Nulla era magico come quel Milan e quella Milano inizi anni '70; lo era nonostante gli anni di piombo e a dispetto di San Siro con soli due anelli. Andare allo stadio era un appuntamento con la leggenda perché in campo c'era Gianni Rivera.
Un bambino di 8 anni viveva tutto quello con la spensieratezza della parte più facile della vita, con quell'ingenuità contornata da senso dell'eterno, del domani che sarebbe stato meraviglioso come l'oggi e senza quello scriteriato sprezzo del pericolo che caratterizza l'adolescenza, che della magia dell'infanzia  perde una buona parte. Il mondo era fatto di sicurezze che andavano dal calore di genitori poco più che trentenni, agli amici di scuola che sarebbero stati per sempre; non esisteva niente di più speciale che scendere in un campetto zona Città Studi con la maglia di Piero Prati addosso e disfarsi regolarmente le ginocchia. Ma i gol fioccavano come neve, non esisteva il caldo afoso delle estati milanesi sulle note di Battisti, ne' gli inverni gelidi puntellati dai venditori ambulanti di caldarroste.

Eravamo semplicemente invincibili: noi ragazzi e il Milan. Il Patron Rocco accolse quel biondo capellone che si era presentato a Milanello coi jeans a zampa di elefante, con una delle sue uscite fulminanti e meravigliose: "Pensavo di aver comprato un calciatore, non un cantante". Perché Piero era indubbiamente nell'estetica e nell'efficacia sotto rete qualcosa di profondamente anglosassone: bello, giovane e micidiale.
Quando la gioventù la fa da padrona nulla le e' superiore! Non esiste il problema di come si farà o cosa si sarà domani! Ed è quanto di più bello, giusto, ma effimero ci regali l'esistenza. Tutto sommato Steve Mc Queen nel definirla una fregatura ci aveva visto lungo. Perché ciò che merita di essere vissuto in fin dei conti si concentra in pochissimi anni e tutto questo ha il sapore del fiele.

L'altro giorno La Peste se n'è andata per il viaggio più lungo di sempre, dopo Corso, dopo Anastasi. E con Piero se n'è andata definitivamente l'illusione di essere immortali. Sono tornato a comprendere la portata immensa di quella fregatura.
E tutto questo mi ha lasciato un sapore amaro e struggente.