette mari e monti, ma nei suoi 8 anni da presidente, di lui si ricordano solo cessioni eccellenti, con la squadra che resta sempre tra le prime sette del campionato, ma che si vedeogni anno decurtarsi per le cessioni per far fronte al Fair Play Finanziario. La società alla fine riesce nell'intento di matenere la squadra tra il secondo e il quarto posto per ben 4 anni, ma non gli fa fare quel salto di qualità che ci si aspettava. Pallotta è contestato, i tifosi lo vogliono fuori da Roma, gli addi prima di Francesco Totti e poi di Daniele De Rossi, sono la goccia che fanno traboccare il vaso.c Così che il 5 Agosto 2020 cede a Dan Friedkin, anch'esso americano, proprietario della  Gulf States Toyota Distributors, con l'86,6% di quote societarie, al prezzo di 591 milioni di Euro, con l'obbligo di fare un'offerta pubblica per l'acquisizione della restante fetta di quote azionarie. La Roma di oggi però non ha avuto nessun miglioramento, certo sono soltanto 4 mesi di proprietà per Dan Friedkin, l'investimento è stato importante, ma già adesso c'è chi giura di vedere un nuovo James Pallotta in tribuna, anche se il presidente uscente a Roma non c'era quasi mai. Che  avranno ragione i tifosi giallorossi?

Napoli
E ora passiamo alla storia più difficile per una squadra di calcio, già il SSC Napoli,. Il 30 luglio 2004 - La VIIª sezione del Tribunale di Napoli dichiara il fallimento della Società Sportiva Calcio Napoli e il successivo 6 settembre, viene fondato il Napoli Soccer con il nuovo proprietario Aurelio De Laurentiis, che ne rileva il titolo sportivo e viene iscritto alla Serie C1. La società partenopea è sempre stata da quel di nelle mani del produttore cinematografico, l'uomo dei Cinepanettoni, passione cinematografica che segue, almeno per un certo senso, le orme del papà Dino. De Laurentiis, riporta la società azzurra nel giro di 3 anni dalla C1 alla Serie A, giocandosi un campionato di Serie B storico 2006-2007, con la Juventus appena scesa per Calciopoli, piazzandosi al 4° posto. I primi anni di Serie A, non sono facili, con la squadra partenopea che gioca tra la salvezza e la decima posizione. Poi la crescita esponenziale, acquisti mirati e scelta di dirigenti all'altezza, portano il Napoli nei primi anni2009-2010 a stazionare nella parte sinistra della classifica, fino a sfiorare per ben tre volte lo scudetto perso nel finale di stagione prima sotto la guida di Walter Mazzarri e poi sotto la guida Sarri, la società poi ha avuto una leggera flessione verso il basso, dall'addio dell'allenatore toscano. Il presidente è spesso oggetto di discussioni, soprattutto dopo l'acquisizione del Bari calcio, anch'esso caduto in disgrazia con il fallimento nel 2018, che ha portato a chiedere le dimissioni da parte dei tifosi partenopei, cosa che spesso ancora oggi gli viene contestato, passando per quello che da un momento all'altro, farà il passaggio verso la società pugliese, cedendo il Napoli. La cura Gennaro Gattuso in fine, sta riportando la squadra tra le prime 4 della classifica, con la speranza di rigiocarsi presto uno scudetto.