Ma dove è scritto che ex giocatori, nonché icone e bandiere, possano un giorno far bene anche da dirigenti, o, ancora peggio, da allenatori? Già mi fanno tenerezza quando si riciclano opinionisti, figuriamoci quando si ergono a salvatori della patria. Ebbene, il Milan ha attinto a piene mani da questa regola non scritta, confermando Gattuso come allenatore, Leonardo come Direttore dell’Area Tecnica e Maldini con Direttore dello Sviluppo Strategico.
A completare il quadro societario il Presidente Scaroni e l’Amministratore Delegato Gazidis. Il primo entra a far parte del consiglio di amministrazione del Milan dopo la cessione del club da Fininvest all'imprenditore cinese Li Yonghong, ed ha alle spalle un’esperienza da presidente di una squadra di calcio pochi anni a Vicenza, per giunta fallimentare; il secondo è un uomo scelto da Elliot, che in 8 anni all’Arsenal ha aumentato i ricavi dell’80%, sebbene non si ricordino risultati sportivi significativi da parte dei Gunners. Ma almeno ha dimostrato di saperci fare con le finanze, cosa non da poco in regime di FFP. Il problema, semmai, è rappresentato dalle differenze di costi e ricavi tra la Premier e la serie A (mica noccioline).

Intanto Leonardo presenta Paquetà, giovane promessa brasiliana, tuttavia pagata quanto un profilo già affermato. Difficile ipotizzare che l’ingente investimento ripaghi subito in termini di rendimento. Forse un azzardo. Probabilmente investire nell’immediato per non buttare (l’ennesima) stagione sarebbe stato più opportuno. In fondo, per dimostrare e confermare che Leonardo conosce il mercato sudamericano, bastava semplicemente spendere una manciata di milioni (in regime di FFP) per portare a casa 2-3 prospetti. Chiamasi scouting. A portare a casa un giovane dalle belle speranze con 35 milioni sono bravi tutti.
Intanto il DT, mentre difende il neo acquisto, definendolo tra l’altro pronto fin da subito, mette pressione ad Higuain, reo di aver smarrito la via del gol e, forse, un po’ di serenità. Ma non si chiede come mai la squadra giochi da schifo, e i rifornimenti per il bomber siano piuttosto rari ed estemporanei. E magari domani sarà anche colpa di Caldara per essersi infortunato.
Eppure pochi mesi fa gongolava come pochi per il Pipita e Caldara. La verità è che al Milan sarebbe servito un dirigente alla “Marotta”, che conosce le priorità e il mercato. Altro che Milinkovic Savic, Ibra, Ramsey, Morata ecc.. Ripeto, con queste premesse sono bravi tutti. Il problema è che al Milan serve altro. E sarebbe servito anche Muriel come spalla per il Pipita, magari non un nome da fanfarone Leonardo (infatti si è mosso con colpevole ritardo), ma un giocatore che, sebbene abbia avuto spesso un rendimento discontinuo, ha comunque qualità importanti. Soprattutto un giocatore dai costi contenuti. Naturalmente Corvino, che il mercato lo conosce, non si lascia scappare l’occasione.
Anche qui, con tutto il rispetto per la Fiorentina, non sarebbe stato difficile convincerlo a vestire rossonero.

Passiamo all’allenatore. Il Milan ha un rendimento nettamente al di sotto delle proprie potenzialità. Non sarà una corazzata ma nemmeno quella squadra spesso confusa, scarica e demotivata, che gira a vuoto. Gattuso si conferma un allenatore (improvvisato) che non solo è incapace di dare qualcosa in più ai suoi, ma che nemmeno riesce ad ottenere il minimo sindacale dalla squadra. Da sostituire oggi con le scuse per non averlo fatto prima. E invece si avanti fino al prossimo passaggio a vuoto, perseverando nell’incapacità cronica di rimediare.

Chiudo con un’altra bandiera: Maldini. Da quando è (finalmente) entrato in società, la sua loquacità si è drasticamente ridotta. Probabilmente perché è più facile (come faccio io) parlare da fuori, ma una volta dentro si fanno i conti con dinamiche e realtà diverse da come si potevano immaginare dall'esterno. Oppure, più semplicemente, ti accorgi che era più facile essere un giocatore, benché una bandiera. Fare il dirigente (o l’allenatore) è ben altra cosa, soprattutto non è da tutti. In fondo Marotta non ha mai saputo fare due palleggi e Sacchi lavorava in una fabbrica di scarpe...