30 trofei in patria, 18 in ambito internazionale siglando di fatto il record italiano in Europa, Rivera, Baresi, Maldini, Costacurta, Albertini, Van Basten, Gullit, Kakà, Shevchenko, Sacchi, Capello, Ancelotti e chi più ne ha più ne metta.
Sono solo poche cose, quelle indicate, che contraddistinguono la società di via Aldo Rossi da molte altre ad oggi più idolatrate, società che ad oggi sono sopra la classifica dei rossoneri, sono più vincenti, sono forse anche più ricche.

Eppure per la UEFA e per molti altri pare che questo Milan abbia qualcosa che non va, una società contro la quale accanirsi, una società che ha fatto mille sforzi quest’anno per arrivare a prendersi un posto in Europa e che si vuole punire. Le mille chiacchiere della società senza proprietà, delle mancanze di fondi, dei giri strani di denaro, sono tutte chiacchiere perché fino a prova contraria ad oggi Mr Li le scadenze le ha sempre rispettate, i giocatori sono regolarmente pagati e sono stati pagati i cartellini alle società venditrici nei termini pattuiti, e di fatto una proprietà c’è e si chiama Elliot.

Ci siamo mai chiesti cosa succede se non paghiamo il mutuo delle nostre case? La risposta è elementare e semplice, arriva la banca e ne diventa proprietaria a tutti gli effetti.
Così il Milan, qualora i cinesi venissero meno ai loro impegni, il fondo Elliot subentrerebbe a garanzia assumendone la guida in attesa di un nuovo acquirente. Quindi a tutti quelli che vorrebbero vedere il blasone del Milan affondare in un mare di debiti e disgrazie, va comunicato che ciò non è destinato ad accadere. 

Ah... il tanto decantato blasone viene quasi da ridere, dal  2011 dopo l’ultimo scudetto, si parla del Milan come di una squadra di terza categoria, incapace di vincere, buona solo di fare figuracce, quella dei parametri zero e dei vari Constant, Traorè e Taiwo, ma attenzione, rileggiamo i nomi di inizio articolo per favore per capire di chi stiamo parlando. 

Vien quasi da pensare che chi vince tutto ha bisogno dell’infangatura di questo palmares per non essere zittito sui trofei, in particolare internazionali, per non sentirsi inferiore e chi non vince niente ne ha bisogno per cercare di sentirsi sullo stesso piano, ma ahimé per costoro non è così che gira il mondo del calcio.

Resta la storia... e il Milan è parte della storia. Se ne porti rispetto.